The Last of Us, la recensione: Un viaggio sofferto che non vedevamo l’ora di compiere

La recensione di The Last of Us, la serie HBO che adatta il videogioco di Naughty Dog, interpretata da Pedro Pascal e Bella Ramsey. In contemporanea per l'Italia su Sky e NOW dal 16 gennaio 2023.

The Last of Us, la recensione: Un viaggio sofferto che non vedevamo l’ora di compiere

Se abbiamo usato immagine e influenze da The Last of Us come copertina della nostra lista di serie più attese del 2023 è perché, inevitabilmente, rientra tra i titoli più gettonati nel prossimo futuro, uno di quelli di cui si parlerà con più passione e insistenza per i primi mesi del nuovo anno e per diversi motivi: prima di tutto perché il videogioco a cui si ispira è uno di quelli che ha lasciato il segno, nel settore e nell'immaginario popolare, diventando uno dei titoli più noti e apprezzati da parte di un ampio pubblico, anche al di là dei videogiocatori più accaniti; in secondo luogo perché rappresenta il tipo di gioco a cui abbiamo sempre prestato attenzione, avendo una componente narrativa e cinematografica molto marcata e costruita in modo magistrale; infine, ma non per ultimo, perché si tratta di una produzione HBO, che è da sempre sinonimo di qualità e di un certo tipo di televisione che sa coniugare alla perfezione autorialità e appetibilità per il pubblico.

The Last Of Us Hbo
The Last of Us: un'immagine dal teaser trailer della serie HBO

Quindi arriviamo a scrivere una recensione per la serie di The Last of Us, che vedremo in Italia in esclusiva su Sky e in streaming su NOW in contemporanea con gli USA dal 16 gennaio, carichi di speranze, curiosità, ma anche timori, perché è facile disattendere le aspettative quando sono molto alte, ma anche per la difficoltà intrinseca di un progetto del genere che deve necessariamente parlare a due tipi diversi di pubblico: quello televisivo che può essere a digiuno del materiale di partenza e quello che ha già vissuto questa storia pad alla mano, a cui è più difficile proporre le stesse suggestioni senza il valore aggiunto dato dal partecipare in prima persona all'azione. A conti fatti, e dopo aver guardato tutti i 9 episodi che compongono la prima stagione che adatta il primo dei due giochi, possiamo dirci soddisfatti del risultato, al netto di qualche perplessità che evidenzieremo a seguire.

Di che parla The Last of Us?

Ma da che spunto parte la trama di The Last of Us? Senza lasciarci andare a spoiler e anticipazioni sullo sviluppo della prima stagione della serie, che avremo modo di approfondire a seguire nel corso della trasmissione, accenniamo a qualcosa per venire incontro agli spettatori che non hanno avuto modo di provare il gioco del 2013 (oggetto di remake next gen lo scorso settembre) firmato da Naughty Dog: ci muoviamo in un mondo post-apocalittico, in cui la razza umana ha già perso la sua battaglia contro un agente patogeno che proviene dai funghi e rende gli infetti simili a zombie, è stata decimata e vive in piccole comunità che cercano di riorganizzarsi. Un contesto già consolidato, perché dall'esplosione della pandemia e dal prologo della serie sono passati ormai vent'anni, e sullo sfondo di questa nuova umanità seguiamo Joel, cinquantenne ormai disilluso e con una forte ferita emotiva alle spalle, che si ritrova a dover fare una consegna particolare: Ellie, una ragazzina di quattordici anni.

Logo Joel And Ellie2Legal
The Last of Us: Pedro Pascal e Bella Ramsey in una scena della serie

I due si trovano a dover viaggiare lungo gli Stati Uniti per raggiungere la destinazione, mettendo alla prova il loro rapporto interpersonale che si andrà definendo lungo il cammino, per superare quelle inevitabili diffidenze che albergano nel cuore di entrambi, in quello di Joel ferito da una grave perdita vent'anni prima così come in quello di Ellie, adolescente che ha avuto la sua dose di dolore e non ha mai lasciato il recinto (relativamente) sicuro della zona di quarantena. Un viaggio lungo, duro e denso di pericoli e incontri di ogni sorta che metterà alla prova e segnerà entrambi per sempre.

