Non nascondiamo che c'è stata dell'emozione al momento di cliccare play sul primo episodio di The Witcher 2, da una parte perché la serie mancava da due anni e il recente film d'animazione aveva riacceso la voglia di tornare nel suo mondo, dall'altra perché sapevamo che la nuova stagione avrebbe ospitato all'avvio un interprete amato come Kristofer Hivju, noto ai più per esser stato il Tormund de Il trono di spade. Nella serie Netflix Hivju interpreta Nivellen, personaggio noto e atteso dai fan del mondo creato da Andrzej Sapkowski, un ruolo per il quale ha dovuto recitare con il volto celato da un trucco impegnativo. Questo perché Nivellen è un uomo segnato da una maledizione che ha reso mostruoso il suo aspetto. Del ruolo e del suo ingresso nel mondo di The Witcher abbiamo parlato nella nostra chiacchierata con Kristofer Hivju.
Diventare Nivellen
Partiamo dal tuo personaggi: ci dici qualcosa di Nivellen e del processo di trasformazione per diventare lui? Hai potuto dare degli input sul suo aspetto?
Kristofer Hivju: Hanno dovuto scolpire un intero abito prostatico attorno al mio corpo, persino i miei capezzoli erano inseriti in questo abito. Naturalmente è stata una grande collaborazione. Era importante renderlo simile all'immagine che i fan hanno di questo amatissimo personaggio dei libri e mantenerlo umano. Perché questa è la difficoltà quando hai un misto tra un cinghiale, un orso e un uomo e devi mantenerlo umano. Lui è molto umano ed è quello che amo di lui, perché ho sentito che all'interno della bestia maledetta che è diventato è un ragazzo molto vulnerabile. Abbiamo lavorato molto per instillare la vita in questo abito prostatico, perché se ti limiti ad andare in giro con quella roba addosso sei semplicemente Kristofer che se ne va in giro con sotto quella grossa maschera. Ho studiato i cinghiali, ho studiato gli orsi e tutti i loro movimenti, ma anche il peso di Nivellen, perché peserà trecento chili e bisognava aggiungere quel peso. È stato un lavoro molto interessante.
The Witcher 2: Kristofer Hivju de Il trono di spade irriconoscibile nella prima foto
È stato difficile recitare per il performance capture? È stata la sfida più grande di questo ruolo?
Si tratta di un personaggio enorme e l'unica cosa che è CGI è la mia faccia. Avevo una camera davanti al viso coperto di punti per catturare tutto e l'impegno di tutti è stato di renderlo il più fedele possibile alla mia interpretazione. E credo che ci siano riusciti, perché quando guardi gli occhi mi sembra di guardarmi allo specchio. È molto difficile da fare, ma è necessario per un ruolo del genere, perché se percepisci questo filtro non riesce a entrare in connessione col personaggio. E per me era molto importante, perché bisognava farlo sentire. Quando è con Geralt, era importante che ci percepisse che c'erano due esseri viventi nella senza. Sono molto impressionato e felice del risultato perché per questo ruolo ho dovuto affidare il mio lavoro a qualcuno che l'ha completato. È stata una grande collaborazione tra tantissime persone.
Ho amato molto la partita a freccette con deriva magica del primo episodio. Tu hai un momento preferito per il tuo personaggio?
Quello che amo è che Geralt è un uomo molto duro, un guerriero nel senso verso della parola, ma Nivellen riesce a intrufolarsi sotto quella scorza e strappargli un piccolo sorriso e mostrare di più dell'uomo dietro quella maschera di durezza. Mi è piaciuto giocare con Henry, adoro lui e il suo lavoro, è un ragazzo meraviglioso. E poi mi piacciono le scene con Ciri, che abbia quel calore, quell'attenzione e quella connessione con lei e tenga alla ragazza, tanto da preoccuparsi di quel che può succedere se Geralt la porterà a Kaer Morhen e nel caso diventasse una Witcher. Sento che lei prova un grande dolore ed è come se Nivellen provi la stessa cosa nel tenere a lei.
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Con questo ruolo ti sei unito a una serie già in corso. Che atmosfera hai trovato sul set?
Fantastica! Sono stato fortunato ad unirmi a tanti franchise. Mi sono unito a Il trono di spade alla terza stagione, sono arrivato in Fast & Furious all'ottavo film, qui alla seconda stagione e per la serie crime svedese Beck al trentaduesimo film. È incredibile quando ti viene mostrato un universo magico attraverso lo schermo e poi entri a farne parte, incontrando le persone che lo hanno costruito e ritrovandoti all'improvviso al suo interno. È un sogno che diventa realtà.
Sei stato ne Il trono di spade e ora The Witcher, da un mondo fantasy all'altro. Quali sono secondo te i punti di forza di queste due ambientazioni?
Se pensi a Il signore degli Anelli, Il trono di spade e The Witcher, penso che quest'ultima sia un vero fantasy sanguinoso, perché l'universo non ha quasi confini. Che magia vedrai? Non lo sai. Ne Il trono di spade c'era una certa logica, perché all'inizio non si credeva nella magia, poi si vede un drago e si comincia a credere. Qui tutto è possibile, il bestiario è pazzesco e ce ne sono di terribili in questa stagione. È una grossa serie fantasy piena di magia, ma il cuore della serie sono i personaggi. È quello che conta sempre: se scavi nel profondo dell'animo dei personaggi, alla gente piacerà.