Se avete ancora impressa in mente l'immagine di Tom Felton nelle vesti del biondo, livoroso ed esangue Draco Malfoy, cancellatela immediatamente. Gli anni sono passati, la saga di Harry Potter si è conclusa e il britannico Felton si è trasformato in un ragazzone gioviale e abbronzato che sembra tenere molto ai suoi fan. Fan che si sono accampati nel corso della nottata davanti al blue carpet di Giffoni per accaparrararsi la posizione migliore e strappare a Tom una foto o un autografo. Lui ha ricambiato riversando affetto e improvvisando gag con le giovani ammiratrici. L'impressione è che un'infanzia trascorsa davanti alla macchina da presa non gli abbia fatto montare la testa, ma lo abbia piuttosto aiutato a comprendere a fondo i meccanismi dell'industria e l'importanza dei vari ruoli. Così, di fronte ai complimenti, Felton si schernisce spiegando che il merito di una buona performance non è tutto dell'interprete, ma anche di coloro che lavorano dietro le quinte per prepararlo adeguatamente. L'interesse verso il pubblico della saga di Harry Potter che lo ha reso una star è tale che, di recente, l'attore ha realizzato con BBC un documentario in cui indaga sulla passione di alcuni superfan del franchise. "Nei numerosi meet and greet a cui ho partecipato avevo solo pochi minuti a disposizione per conoscere i fan e volevo fare qualcosa per entrare in contatto con loro" ci confessa. "Così ho fatto un documentario sull'importanza di essere un fan di Harry Potter. Questo per ricordarmi che, se sono qui, è grazie a voi".
Giovani attori crescono... con Harry Potter
Come i suoi colleghi del franchise potteriano, Tom Felton è stato una baby star con tutti i problemi che questo status comporta. L'attore racconta: "Ho cominciato a recitare in Harry Potter quando avevo 11 anni. E' stato un viaggio incredibile. Quando sei piccolo ti piacciono i travestimenti, ti piace fingerti adulto. Anche per me il set è stato un bel gioco, ma a volte mi sentivo sacrificato. Avrei voluto stare di più con i miei coetanei, avrei voluto partecipare alle gite scolastiche, ma non potevo perché spesso ero sul set. Ricordo una settimana bianca che attendevo da tempo alla quale dovetti rinunciare perché dovevo girare alcune scene. Ci sono rimasto molto male. In più noi attori non potevamo usare lo skateboard, le macchine telecomandate, non potevamo fare giochi pericolosi, ma io sono sempre riuscito ad aggirare i divieti, ero tremendo". Interpretare un cattivo come Draco Malfoy, però, non è stato poi così male: "Dar vita a personaggi negativi, per un attore, è sempre stimolante. Io ho avuto la fortuna di calarmi nei panni di un tipo completamente diverso da me. L'unica cosa che abbiamo in comune sono gli occhi azzurri. Rivedendo i film, ho capito che era un personaggio molto complesso. In realtà avevo fatto le audizioni per altri ruoli, ma la produzione ha scelto di farmi diventare Draco. Allora ho cercato di capire il motivo per cui fosse veramente così cattivo. Sono giunto alla conclusione che la colpa è stata dei genitori".
A proposito di cattivi, interroghiamo Felton su un rumor che circola in rete, rumor che riguarda la celebre scena di Harry Potter e i doni della morte - parte 2 in cui Voldemort stringe Draco Malfoy in un abbraccio. A quanto pare la scena in questione non era nella sceneggiatura. "Posso confermare, l'abbraccio non era nel copione" ci confessa Tom. "L'abbiamo ripetuto per trenta/quaranta ciak. In quel contesto Ralph Fiennes era davvero spaventoso, perciò mentre mi avvicinavo a lui non ero molto tranquillo. La scena è credibile perché la paura nei miei occhi era vera". Sarà per stigmatizzare questa paura che, quando gli chiediamo cosa cambierebbe nella saga di J.K. Rowling, lui risponde: "Avrei voluto essere io a uccidere Voldemort. Ma sarebbe come cambiare Jack e il fagiolo magico o un'altra famosa fiaba. E' difficile cambiare qualcosa di così perfetto".
Chi ha fatto sparire Gesù?
Dopo aver ricordati i lavori passati, la discussione si sposta sui progetti futuri. Tra le pellicole girate da Felton in arrivo al cinema vi sono Stratton: First Into Action e Risen. Stratton "lo stiamo girando a Roma in questi giorni. Questa è la prima volta che sono Italia per girare un film, ma non posso dire molto sulla trama. Posso solo svelare che interpreto un superagente segreto". Meno canonico Risen, che vede alla regia l'autore di Fandango e Waterworld Kevin Reynolds, nome noto soprattutto negli anni '80 - '90. Risen affronta il tema della Resurrezione di Cristo come un giallo storico. E' una detective story ambientata durante l'Impero Romano in cui due tribuni romani cercano di scoprire cosa sia accaduto a Gesù. "Kevin Reynolds si è documentato a lungo per creare un'opera vicina alla verità storica. E' un film che mi ha fatto molto riflettere sull'importanza della figura di Gesù. Non sono un esperto di Nuovo Testamento. Quando ho girato il film ero un agnostico convinto, ma su alcune cose ho cambiato idea anche se ho sempre un approccio molto razionalistico". Pensando ai registi con cui vorrebbe lavorare, Tom Felton cita due figure essenziali del suo passato: Chris Columbus e David Slade. "I miei gusti cambiano in continuazione, ma questi autori sono stati un punto di riferimento essenziale, sono l'inizio e la fine del cammino di Harry Potter".
C'era una volta una scuola di magia
Anche se ormai la carriera 'adulta' di Tom Felton sembra decollata grazie a una varietà di progetti diversi e intriganti, l'attore britannico non dimentica le sue origini e ripensa all'eredità lasciatagli da Harry Potter: "Sul set ho imparato tantissimo, ho imparato a riconoscere il bene e il male, l'amore e l'odio. Solo negli ultimi film ho capito quanto ero fortunato, ho capito che fare l'attore era ciò che volevo nella vita. Spesso mi chiedono come si fa a diventare famosi e non come si fa a diventare un attore. Il segreto è fare ciò che si ama. Non fate arte per avere gli applausi, ma fatela perché vi piace". Vista l'accoglienza a Giffoni, gli applausi a Tom Felton non mancano di certo. "A differenza di Daniel, Rupert e Emma, io recitavo di meno ed ero meno famoso. Ero fortunato perché potevo andare a scuola con i miei compagni, non mi ritenevo certo un divo. Poi a 19 anni sono arrivato in Giappone e c'era gente che mi aspettava all'aeroporto. Mi sembrò assurdo. Anche l'accoglienza a Giffoni mi sciocca ancora e vi sono grato". Oltre alla recitazione, un video che scorre in loop fuori della Cittadella del Cinema di Giffoni ci ha svelato l'altra passione di Tom Felton, la musica. "Suono sempre e ho un chitarra che mi porto dietro ovunque. La musica per me è una forma di meditazione, è come una sceneggiatura. Gli accordi sono come le battute che puoi ripetere in 30 modi diversi". Quando gli viene comunicato che a Giffoni ha cantato anche Meryl Streep, Tom Felton si illumina: "Davvero? Se l'avessi saputo avrei portato qui la mia chitarra! Se me la andate a prendere vi canto qualcosa anch'io!"