Interno, notte. Siamo nella stazione di ricerca artica Tsalal, in Alaska. In tv va in onda Una pazza giornata di vacanza di John Hughes, con la scena in cui Matthew Broderick canta Twist And Shout dei Beatles. Tutto sembra tranquillo. Uno degli scienziati si sta preparando un panino, quando la sua vista è distolta da un collega. L'uomo sta tremando e all'improvviso si gira verso di lui. "Lei è sveglia" gli dice. È il terzo giorno di buio, in Alaska. Il giorno dopo un corriere entra nella base. Quella canzone dei Beatles suona ancora, in loop. Ma nella base non è rimasto nessuno.
È così, con queste scene sospese e suggestiva, che inizia la quarta stagione della serie antologica HBO True Detective: Night Country. In Italia è diventata un appuntamento fisso su Sky e in streaming su NOW, con un nuovo episodio a settimana in contemporanea con la messa in onda americana: alle 3.00 della notte fra domenica e lunedì su Sky Atlantic, e poi l'appuntamento classico, in prima serata, dalle 21.15, ogni lunedì sera. E già dal primo episodio le atmosfere ci riportano ai mondi di John Carpenter e David Lynch. Andiamo a vedere che cosa accomuna la nuova stagione di True Detective a questi due grandi autori.
True Detective? Come La cosa di John Carpenter
La stazione di ricerca artica Tsalal, il luogo dove tutto ha inizio, rimanda chiaramente a La cosa di John Carpenter. Una base isolata, sperduta nel ghiaccio, lontana da tutto. Anche se, probabilmente, meno lontana dal resto del mondo come lo era la base di The Thing. Le suggestioni che evoca un luogo, o meglio un non luogo come una base tra i ghiacci, sono forti, e non solo per l'accostamento al film di Carpenter. Le dinamiche dell'azione, comunque, sono diverse rispetto al famoso horror. Lì la base funzionava come luogo chiuso, isolato e lontano da tutti. Un po' come l'astronave di Alien, e quello spazio dove nessuno può sentirti urlare. La base, e i ghiacci che la circondano, ne La cosa sono una sorta di prigione, un luogo da cui non puoi scappare, e se scappi non vai da nessuna parte. Un luogo lontano da tutto, così che nessuno possa portarti aiuto. Nella nuova stagione di True Detective, in realtà, la base artica sembra più collegata con il resto del mondo, o, almeno, con il paesino dove si svolge l'azione. Il corriere in qualche modo arriva a portare le provviste. Le agenti di polizia, una volta avvisate, sembrano arrivare piuttosto in fretta in quel luogo. Non siamo insomma alla fine del mondo, come ne La cosa, o nell'altra recente serie A Murder At The End Of The World.
True Detective - Night Country, la recensione: mistero, tensione e umanità nel buio dell'Alaska
"L'abbiamo svegliata e ora è là in mezzo a i ghiacci"
Rispetto a La cosa di John Carpenter, è diversa però la dinamica narrativa. Tra fantascienza, horror e thriller, La cosa funziona come una sorta di slasher con l'alieno. Intrappolati in quella base, i personaggi, con un avversario noto, a loro e a noi, cominciano a morire ad uno ad uno. In True Detective: Night Country, scompaiono dalla nostra vista tutti insieme e non li vediamo morire né fronteggiare quel pericolo che ancora non conosciamo. Quando, nel terzo episodio, vengono trovate delle persone assiderate, ci viene spiegato che sono morti tra i ghiacci, ma non a causa del ghiaccio. C'è dunque una cosa, qualcosa o qualcuno. Ma la situazione è diversa: in The Thing da un certo punto in poi conosciamo il nemico e la tensione sta nei tentativi di combatterlo; in True Detective non conosciamo il pericolo e la tensione sta tutta nel provare a risolvere il mistero. Ma che là fuori ci sia qualcosa di strano e di inquietante lo capiamo quando un uomo, sopravvissuto, viene portato all'ospedale. "L'abbiamo svegliata e ora è là in mezzo ai ghiacci... è venuta per noi tra le tenebre", dice l'uomo. E poi sembra parlare con una voce che non è la sua. Non è La cosa. **Ma una presenza c'è.
Quell'uomo che sembra Bob di Twin Peaks
Se la prima impressione porta a The Thing e al cinema di Carpenter, andando avanti nel racconto ci si rende conto che le affinità con l'opera di David Lynch, e con il suo capolavoro seriale, I segreti di Twin Peaks, sono molte. Lo avrete notato tutti che quell'uomo che compare alla fine dell'episodio 1 sembra davvero Bob (o Killer Bob, come lo chiamano in America). Quell'uomo, che cammina sul ghiaccio a piedi nudi e sta all'aperto in camicia ha i capelli bianchi e lunghi, la barba appena accennata. È illuminato da una luce bianca, proprio come il personaggio interpretato da Frank Silva nei passaggi più inquietanti de I segreti di Twin Peaks e Fuoco cammina con me. E si muove in modo strano, si dimena, a volte sembra farlo come lui. Più tardi verremo a sapere che quell'uomo è venuto a mancare qualche anno prima. È un segnale che il nuovo True Detective si muove verso altri terreni rispetto alle altre stagioni e soprattutto alla prima, seminale, stagione. Punta infatti sul perturbante, sul disturbante, sullo straniante. E sul soprannaturale.
True Detective: Night Country, se il ghiaccio liminale dell'Alaska fa la differenza
True Detective e Twin Peaks: luoghi ai margini dell'America
Ma non è solo questo il punto di contatto tra la nuova stagione di True Detective e la serie storica di David Lynch. C'è anche una storia che si svolge in una cittadina ai margini, al nord dell'America: l'immaginaria Twin Peaks era nello stato di Washington, nel nord ovest, ai confini con il Canada, qui siamo in Alaska, ancora più a nord ovest. Fredda e piovosa una località, congelata e buia l'altra. Ma siamo comunque in una piccola cittadina, in una comunità chiusa, dove tutti si conoscono, dove ognuno ha un segreto, fatto per essere scoperto. Dove ognuno ha un rimpianto, fatto per essere colmato. O forse no. Nella serie di David Lynch al centro della comunità c'è una segheria, con i suoi edifici industriali, e in True Detective una miniera, con i suoi capannoni. In entrambi i luoghi c'è una comunità autoctona: a Twin Peaks i nativi americani (ricordate l'agente Hawk?), qui gli inupiat.
When We All Fall Asleep, Where Do We Go?
Una serie come True Detective, quindi, in questa quarta stagione mantiene in parte i suoi caratteri distintivi, in parte si sposta da una storia di detection pura verso l'horror, da storie più reali verso il soprannaturale. A proposito di horror, guardate l'ultima scena dell'episodio 3 e vedete se non vi viene in mente una scena iconica di The Blair Witch project - Il mistero della strega di Blair, quella con la ripresa del volto in primo piano (lì era una macchina da presa, qui uno smartphone) di una ragazza terrorizzata. Tornando ai modelli di cui sopra, La cosa e I segreti di Twin Peaks, True Detective: Night Country è confezionata in modo più elegante e patinato, non riuscendo però a raggiungere completamente quel senso di perturbante, di malato, presente in nei film citati. Ma riesce comunque a creare un'atmosfera cupa e avvolgente e a tenerci sospesi e impauriti in quelle tenebre senza fine. When We All Fall Asleep, Where Do We Go?, canta Billie Eilish in Bury A Friend, la canzone fa da sigla a True Detective: Night Country. Quando noi tutti ci addormentiamo, dove andiamo?. Semplice, ci ritroviaamo nei nostri incubi più oscuri.