Dopo rimandi dovuti al gelo - in realtà al doppio sciopero di sceneggiatori e attori - True Detective 4 è approdata finalmente in tv in esclusiva su Sky Atlantic e in streaming solo su NOW (ogni lunedì un nuovo episodio in contemporanea con gli Usa). La serie HBO reca per la prima volta un sottotitolo, ovvero Night Country, e questo ha a che fare anche con la sua ambientazione, che dall'entroterra degli Stati Uniti si sposta a nord, tra le terre ghiacciate e impervie dell'Alaska, dove a giorni di luce seguono giorni di buio, proprio come nel vicino Artico.
Un luogo scelto ovviamente non a caso ma parte dell'assetto narrativo, che vuole raccontare la violenza sulle donne native americane e la difficile convivenza con gli indigeni nello stato al confine coi ghiacci a partire dalla misteriosa sparizione di un gruppo di scienziati in una stazione di ricerca, ritrovati poi morti congelati, nudi e con delle espressioni agghiaccianti. Non è sicuramente la prima volta che luoghi così apparentemente inospitali vengono utilizzati nel genere per raccontare molto altro e per rendere il caso in questione unico e particolare. Ci sembra l'occasione perfetta per una carrellata delle serie thriller ambientate tra i ghiacci e in che modo hanno saputo sfruttare la location.
1. The Terror (2018)
La prima serie ad ispirarsi alle atmosfere rarefatte de La cosa di John Carpenter (che a sua volta prendeva a piene mani da La cosa da un altro mondo) è stata The Terror di AMC che univa il genere soprannaturale al period drama. Ci troviamo infatti di fronte ad un adattamento del romanzo La scomparsa dell'Erebus del 2007 scritta da Dan Simmons, che univa infatti storia vera e horror per raccontare a modo suo la spedizione perduta di Franklin, una storica esplorazione artica guidata dal capitano sir John Franklin nel 1845, dall'Inghilterra al mai percorso fino ad allora passaggio a nord-ovest. Le due navi sotto il suo comando, la HMS Erebus e la HMS Terror (da qui il titolo della serie che fa rima con la paura ancestrale provata dai protagonisti), rimasero bloccate dai ghiacci nello stretto di Vittoria, vicino all'Isola di Re Guglielmo nell'Artico canadese e lui e tutti i suoi uomini, ben 128, non furono mai più ritrovati.
È proprio da questo fascino misto ad inquietudine che The Terror parte per provare a dare una propria spiegazione, sempre al limite tra ragionamento logico e qualcosa che non si può interpretare coi fatti. Non si tratta solo di condizioni climatiche estreme e di passare tanto tempo lontano da casa e fra uomini (nel cast tra gli altri Jared Harris, Tobias Menzies, Ciarán Hinds) in un luogo non esattamente pulito come una nave del 1800, ma anche di ciò che accade tra i ghiacci. Regia e fotografia contribuiscono a creare questo senso di claustrofobia che permeano non solo i membri dell'equipaggio, ma anche gli spettatori. Esiste anche una seconda stagione, sottotitolata Infamy, basata su un soggetto questa volta originale di Max Borenstein e Alexander Woo, che cambia però completamente location, ovvero una comunità nippo-americana durante la Seconda Guerra Mondiale.
2. The Head (2020 - )
Co-produzione di HBO Asia e HULU Giappone, in Italia su Prime Video, è letteralmente un giallo tra i ghiacci, questa volta nell'era contemporanea. In questo caso infatti si sfrutta la location per mettere in piedi un vero e proprio giallo classico da camera con colpo di scena finale. Chissà se Agatha Christie e Arthur Conan Doyle avrebbero apprezzato (forse più quest'ultimo, dato che ha scritto anche opere al limite della fantascienza e del soprannaturale).