The Last of Us, il nostro commento al trailer: una tensione narrativa sorprendente

Da un media all'altro, gli inevitabili cambiamenti

819798 6207898 6000X4000
The Last of Us: un momento di tensione della serie HBO

Questa in sintesi la storia del gioco The Last of Us che la serie HBO riprende non senza le dovute modifiche e riscritture nel passaggio da un media all'altro: quello che funziona quando è lo spettatore, ovvero il giocatore, ad agire in prima persona non è detto che funzioni nell'essere solo osservatore passivo dell'azione ed è uno dei motivi che hanno portato a non eccedere sul fronte action, perché avrebbe snaturato l'approccio character driven del gioco. Alcuni di questi cambiamenti riguardano svolte narrative, altri sono fatti a monte, in fase di ridefinizione della storia a quasi dieci anni dal debutto, e uno di questi, per esempio, è il mezzo con cui l'infezione si trasmette, non più veicolata attraverso le spore che costringevano i personaggi del gioco a indossare in determinati luoghi chiusi delle maschere, che avrebbero costretto a nascondere in alcune situazioni i volti degli attori, ma attraverso dei viticci e, in modo più tradizionale per il genere, il morso. Si rinuncia quindi all'originalità e le potenzialità narrative di un espediente fuori dal comune per trasmettere ed evocare il pericolo, ma se ne introduce un altro ugualmente interessante. In definitiva non cambia molto ai fini pratici nella costruzione ed evoluzione del racconto.

The Last of Us: 10 cose che ci aspettiamo dalla serie HBO

Raggiungere un nuovo pubblico, espandere un mondo

The Last Of Us Tv Series Gets A Thrilling Official Trailer T 8Uhe1280
The Last of Us: una scena

Quello menzionato sopra è solo un esempio del modo in cui The Last of Us nella sua versione seriale diverge da quanto già vissuto dai videogiocatori, in una costruzione narrativa che vive della necessità e difficoltà di evocare e rispettare l'originale, ma propone anche elementi che possano stupire e stimolare gli spettatori già a conoscenza della storia. Una difficoltà comune a questo tipo di adattamenti, che ad esempio gli autori di The Walking Dead avevano aggirato con efficacia nel passare dalla carta allo schermo, mantenendo dinamiche simili ma non sempre relative ai medesimi personaggi. Nel caso dell'adattamento di The Last of Us si è scelta una via differente che passa anche per un approfondimento della mitologia della serie: si dà più spazio al passato, come si può intuire già dalla primissima sequenza del primo episodio, dando allo spettatore qualche informazione in più su come si è arrivati alla situazione che fa da sfondo al viaggio di Joel ed Ellie, ma si aggiunge anche qualche deviazione dal flusso principale della storia per dar più profondità alle figure che i protagonisti si trovano a incrociare sul loro cammino, che diventano piccoli spaccati di vita vissuta nel mondo pandemico della serie.

819798 6207903 5778X3852
The Last of Us: Pedro Pascal e Anna Torv in una scena

Si snellisce così il viaggio nel suo complesso per evitare di girare narrativamente a vuoto e proporre troppi episodi in cui la storia progredisce poco dal punto di vista pratico: già così, dopo un inizio di grande impatto, gli episodi centrali hanno momenti privi di particolare mordente, in cui l'azione e la tensione sono ridotte a poche efficaci sequenze e il rischio di scivolare nella noia e ripetitività è un pericolo concreto, anche a fronte di una programmazione settimanale che non consente di bruciare le tappe con un forsennato binge-watching. Si è scelta, quindi, la strada della linearità e sintesi per quanto riguarda la costruzione della storyline principale, evitando di proporre una sequenza di scontri tra i protagonisti e gli antagonisti di turno al solo scopo di mettere in scena ulteriori sequenze d'azione e allungare il brodo.

The Last of Us: 10 film influenzati dal videogioco cult

Joel ed Ellie

Ti possono tradire solo quelli di cui ti fidi

Una scelta che sulla lunga distanza abbiamo apprezzato, ma che avrebbe rischiato di spostare troppo l'equilibrio della serie rispetto al gioco, il cui cuore narrativo e tematico sono Joel ed Ellie, vero punto di riferimento per i giocatori: The Last of Us era la loro storia e riducendo il tempo in loro compagnia, anche a fronte di inserti mirati a raccontare e dar spazio a ciò che li circonda e che incrociano, rischiava di far perdere il focus del racconto. Un rischio evitato da uno dei principali meriti della produzione HBO guidata da Craig Mazin (già autore di Chernobyl per lo stesso canale cable americano) e lo stesso Neil Druckmann: Pedro Pascal e Bella Ramsey, gli interpreti dei due protagonisti nella serie.

