Una tempesta di neve in arrivo, un gruppo di uomini rinchiusi in un edificio e una minaccia interna, nascosta e letale, che darà il via a uno scontro in cui in ballo non c'è solo la sopravvivenza, ma il destino della Storia. Al di là della presenza di Kurt Russell tra i protagonisti e la presenza di Ennio Morricone alla colonna sonora (anche se nel film di Carpenter, le composizioni del Maestro italiano sono quasi completamente inutilizzate), The Hateful Eight di Quentin Tarantino e La Cosa, il film del 1982 diretto da John Carpenter, sembrano due versioni della stessa storia, dialogano tra di loro a distanza di decenni per raccontare l'America e le fratture che la (s)compongono. Due horror, l'uno nascosto sotto la coltre della fantascienza, l'altro dal vento del western, che manifestano la brutalità dell'uomo e la mancanza di fiducia, la rabbia violenta che attende dentro per poi sfociare in una metamorfosi agghiacciante. Una rabbia che trasforma gli uomini in bestie mostruose e poco importa se questo è dato da un parassita alieno o da una scelta personale.
1. Lontani dal mondo esterno
Wyoming, 1867. Una carovana con a bordo il cacciatore di taglie John Ruth (Kurt Russell) e la fuorilegge Daisy (Jennifer Jason Leigh), in viaggio verso Red Rock, è costretta a fermarsi in un emporio a causa di una bufera di neve che blocca i viaggiatori e gli ospiti del locale al suo interno. A pochi anni dalla fine della guerra civile americana, ancora una ferita aperta dove rancore e odio sgorgano nel sangue dei personaggi, la piccola America rinchiusa nell'emporio di Minnie, composta da false identità e maschere che cadono a poco a poco, avrà modo di dare il via a uno scontro sanguinoso e violento. Antartide, 1982. Gli occupanti di una base scientifica americana, annoiati da una routine senza particolari sussulti, sono costretti a fronteggiare una minaccia inaspettata: quella di una creatura aliena che sa replicare le fattezze degli uomini. Per MacReady (ancora Kurt Russell) e i suoi uomini è l'inizio di un vero e proprio incubo, un tour de force di morte e sfiducia che decimerà i componenti dello staff. Fuori dalla base, i ghiacci dell'Antartide e una tempesta di neve in arrivo. In entrambi i casi, nessuna possibilità di fuga. Intorno solo desolazione. Condizioni atmosferiche che chiudono gli uomini all'interno di un luogo circoscritto aumentando il senso di paranoia. Entrambi i gruppi sono lontani dal mondo esterno, eppure sono loro stessi metafora di quello stesso mondo: persone diverse che dovrebbero convivere, ma che non resistono a lungo in una pace di facciata destinata a fallire. La natura umana sembra chiamare la guerra, anche quando sembra terminata o non voluta. Basterebbe vedere l'inizio del film di Carpenter per capire che i nervi stanno già saltando a causa dell'isolamento e della noia, la miccia è già stata accesa, la creatura aliena è solo la scusa per infiammare gli animi.
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2. La minaccia fantasma dal passato
Sono due film pessimisti, La cosa e The Hateful Eight, che sottolineano l'incapacità dell'uomo di garantirsi un futuro nel momento in cui affronta le minacce del passato. Se nel film di Tarantino il passato è la guerra civile americana, la frattura più grande avvenuta nel Paese, e di cui ancora oggi, nel 2021, se ne sentono le conseguenze (basti pensare alle bandiere sudiste sventolanti durante l'assalto al Campidoglio del 6 gennaio), nel film di John Carpenter, è aprendo una specie di sarcofago congelato nelle nevi che si da vita alla creatura aliena. Il che ci porta a considerare un'altra minaccia nel film di Quentin Tarantino, nascosta silenziosa, dentro una botola, sotto il pavimento, pronta a riemergere a sorpresa alla prima occasione (parliamo del fratello di Daisy, Jody). Due minacce "fantasma", non direttamente visibili, che appartengono a un tempo (e nel caso dell'alieno pure a un luogo) "altro". Un passato che non riesce a trovare pace e che torna in vita, come uno zombie, vincendo la morte e causandone altrettanta. È l'incapacità degli uomini non solo dell'affrontare ciò che è venuto prima di loro, ma anche di rimarginare queste ferite aperte per poter costruire un futuro migliore. Un futuro che, benché libero dalle minacce, è cupo e sanguinoso. Non è un caso che si sacrifica ben presto lo spirito di collaborazione per dare il via a un circolo vizioso di rigurgiti personali, di tradimenti, di scarsa fiducia nel prossimo. Senza riuscire a fare i conti con il proprio passato e quello della loro civiltà, gli uomini sono destinati a uccidersi tra loro.