The Head è ambientata infatti durante una spedizione nell'Antartico (nella prima stagione) ma girata in varie lingue (inglese-spagnolo-giapponese) e paradossalmente a Tenerife eccezion fatta per le scene esterne in Islanda. Arriva l'inverno al Polo Sud e per sei mesi ci sarà il buio (un elemento in comune con i giorni nell'Alaska di True Detective: Night Country). Il gruppo che rimane alla stazione di ricerca Polaris VI (nel cast anche Álvaro Morte de La casa di carta) sta effettuando ricerche all'avanguardia per risolvere il problema del cambiamento climatico (altro elemento in comune) ma all'improvviso misteriosamente scompare o muore, lasciando solamente una sopravvissuta, traumatizzata e apparentemente senza ricordi di quanto accaduto, e un killer in libertà, insieme alla testa (da qui il titolo) di una delle vittime in bella mostra. Spetterà a uno degli scienziati esterni che vuole ritrovare la moglie scomparsa, scoprire la verità.
3. Daily Alaskan (2022)
Anche la tv generalista - nello specifico la ABC, in Italia su Disney+ - si è gettata tra i ghiacci dell'Alaska prima di True Detective: Night Country e con un caso e una struttura narrativa simili. Stiamo parlando di Daily Alaskan (in originale Alaska Daily, qui la recensione) e in questo caso al centro non due detective ma due giornaliste investigative, sempre una bianca e una nativa, Eileen Fitzgerald (il ritorno in tv di Hilary Swank) e Rosalind "Roz" Friendly (Grace Dove), che inizialmente non si sopportano ma dovranno trovare un modo per collaborare per poter arrivare alla verità, a qualunque costo. Soprattutto per sensibilizzare l'opinione pubblica su un serial killer che a quanto pare sta uccidendo delle donne native-americane ma, proprio per la loro natura, le autorità e il governo non se ne sono interessati. Anche in questo caso, a causa delle condizioni avverse che caratterizzano la location, l'essere mandata lì per la protagonista è un demerito, come per la poliziotta interpretata da Jodie Foster. Si tratta però anche di una storia di redenzione per molti dei personaggi coinvolti, e il luogo diviene un simbolo anche per questo passaggio, da andare a ricercare nella religione, nelle credenze e nel misticismo dei nativi.
True Detective: Night Country, se il ghiaccio liminale dell'Alaska fa la differenza
4. The Rig (2023 - )
A metà strada tra The Terror e The Head, ma sempre ambientata ai giorni nostri, The Rig è la prima serie originale scozzese di Prime Video e ci porta ancora una volta in un luogo isolato: una piattaforma petrolifera nel Mare del Nord (la rig del titolo, qui la recensione). Un po' thriller un po' giallo da camera, vista la location ancora una volta ristretta e claustrofobica, con una fitta nebbia che, come da manuale, impedisce qualsiasi comunicazione con l'esterno e sembra non voler andarsene. Delle spore presenti in quella nebbia sembrano infettare ad uno ad uno i membri della squadra (nel cast una reunion del Trono di Spade, Iain Glen e Mark Addy) che cominciano a comportarsi in modo strano e violento. Di cosa si tratta, da dove arriva quella misteriosa nebbia e che cosa sta causando la perdita di senno ai personaggi a bordo? Regia e fotografia possono giocare proprio su questo e sulla tensione continua in una disperata ricerca di risposte.
5. A Murder at The End of The World (2023)
Anche i due cretori di The OA, Brit Marling e Zal Batmanglij, per la loro seconda opera seriale, questa volta su Disney+, hanno scelto una location alla fine del mondo, come recita il titolo, per parlare questa volta di dipendenza, ossessione e intelligenza artificiale. A Murder at the End of the World utilizza le terre islandesi (dove è stata anche girata) per imbastire un giallo da camera che riunisce questa volta gruppo di persone esperte di tecnologia, di diversa età ed estrazione sociale, in uno smart hotel disperso, nel quale avviene un incidente che la protagonista sospetta possa essere in realtà un omicidio. Una sorta di Dieci piccoli indiani molti gradi sotto lo zero (qui la nostra recensione). La miniserie vede Emma Corrin nei panni di un hacker della Gen Z appassionata di true crime, Darby Harper, che vuole far luce sulla morte dell'ex ragazzo Bill (Harris Dickinson), che ritrova proprio in quel luogo apparentemente inospitale e allo stesso tempo protetto dal resto del mondo.