1
The Last of Us: personaggi

Se la storia del The Last of Us seriale resta così viva ed emozionante anche in questo adattamento è perché i due interpreti regalano una prova di grande efficacia. Pedro Pascal è un Joel smarrito nel suo dolore, ma solido e deciso dove serve; Bella Ramsey propone invece una Ellie differente da quella a cui ci siamo legati nel gioco Naughty Dog ma ugualmente autentica e viva. Soprattutto, funzionano insieme nel mettere in scena le dinamiche interpersonali che poco per volta si sviluppano tra i rispettivi personaggi, quella fiducia da conquistare per dar vita al legame che vediamo nascere e consolidarsi in modo graduale ma inequivocabile. Il viaggio in loro compagnia è così coinvolgente ed emozionante, capace di guidarci con partecipazione d'animo verso la loro destinazione e un riuscito finale di stagione, anche laddove l'azione latita e ci si limita a seguirli nei loro spostamenti e le loro chiacchierate, anche quando non si va oltre lo star seduti attorno a un falò.

The Last of Us: tutti i personaggi confermati nella serie tv

Il livello produttivo HBO si conferma per The Last of Us

Si nota, come sempre, l'elevato livello produttivo di casa HBO, nella (ri)costruzione di un mondo post-apocalittico in grado di risultare d'impatto oltre che coerente con quanto già noto a chi ha giocato l'originale: Joel ed Ellie attraversano sì luoghi desolati e desolanti, fatti per lo più di ampi spazi e poche reliquie della nostra umanità, ma anche città abbandonate a loro stesse che, soprattutto in alcuni scorci dei primi episodi, colpiscono per dettaglio e portata. Il rischio di già visto è dietro l'angolo, perché non è la prima serie che ricalca questo tipo di ambientazione, ma è bilanciato da alcune location particolarmente riuscite e ricche di dettagli in termini di scenografie, come il centro commerciale che fa da sfondo a una delle sequenze più riuscite.

The Last Of Us Serie 2023
The Last of Us: una scena della serie

La differenza, però, la fa ancora una volta l'accompagnamento musicale, quella splendida colonna sonora firmata da Gustavo Santaolalla che avevamo già amato nella controparte videoludica e che si mantiene ugualmente efficace e toccante nel fungere da filo conduttore e contrappunto emotivo per la traduzione targata HBO di quel mondo allo sbando in cui i protagonisti si trovano a dover sopravvivere.

Conclusioni

Abbiamo espresso una generale soddisfazione nella recensione di The Last of Us nella sua incarnazione seriale, al netto di qualche perplessità che riguarda l’efficacia di alcune variazioni rispetto al materiale di partenza. Perplessità comunque bilanciate da due importanti elementi: da una parte le interpretazioni dei due protagonisti, con Pedro Pascal e Bella Ramsey che danno vita a dei Joel ed Ellie vivi e vissuti, coerenti con gli originali seppur personali; dall’altra la conferma del valore aggiunto della colonna sonora di Gustavo Santaolalla, efficace a supporto delle immagini della serie quanto lo era stata per l’azione e le emozioni del videogioco.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.4/5

Perché ci piace

  • Pedro Pascal e Bella Ramsey, vero punto di forza della serie, che riescono a dar vita a Joel ed Ellie e alle loro dinamiche in modo coerente eppur personale.
  • La colonna sonora di Gustavo Santaolalla, vero e proprio valore aggiunto del videogioco ed ora anche della serie HBO.
  • Il livello produttivo HBO, che si conferma elevato anche in questo caso e cerca di aggirare la sensazione di già visto, inevitabile per un’ambientazione post-apocalittica.
  • L’approccio al racconto, che sceglie di approfondire il mondo in cui ci si muove guardando oltre Joel ed Ellie senza perdere l’importante focus narrativo sulla coppia di protagonisti…

Cosa non va

  • ... ma riduce di molto l’azione rispetto a quanto accadeva nel videogioco, prestando il fianco alle critiche di una parte di spettatori.
  • Il blocco di episodi centrali della stagione si affida molto, forse troppo, all’abilità dei protagonisti e rischia di proporre poco nel singolo blocco narrativo nell’ottica di una programmazione settimanale.