The Fabelmans: dentro il nuovo film c’è tutto lo Spielberg che amiamo

La storia di Sammy Fabelman è quella di Steven Spielberg: guardare The Fabelmans sapendo che si tratta di lui ti predispone a vederlo in un certo modo, a cogliere i dettagli. Ognuno di noi ha il "suo" Spielberg, quello che ama di più, i film che sente più suoi; ognuno di noi vedrà The Fabelmans in un modo diverso dagli altri.

The Fabelmans: dentro il nuovo film c’è tutto lo Spielberg che amiamo

"Le persone nei film sono gigantesche". E allora le guardi così, dal basso verso l'alto, con gli occhi spalancati e rivolti all'insù. Sammy Fabelman, il protagonista di The Fabelmans, in sala dal 22 dicembre, è Steven Spielberg. Ma il Sammy bambino, è ognuno di noi. Quella sua prima volta al cinema, con la mamma e il papà, ci ricorda le prime volte che andavamo al cinema. The Fabelmans ci piace così tanto per due motivi. Perché amiamo Steven Spielberg e i suoi film, e vedere come tutta la sua arte è nata è emozionante. Ma anche perché Sammy Fabelman siamo noi, che amiamo il cinema, e la fascinazione che prova il piccolo Sammy al cinema è quella che abbiamo provato tante volte. La storia di Sammy Fabelman, lo sappiamo, è quella di Steven Spielberg. Dentro quel film c'è la storia della nascita di una passione. E ci sono tutte le sue storie. Guardare quel film sapendo che si tratta di lui ti predispone a vederlo in un certo modo, a cogliere qua e là i dettagli. Ognuno di noi ha il "suo" Spielberg, quello che ama di più, i film che sente più suoi. E ognuno di noi vedrà The Fabelmans in un altro modo. Ma, in ogni caso, è bello trovare in questo film tutto lo Spielberg che amiamo.

Salvate il soldato Ryan

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E allora, per viaggiare dentro The Fabelmans, cioè dentro la storia del cinema, andiamo in ordine un po' sparso. E iniziamo da quel padre un po' duro, che lo porta al cinema per la prima volta, ma che poi non è d'accordo con la sua idea di fare il regista. Vorrebbe che facesse qualcosa che potesse essere utile a qualcuno. Era un uomo concreto, razionale. Era un uomo che aveva combattuto nella Seconda Guerra Mondiale. Salvate il soldato Ryan è un film che Spielberg ha girato pensando a lui. E il film ambientato durante lo sbarco in Normandia ci viene naturalmente in mente guardando The Fabelmans. Non solo perché sappiamo chi era il padre di Steven Spielberg. Quel film ci viene in mente anche quando vediamo Sammy Fabelman, ormai adolescente, provare a girare i suoi film cercando di ricreare le scene con dovizia di particolari. E tra i film che gira c'è proprio un film di guerra, la Seconda Guerra Mondiale. È bellissimo vedere come, già da giovane, Spielberg/Fabelman cercava tutti gli accorgimenti per creare un effetto che fosse il più reale, il più credibile possibile (vedi anche quel bucare la pellicola per ottenere l'effetto del fuoco delle pistole in un altro film, il western). E poi pensare a come, proprio con Salvate il soldato Ryan avrebbe trovato il modo, con il make-up e gli effetti speciali, di girare una delle sequenze di guerra più realistiche e spaventose della storia del cinema, la famosa sequenza iniziale.

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E.T. L'extraterrestre

E.T. L'extra-terrestre: Elliott con E.T. in un momento del film
E.T. L'extra-terrestre: Elliott con E.T. in un momento del film

C'è ancora il padre dietro all'ispirazione di un grande film di Spielberg. E c'è anche la madre. A un certo punto della vita di Steven Spielberg, i genitori divorziarono. Quel divorzio in realtà avvenne quando Spielberg era più piccolo rispetto al Sammy del film. Ma quel fatto segnò profondamente Spielberg. Da bambino creò, nella sua mente, un amico immaginario, un alieno. Molti anni dopo, al momento di girare un film di fantascienza, quell'alieno sarebbe ritornato fuori, e sarebbe diventato il protagonista di E.T. L'Extraterrestre. Fateci caso: in E.T., come in Incontri ravvicinati del terzo tipo, c'è una famiglia in cui il padre è assente, se n'è andato o è via per lavoro. Quel pezzo della sua vita Spielberg lo ha messo spesso nei suoi film.

The Fabelmans
The Fabelmans: una foto di Gabriel LaBelle

Incontri ravvicinati del terzo tipo

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The Fabelmans: Michelle Williams durante una scena

Non c'è un riferimento a un film preciso, o a un solo film. Ma c'è una scena, in The Fabelmans, che è puro Spielberg. Guardate attentamente a che cosa accade quando Sammy e i suoi fratelli, insieme alla madre, escono di casa in macchina. C'è un uragano nei dintorni, è appena passato o sta ancora passando, è vicino. E, mentre la strada è deserta, vedono dei carrelli del supermercato muoversi da soli, lungo la strada vuota, mossi dal vento. È una scena che è puro cinema. E sembra uscita da un suo film di fantascienza, che potrebbe essere Incontri ravvicinati del terzo tipo, come La guerra dei mondi.

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I predatori dell'Arca perduta

Harrison For d è Indiana Jones ne I predatori dell'arca perduta
Harrison For d è Indiana Jones ne I predatori dell'arca perduta

Nel film c'è una scena, spassosa, in cui a casa Fabelman arriva una scimmia, che finisce per fare il diavolo a quattro nell'abitazione della famiglia. Deve essere da quel fatto che nasce la passione di Spielberg per le scimmie. Sono animali che, al cinema, fanno sempre il loro effetto, divertono. È stato così per la scimmia che fa il saluto nazista ne I predatori dell'arca perduta, il film che ha lanciato il mito di Indiana Jones.

The Fabelmans 7
The Fabelmans: un'inquadratura

La religione ebraica

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The Fabelmans: un primo piano di Gabriel LaBelle

La religione ebraica è sempre stata importante per Spielberg. E nel film The Fabelmans se ne fa menzione spesso. Ma qui il regista sembra andare in una direzione diversa rispetto al suo cinema. In alcuni dei suoi film più importanti il regista ha dimostrato di sentire forti le sue origini, e saper trattare in modo "alto" e intenso alcune tematiche legate alla sua religione. In Schindler's List ha parlato dell'Olocausto. E in Munich della questione israelo-palestinese. In The Fabelmans, un po' a sorpresa, ma anche in modo coerente con il tono del film, Spielberg tratta il tema con una grande autoironia. In particolare è eccezionale la parte dedicata al suo primo amore, una fanatica religiosa innamorata di Gesù. "Non riesco a immaginare la mia vita senza Gesù" dice a Sammy. "Beh, noi ci siamo riusciti per 5mila anni, quindi direi che è fattibile", risponde lui.