The Walking Dead 11, recensione del tredicesimo episodio: intrighi temporali

La recensione del tredicesimo episodio dell'undicesima stagione di The Walking Dead (11x13), dove uno dei marchi di fabbrica dello show viene usato in modo sorprendente.

The Walking Dead 11X13 Jeffrey Dean Morgan Amc
The Walking Dead 11: un'immagine del tredicesimo episodio

Già parlando dell'episodio precedente avevamo riscontrato una certa ritrovata capacità di sorprendere da parte dello storico show della AMC, impressione che confermiamo in questa recensione di The Walking Dead 11x13. Un po' a sorpresa, perché il punto di forza di questo capitolo è ciò che negli ultimi tempi era divenuto un escamotage un po' gratuito all'interno della serie, quello dei diversi piani temporali (con salti regolari da quando Rick Grimes è uscito di scena). Escamotage che qui, fungendo effettivamente da espediente all'interno dell'espediente (dato che stiamo colmando il buco di sei mesi tra gli eventi principali e il cliffhanger del nono episodio), ritrova uno spirito giocoso che in passato mancava troppo spesso all'appello, sfruttando le nostre conoscenze pregresse per infilare qualche elemento sorpresa, come già accaduto la scorsa settimana con un piccolo ma fondamentale chiarimento circa la mentalità dei due leader del Commonwealth.

Tutto in (dis)ordine

The Walking Dead 11X13
The Walking Dead 11: una scena del tredicesimo episodio

Questo episodio di The Walking Dead procede costantemente a ritroso, presentando una successione di eventi che approfondiscono e spiegano quanto accaduto subito prima (per noi, mentre per loro è dopo). Si inizia con Maggie che si ritrova nuovamente con la sua autorità messa in dubbio, poiché Lydia è tra coloro che stanno seriamente valutando l'opzione Commonwealth. Una serie di circostanze porta questo gruppetto an andare in missione nei boschi, e da lì si torna indietro per mostrare cosa stanno combinando Aaron e Gabriel, incaricati di cercare di reclutare un gruppo di persone e convincerli ad entrare a far parte del Commonwealth (situazione che si ricollega alla funzione generale di Aaron, che anni addietro ricopriva lo stesso incarico per far venire Rick ad Alexandria). Teoricamente una missione facile, se non fosse che dietro il tutto si cela qualcosa di più sinistro. E tutto questo senza dimenticare Negan, che è là fuori da qualche parte e si appresta a ricongiungersi con la comunità, al netto del rapporto ancora teso con Maggie...

The Walking Dead 11, recensione del dodicesimo episodio: il dubbio di Maggie

Tornare in carreggiata

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The Walking Dead 11: Lauren Cohan nella seconda parte dell'ultima stagione

Anche se rimane l'impressione che, complice il cliffhanger menzionato in precedenza, questo secondo blocco della stagione conclusiva stia un po' allungando il brodo per alimentare un mistero che in realtà di misterioso non ha nulla (a parte la precisazione sulle motivazioni dei due volti pubblici del Commonwealth), con questo episodio e il precedente si nota anche il ritorno di una certa volontà di esplorare alternative valide allo schema narrativo classico dello show. Quello che, sulla carta, dovevano fare gli episodi supplementari della decima stagione, salvo poi risultare generalmente molto simili a un capitolo convenzionale dello show (al netto dell'ovvia riduzione delle presenze sullo schermo per motivi pandemici). Qui, con la confusione temporale che è diventata parte integrante dello show (causa numero elevato di personaggi, tenere d'occhio la collocazione cronologica di tutti gli eventi può diventare impegnativo), il gioco degli atti multipli, appositamente costruiti in vista dell'interruzione pubblicitaria negli Stati Uniti (mentre in Europa, dato che gli episodi nuovi vanno direttamente su Disney+, questa cosa è ininfluente), diventa una ventata d'aria fresca all'interno di uno schema trito e ritrito.

The Walking Dead 11, la recensione del nono episodio: collisione tra comunità

Michael Biehn in una scena dell'horror Bereavement
Michael Biehn in una scena dell'horror Bereavement

Insieme a un montaggio che dà all'episodio una carica vitale non indifferente, l'elemento essenziale per rendere efficace questo divertimento calibrato al millimetro è il cast, con particolare attenzione ai veterani Ross Marquand (la cui partecipazione è spesso data per scontata visto il suo ruolo nel disegno generale dello show) e Jeffrey Dean Morgan, e la presenza speciale di Michael Biehn, perfettamente calato in un contesto che sa come sfruttare il suo carisma granitico da caratterista abituato a scenari apocalittici. La sua performance contribuisce all'altro gioco, quello tra gli attori, un confronto che nutre la suspense dell'episodio in modo intelligente e a suo modo inquietante, ponendo le basi per il prossimo capitolo con uno spirito che ricorda gli anni d'oro in cui lo show prendeva rischi concreti e non esitava a mettere in pericolo chiunque. E qui entra in gioco, ancora una volta, il ruolo del pubblico: sappiamo che alcuni personaggi arriveranno vivi alla fine dello show, causa spin-off già annunciati, ma le aree ignote rimangono, e sembra che la serie si sia finalmente ricordata di ciò. Meglio tardi che mai?

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di The Walking Dead 11x13, sottolineando come si tratti di un episodio che gioca con la struttura classica dello show in modo divertito e intelligente, con una grande ospitata di Michael Biehn.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • I giochi temporali sono efficaci.
  • La suspense torna in modo coerente e intrigante.
  • Michael Biehn è una guest star coi fiocchi.

Cosa non va

  • Chi non sopporta i salti temporali dello show difficilmente apprezzerà questo episodio.