The Son, la recensione: Hugh Jackman tra sensi di colpa e rimpianti

La recensione di The Son, il film di Florian Zeller con Hugh Jackman, Laura Dern e Vanessa Kirby, presentato alla Mostra di Venezia 2022.

The Son Hugh Jackman
The Son: Hugh Jackman in una scena del film

Alcuni film hanno la capacità di insinuarsi nel nostro animo e restarci per continuare a parlarci anche dopo la visione. Come vi racconteremo nella recensione di The Son, il nuovo lavoro di Florian Zeller è uno di questi, una storia a cui torniamo a pensare da quando siamo usciti dalla proiezione stampa nell'ambito della Mostra del Cinema di Venezia 2022, che lo vede in concorso. Il regista di The Father ci racconta una storia intensa e toccante, coadiuvato da un ottimo cast che vede Hugh Jackman come figura centrale, accompagnato da Laura Dern, Vanessa Kirby e il giovane Zen McGrath.

I dolori del giovane Nicholas

La storia di The Son prende le mosse da Peter, uomo di successo che vive un'esistenza frenetica fatta di lavoro e un figlio appena nato con la nuova compagna, travolto dal ritorno nella sua vita della ex e soprattutto del figlio Nicholas, ormai adolescente. Il ragazzo non sta vivendo un momento facile, manca da scuola da un mese, è tormentato, e così Peter lo accoglie a casa per cercare di prendersi cura di lui, di tornare nella sua vita ed essere quel padre che il suo genitore non era mai riuscito a essere. Ma questi sforzi, questo eccesso di attenzioni, non è quello di cui Nicholas ha bisogno, intrappolato in un disagio profondo che nemmeno lui riesce a spiegare.

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La depressione, un nemico invisibile

Non è facile parlare di depressione. Non è facile metterla in scena, raccontarla, farla capire. Perché è un disturbo subdolo, che opprime e spegne chi ne soffre, impedendogli di vivere e reagire alla vita, ma non è semplice da comprendere per chi non ne ha avuto prove concrete, dirette o indirette che siano. Proprio per questo è importante approfondire l'argomento, sottolineare le dinamiche e il comportamento di chi ne soffre, ma anche i possibili errori in cui può incappare chi sta intorno a un depresso, tra voglia di scuotere e spingere a reagire, segnali trascurati, comportamenti che non si riescono a spiegare e accettare.

The Son Zen Mcgrath Laura Dern Hugh Jackman
The Son: Hugh Jackman, Laura Dern e Zen McGrath in una scena del film

Florian Zeller lo fa nel modo migliore, tratteggiando dinamiche comportamentali e narrative che riescono a mettere in scena la depressione e le sue conseguenze. Non pretende di spiegare, pur raccontandoci il contesto familiare in cui il disagio di Nicholas si è sviluppato, ma illustra una situazione e le difficoltà che i genitori del ragazzo hanno nel gestirla.

I sensi di colpa di Hugh Jackman

The Son Backstage 1
The Son: Hugh Jackman sul set

Abbiamo infatti accennato a un eccesso di attenzioni, a uno sforzo da parte di Peter nel prendersi cura del figlio e cercare di esser parte della sua vita. Quella del personaggio di Hugh Jackman, sofferto, intenso ed efficace nel ruolo di un uomo di successo che non riesce ad avere il controllo di quella parte della sua vita, è una reazione a una mancanza subita da parte del padre, a un'assenza che lui stesso aveva sofferto, ma anche il risultato dei sensi di colpa maturati dopo aver lasciato la moglie per una nuova compagna con cui ha da poco avuto un altro figlio molto piccolo.

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Tra sensi di colpa, rimpianti e una solidità che si sgretola davanti al muro di incomunicabilità col ragazzo, riusciamo a empatizzare con il Peter di Hugh Jackman, con un padre che non riesce a ritrovare la sintonia perduta con il proprio figlio e superare quel muro invisibile che la depressione gli ha eretto intorno.

Conclusioni

Arriviamo alle battute finali della recensione di The Son ancora scossi dall’emozione con cui avevamo iniziato a scrivere, perché il nuovo film di Florian Zeller è un duro affresco di sensi di colpa e rimpianti sullo sfondo di una malattia che quando colpisce affonda l’individuo immergendolo in un mare di sofferenze da cui è difficile emergere. Un buon cast, a cominciare da Hugh Jackman, contribuisce a mettere in scena e trasmettere l’emozione, aiutandoci a empatizzare con i personaggi e le loro forti emozioni.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.8/5

Perché ci piace

  • Il ritratto che Hugh Jackman dà di Peter, un padre travolto da sensi di colpa e rimpianti che vorrebbe dare al figlio quello che a lui è mancato.
  • Il resto del cast, a cominciare dal giovane Zen McGrath.
  • Il modo in cui Florian Zeller parla di depressione.

Cosa non va

  • Rispetto a The Father, c’è meno originalità nella costruzione visiva e narrativa del film.
  • Un paio di passaggi avrebbero meritato un maggior approfondimento.