The Last of Us, la recensione del terzo episodio: benvenuti a Lincoln

La recensione del terzo episodio di The Last of Us, un'intima riflessione sul valore dei legami insieme monito e insegnamento per il viaggio e il rapporto di Joel ed Ellie, con un magnifico Nick Offerman protagonista nei panni di Bill.

The Last of Us, la recensione del terzo episodio: benvenuti a Lincoln

Messo alle spalle il sacrificio di Tess (Anna Torv) e finalmente fuori dai confini della pericolosa e infestata Boston, Joel ed Ellie si ritrovano da soli nelle campagne del Massachusetts. L'uomo è intenzionato a mantenere la promessa fatta alla compagna morente ed è in qualche modo costretto a instaurare un rapporto di fiducia e dialogo con l'adolescente. Resta ancora molto diffidente rispetto ad Ellie, mentre quest'ultima sembra riconoscere in Joel una figura da seguire e da cui imparare. I primi quindici minuti del terzo, intenso e intimo episodio di The Last of Us si aprono con i due sopravvissuti che tentano di raggiungere la cittadina di Lincoln per incontrare Bill, contrabbandiere e amico di Joel.

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The Last of Us: una scena del terzo episodio

La puntata è strutturata però nella sua generalità come un lungo e importante flashback dedicato proprio a Bill, interpretato sul piccolo schermo da un eccellente Nick Offerman, che da anni a questa parte ha ormai svestito quasi completamente le sue iniziali vesti comiche per indossare con successo panni ed emozioni ben più drammatiche e complesse. Il terzo episodio della serie - in Italia su Sky e NOW - rappresenta al momento anche il più diverso rispetto al corso effettivo degli eventi del videogioco, quello che ampliando il background e le backstory del worldbuilding e dei personaggi del franchise riesce in effetti a migliorare e approfondire l'esperienza complessiva più o meno su tutta la misura.
[ATTENZIONE, SPOILER A SEGUIRE]

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The Last of Us: una scena del terzo episodio

Alla sceneggiatura dell'episodio troviamo nuovamente Craig Mazin, co-creatore e showrunner del progetto. Discutendo probabilmente dell'intrinseco contenuto narrativo della vicenda e dei passaggi del racconto dedicati a Bill, lui e Neil Druckmann hanno scelto una via differente e più articolata rispetto all'opera originale. Lì incontravamo un uomo burbero e solitario, unico abitante e protettore di Lincoln, cittadina da lui fortificata e circondata di trappole. Joel ed Ellie lo raggiungono alla ricerca di un'auto per arrivare a Pittsburgh, cercando insieme a lui una batteria e delle armi. È solo nel corso delle transizioni del gameplay e di qualche cut scene che l'uomo racconta del suo rapporto con Frank, suo unico "compagno" a Lincoln. Ne parla con grande dolore ("quel genere di cazzate serve solo a farti ammazzare"), nascondendo la sua latente ma evidente omosessualità e al contempo l'amore che prova ancora per lui.

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The Last of Us: una scena del terzo episodio

Solo verso la fine dell'arco con Joel ed Ellie si scoprirà il cadavere impiccato di Frank e una lettera indirizzata a Bill dove l'uomo sostiene di odiare il modo di vivere del compagno, motivo che lo ha spinto ad andarsene da Lincoln venendo però morso da un infetto durante il tentativo e infine suicidatosi. Non c'è dunque narrazione diretta del rapporto tra Bill e Frank e anche l'omosessualità del primo non viene esplicitata seppure palese. È però cristallino come proprio questi elementi siano alla base concettuale del personaggio e dell'incontro con Joel ed Ellie, motivo per cui Mazin e Druckmann hanno scelto di nobilitarli in un'ora televisiva densa di sentimentalismo post-apocalittico, adoprando anche cambi importanti per dare maggiore spessore e significato alla relazione tra i due e lasciandoci soprattutto conoscere Frank (un bravissimo Murray Bartlett).

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La cura

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The Last of Us: una scena del terzo episodio

Quello a cui assistiamo in The Last of Us 1x03 - intitolato Long Long Time - non è pertanto un adattamento diretto del titolo videoludico ma una trasposizione libera e creativa destinata a dividere. In gergo tecnico si tratta di una digressione narrativa, ma in realtà gli argomenti trattati nella puntata sono spunto di riflessione e crescita fondamentale per i nostri protagonisti. Addentrandosi in vent'anni di storia di Bill, dallo scoppio della pandemia di Cordyceps fino all'ucronico 2023 dello show, il regista Peter Hoar e Mazin riescono a infiltrarsi sotto la dura corazza emozionale del personaggio, partendo dai suoi moti complottisti e ossessivi per la sicurezza fino a trasformarlo in un vero e proprio protettore. E il maccanismo non è nient'altro che quello della scoperta di un amore puro e sincero, che nasce e cresce senza filtri e con i soliti problemi anche in un contesto sfavorevole, anche quando tutto intorno degrada e marcisce. Permette a Bill di esprimere realmente se stesso e a Frank di trovare rifugio e sostegno, pure tra nette divergenze di vita o di pensiero.

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The Last of Us: una scena del terzo episodio

Con Bill e Frank la serie vuole raccontarci i continui compromessi, le difficili decisioni e i momenti di reale paura che convivono da sempre con gli elementi più positivi del sentimento, mostrandocelo in una versione matura, minoritaria, sincera e umana. Questo terzo episodio è il racconto di una seconda vita felice in un mondo in rovina, dove interesse, affetto e accudimento riescono a battere la disillusione e l'angoscia di una razza umana che sembra aver smarrito la giusta direzione. "La vita trova sempre un modo", dicevano in Jurassic Park, ma anche l'amore è in grado di sopravvivere a ogni catastrofe e tornare a dare speranza. Una luce capace di illuminare anche il più misantropo e scontroso degli esseri umani, arrivando a mutarlo nel profondo. Ed è questo che nella serie lega Bill a Joel: oltre ai prolungati contatti a Lincoln, all'amicizia tra Tess e Frank e ai continui scambi tra cibo e medicine, è proprio la capacità di tornare ad amare qualcuno ad avvicinarli, a dargli uno scopo, a renderli scudi e convincerli che, dove tutto è morte, basta incontrare qualcuno meritevole della propria vita per continuare a resistere, a combattere e aprirsi al nuovo.

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Conclusioni

Giunti al terzo episodio della prima stagione, a due giorni dall'ufficialità del rinnovo per una seconda, The Last of Us continua su di un percorso traspositivo eccezionale. Tirando le somme della recensione, "Long Long Time" è una puntata generalmente digressiva, più libera dai legacci dell'adattamento tout court e interessata ad approfondire storia e relazione di Bill e Frank, così da utilizzare l'esperienza tematica come grande lezione di vita per Joel. Si parla d'amore, protezione, perdita e scopo, in un'ora televisiva densa d'emozione e contenuto con due straordinari interpreti a nobilitare dei ruoli altrimenti troppo piccoli per restare.

Movieplayer.it
5.0/5
Voto medio
4.4/5

Perché ci piace

  • Nick Offerman e Murray Bartlett, eccezionali nei panni di Bill e Frank.
  • Il brillante e delicato lavoro d'approfondimento intimo dei personaggi.
  • La regia di Peter Hoar, attenta e dedicata.
  • Il grande valore tematico della digressione.

Cosa non va

  • La sovversione del racconto potrebbe non piacere ai fan duri e puri.