E' domenica, e Torino si sveglia sotto la neve. Dopo i turbolenti primi due giorni di festival, in cui la movimentazione studentesca ha invaso le strade della città e i luoghi di maggiore interesse culturale, il TFF entra nel vivo del grande cinema internazionale. Dopo la proiezione del teso thriller d'avventura di Danny Boyle che ieri ha tenuto tutti con gli occhi inchiodati sullo schermo e con il fiato sospeso, la terza giornata della kermesse offre un vastissimo buffet cinematografico per tutti i palati. La competizione propone oggi tre film caratterizzati da percorsi stilistici diversi. E' infatti il giorno di Soulboy di Shimmy Marcus, dramma ambientato nell'Inghilterra degli anni '70 sconvolta da una grave crisi politica e da accesi scontri sociali che analizza quello specifico momento della storia britannica attraverso il percorso di scoperta musicale di Joe, il giovane protagonista interpretato da Martin Compston, non a caso lo stesso protagonista di Sweet Sixteen di Ken Loach. Intrappolato in una vita assai monotona, il giovane incontra ad un certo punto Jane, una ragazza che gli apre le porte del Wigan Casino, il night club regno del northern soul dove il giovane imparerà anche a ballare. Sarà da quel momento che il mondo agli occhi di Joe apparirà per la prima volta avere un senso ed un ritmo, quello della musica. Ancora gli anni '70 a fare da sfondo e la musica come filo conduttore nel piacevole White Irish Drinkers dell'americano John Gray, storia di due fratelli, Brian e Danny, che sognano di scappare dalla povertà del quartiere operaio di Brooklyn. Il più grande prende una brutta strada, il più piccolo lavora in un bar, dipinge segretamente e ascolta musica nello scantinato in cui si rifugia per sfuggire alla rabbia alcolica del padre e alla depressione della madre. Un giorno, una tappa locale dei Rolling Stones dà corpo alle sue speranze e il ragazzo capisce che è arrivato finalmente il momento di cambiare vita.
Chiude il concorso Glückliche Fügung (Blessed Events) della tedesca Isabelle Stever storia di solitudini e fortunate coincidenze che narra le vicende di Simone, una donna dalla vita grigia e deprimente che durante un Capodanno alcolico passato da sola in un locale ha un'avventura di una notte con uno sconosciuto. Poco tempo dopo scopre di essere incinta e lo stesso giorno in cui si reca in ospedale per la visita di conferma della gravidanza in ascensore rincontra Hannes, il bel ragazzo della notte di Capodanno che lavora come infermiere proprio lì. I due si parlano e Simone scopre che l'uomo è inaspettatamente felice della notizia e le propone di vivere insieme. Un ritratto psicologico tutto al femminile che assume i ritmi misteriosi di un'indagine introspettiva, costruito per ellissi attraverso una regia raffinata.
La sezione Cinema e Cinemi regala oggi al pubblico del TFF la possibilità di assistere alla proiezione in anteprima internazionale della versione restaurata de Il ponte sul fiume Kwai di David Lean, il capolavoro del 1957 che nei suoi 156 minuti racchiude la storia di due Imperi a confronto: un gruppo di prigionieri di guerra inglesi costretti dai giapponesi a costruire lo strategico ponte in questione vincitore di ben sette premi Oscar come Migliore nelle categorie film, regia, sceneggiatura non originale, fotografia, musica, montaggio e attore protagonista con Alec Guinness. Nel cast anche il grande William Holden, Sessue Hayakawa e Jack Hawkins.
Italiana.doc propone oggi due viaggi alla riscoperta dell'Italia rurale. Via Appia di Paolo De Falco, è un documentario che attraverso il viaggio di uno scrittore, un navigatore solitario e di un ferroviere sull'Appia, l'antico tracciato che da Roma arriva a Brindisi, racconta il nostro Paese, il nostro Sud incrociando fisicamente e idealmente i loro percorsi in un progressivo abbandono alla natura più incontaminata. Sullo stesso argomento anche l'altro documentario proposto oggi dal Torino Film Festival e cioè Il popolo che manca di Andrea Fenoglio e Diego Mometti, Il popolo che manca è un film sull'assenza fisica e spirituale della civiltà contadina, un ritratto nudo e crudo della vita rurale delle campagne e delle montagne cuneesi che racconta la fame, l'emigrazione e l'avvento di un nuovo mondo attraverso le storie vere e le voci di chi quelle terre le ha vissute e viste cambiare nei decenni. Voci di ieri e di oggi, intarsiate da un dialetto piemontese stretto, che si mescolano ai paesaggi cuneesi e alle sue registrazioni sonore per il libro Il mondo dei vinti: un territorio fatto di segni e cicatrici che ben raffigurano le distanze e le relazioni tra la civiltà contadina e il presente post-industriale. Prodotto da Fondazione Nuto Revelli Onlus, fondata da eredi e amici dello scrittore cuneese Benvenuto Revelli, grande figura della Resistenza italiana e studioso sempre attento ai giovani e alla denuncia della condizione della comunità contadina in cui nacque nel 1919.
Concludiamo con la proposta della retrospettiva dedicata a John Huston che oggi ha in scaletta tre proiezioni da non perdere per nessun motivo. Nelle sale del cinema Massimo protagonisti oggi Moby Dick La balena bianca, il classico diretto e prodotto da Huston tratto dal celebre romanzo di Herman Melville e interpretato da Gregory Peck e Orson Welles, e La Regina d'Africa con Humphrey Bogart e Katharine Hepburn, le cui visioni saranno introdotte dalla figlia dell'indimenticato John, Allegra Huston. Al cinema Ambrosio sarà di scena stasera L'onore dei Prizzi, il film pluricandidato agli Oscar con Jack Nicholson, Kathleen Turner e Anjelica Huston, figlia del grande regista alla quale andò la statuetta come Migliore Attrice non protagonista sarà presentato in sala da Allegra e Tony Huston insieme al produttore Michael Fitzgerald.