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3. Di chi ti puoi fidare
Niente è quello che sembra, né in Antartide né in Wyoming. In entrambi i casi, si crea una dissonanza tra identità personale e ruoli da recitare: è il caso della banda di Daisy di cui ogni membro si costruisce un personaggio con un background personale, e succede lo stesso in ogni replica che la creatura aliena riesce a compiere. Lo stesso protagonista del film di Tarantino, il maggiore Warren interpretato da Samuel L. Jackson, non è chi dice di essere e si fa forza su una fantomatica lettera di Lincoln che alla fine si dimostrerà falsa, simbolo di un sogno americano ben lontano dal realizzarsi. In entrambi i film il personaggio di Kurt Russell dovrebbe essere la bussola per lo spettatore, quel personaggio su cui non possiamo dubitare mai: MacReady è, infatti, l'eroe che prontamente riesce a salvarsi e gestire, seppur faticosamente, la situazione nella base americana. Sarebbe lo stesso nel film di Tarantino: tra tutti è lui quello che ci ispira più fiducia. Anche se violento e burbero diventa presto il nostro punto di riferimento (da notare, nel gioco postmoderno a cui Tarantino non rinuncia, come in entrambi i film è lui che chiede la consegna delle armi), salvo poi morire avvelenato. La sua morte dà avvio al secondo atto del film, quello dove i personaggi si smarriscono e dove lo stesso spettatore è portato a dubitare di chiunque, persino nelle battute finali. La mancanza di fiducia tra i personaggi è lo scoglio più grande da affrontare, il vero nemico da sconfiggere.
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4. La donna da un altro mondo
La creatura e la donna. La "Cosa" venuta da un altro mondo e la fuorilegge che, di quel mondo americano, non ne segue le regole. Sia Carpenter che Tarantino danno vita a due film maschili, dove l'arte della guerra ha la predominanza rispetto all'arte della nascita. Non a caso i film sono impregnati di un'atmosfera macabra e mortuaria, dove la fiamma della vita sembra spegnersi. Fuoco e ghiaccio: il primo, elemento della guerra e dell'azione, ma anche della vita stessa di quel mondo a cui gli uomini appartengono; il secondo, l'elemento naturale che congela e circoscrive quella fiamma spegnendola a poco a poco, come se il pianeta stesso volesse mettere ulteriormente alla prova l'umanità, composta per lo più da uomini che amano bere, che credono di gestire qualunque cosa e incapaci di relazionarsi con il sesso opposto (ne La Cosa, persino un gioco elettronico di scacchi, con una voce femminile, viene distrutto malamente e insultato). L'elemento femminile, che non appartiene a quel mondo maschile (e maschilista) provoca un turbamento dell'equilibrio, fa cadere le maschere del machismo e pone dei dubbi identitari. Potrebbe sembrare la scusa per "tifare" per un mondo misogino, ma i finali non lasciano scampo: non accentando il femminile, il mondo umano è destinato a fallire, a morire, a soccombere. Se non dalla donna, dalla natura stessa.
5. Vedere che succede: un finale sospeso
Né vincitori né vinti alla fine dei film. Una minaccia tangibile che viene sconfitta, bruciata o impiccata, ma un prezzo da pagare altissimo per i protagonisti. Daisy viene crudelmente assassinata, la Cosa viene bruciata. Eppure siamo distanti dal ritenere lieti questi finali. Si concludono entrambi con i due protagonisti feriti e stanchi che attendono un futuro che non vedranno, avendo compreso di essere, alla resa dei conti, degli ennesimi sconfitti (poco importa se dal tempo o dalle loro stesse azioni). MacReady e Childs attendono, mentre stanno per morire assiderati, sperando di aver sconfitto l'alieno ma mantenendo quel grado di sospetto reciproco, lasciando intendere che forse non sono riusciti a vincere (e ricordiamo che La Cosa fa parte della Trilogia dell'Apocalisse insieme a Il signore del male e Il seme della follia). Warren e Mannix, dopo aver completato la loro furia omicida, ridendo della falsa lettera di Lincoln, accettano la morte. Fuori la tempesta continua. Le fratture, che in un film appartengono all'America e nell'altro all'essere umano in quanto tale, sono destinate a non rimarginarsi. "Vediamo che succede" pronuncia MacReady. Il risultato lo stiamo vivendo noi stessi.