C'è bisogno di una serie come The Expanse oggi. Ce n'è bisogno per il modo in cui declina la fantascienza, usandola, come è prerogativa delle sue incarnazioni migliori e più profonde, per indagare l'umanità e la contemporaneità. Per questo motivo i suoi spettatori erano stati colpiti e feriti dalla cancellazione subita da parte di SyFy, il suo canale originale, e altrettanto entusiasti del salvataggio da parte di Amazon per il proprio canale streaming Prime Video.
The Expanse 4 è la prima stagione prodotta direttamente da Amazon, resa disponibile dal 13 dicembre 2019 e incentrata sul quarto romanzo della saga letteraria firmata dalla coppia di scrittori che pubblica con lo pseudonimo di James S.A. Corey. Una quarta stagione che è stata solo uno degli spunti della nostra chiacchierata con tre membri del cast della serie, Cas Anvar, Shohreh Aghdashloo e Frankie Adams, che interpretato Alex Kamal, Chrisjen Avasarala e Roberta "Bobbie" W. Draper, che abbiamo incontrato l'estate scorsa in quel di Monaco di Baviera. Vediamo cosa ci hanno raccontato!
The Expanse 4, recensione: il ritorno della grande fantascienza su Amazon Prime Video
La rinascita di The Expanse
C'è bisogno di una serie come The Expanse che sappia raccontare la natura umana di oggi. Come vi spiegate la cancellazione ricevuta da SyFy? Come avete accolto la notizia?
Frankie Adams: Mi ci sono rassegnata presto. Ero in Nuova Zelanda, lontana da tutto, e l'ho scoperto tardi. Ne sono rimasta molto scossa, ma mi sono anche detta che non avrei potuto far nulla.
Shohreh Aghdashloo: Non mi sono data una spiegazione. Considero la mia vita un viaggio da un capitolo al successivo. Mi sono detta che quel capitolo era arrivato alla sua conclusione e non potevo far altro che accettarlo.
Cas Anvar: è incredibile come le nostre reazioni siano state simili allo spirito dei nostri rispettivi personaggi. Penso ad Alex, alle sconfitte subite e come si rifugi nel suo simulatore ripercorrendo le situazioni per evitare che si verifichino di nuovo. Io sono molto simile. Vengo dal teatro dove non ci sono molti soldi e ti attacchi a tutto per sopravvivere, e amo questo show, diverso da qualunque cosa abbia mai lavorato. Quando la serie è stata cancellata, stavo leggendo il quinto libro che è fantastico, pieno di cose che non vedevo l'ora di affrontare. Non potevo lasciar andare e non l'ho fatto!
Shohreh Aghdashloo: Ricordo benissimo. Ti dicevamo di calmarti e accettarlo, che era fatta. E poi i fan sono stati fantastici, quello che hanno fatto è stato incredibile e ha portato a quello che è successo.
Ora che The Expanse è una serie Amazon, avete notato delle differenze nel girare la quarta stagione?
Cas Anvar: Quello che più abbiamo sentito è di avere un team alle spalle che credeva nella serie, che c'era supporto, ma dal punto di vista creativo non è cambiato molto, perché è lo stesso gruppo di artisti che ha continuato a lavorare a The Expanse.
Frankie Adams: Non molto in realtà. Per esempio non abbiamo mai girato con gli stacchi pubblicitari in mente, ma concentrati sulla storia nel suo insieme. Ma è vero che abbiamo sentito più supporto da parte di Amazon e sappiamo che tanti di loro sono fan della serie. Sarà per la cancellazione e il salvataggio, ma tutti abbiamo lavorato con una rinnovata energia.
Rispetto a SyFy, su Prime Video tanti spettatori faranno binge-watching della serie. A voi piace questo tipo di fruizione? Siete fan del binge-watching?
Frankie Adams: Sì, io sì. Non ho la pazienza di aspettare, se devo guardare di settimana in settimana, finisco per dimenticarmi, se invece ho tutto lì...
Shohreh Aghdashloo: Anche io lo preferisco, anche perché siamo sempre impegnati sul lavoro così quando sono a casa metto il pigiama e guardo, guardo, guardo. E non riesco a smettere! A volte mio marito viene a chiamarmi e gli dico "solo un altro episodio!" Se hai il tempo a disposizione, perché non farlo? In alcuni casi è quasi una dipendenza, come con La fantastica signora Maisel, la visione diventa vorace. In più per noi era difficile riuscire a seguire la serie, sopratutto con i nostri familiari, quando la programmazione andava avanti per molte settimane. Per esempio non ho visto molti episodi delle stagioni 2 e 3, perché era impegnata sul set in Europa in quel periodo. Ora che sono su Amazon è molto più semplice trovare il tempo per guardare tutto.
Cas Anvar: A me piace guardare tre o quattro episodi, se si tratta di una storia lunga, ma poi mi fermo perché voglio ricordare e riflettere sui dettagli e non riesco se ne guardo otto di seguito. Diventa tutto confuso. Quello che mi incuriosisce in questo caso è come lo vivranno i fan, perché erano abituati a twittare durante la visione dal vivo, confrontarsi, discutere. Questo non potranno farlo perché ognuno lo guarderà in momenti diversi.
Frankie Adams: Troveranno un modo, ne sono sicura!
Il viaggio dei personaggi di The Expanse
In cosa siete simili ai vostri personaggi?
Frankie Adams: Io e Bobby siamo entrambe molto legate alle nostre famiglie, abbiamo un'impostazione militare. E siamo entrambe molto atletiche e coordinate, molto forti. Anche se penso che la mia vera forza non sia fisica. Ma sono sicura che lei abbia una vita molto più stressante della mia.
Cas Anvar: Metto il lavoro avanti a tutto, come fa Alex. Non accetto il no come risposta e sono piuttosto introverso come lo è lui quando si tratta di avere a che fare con le persone. Mi concentro molto sul lavoro, sulle cose alle quali non devo spiegazioni, come fa Alex con la sua nave: è la sua unica e incondizionata relazione.
Shohreh Aghdashloo: Coraggio e perseveranza. Queste sono le cose che abbiamo in comune. Ma più di ogni altra cosa, ce n'è una importante in cui tutte e due crediamo fermamente: dobbiamo liberarci dei politici marci e corrotti, le cui azioni hanno come risultato che milioni di persone sono smarrite e rifugiate. Credo sul serio a quello in cui crede anche lei, che i politici dovrebbero lavorare per la gente e non per i propri interessi personali. E' da lì che iniziano tutti i nostri problemi.
Vi piace come evolve la storia della serie?
Cas Anvar: Io amo la prima stagione. Mi piace anche il cambio di passo che viene dopo, ma mi piace come la prima si sviluppa lentamente, in modo così sottile. Ha il ritmo di un noir ed è la stagione di Miller.
Shohreh Aghdashloo: Il libro ha quel tipo di atmosfera, ci siamo affidati al testo che all'inizio ha qualcosa della detective story. we did deploy it can start to play but the rest is not a detective story
E ci potete raccontare qualcosa della storia che affrontano i vostri personaggi nella quarta stagione?
Shohreh Aghdashloo: Il mio personaggio ha molto da fare in questa nuova stagione.
Frankie Adams: Bobby invece vi sorprenderà!
Cas Anvar: Alex e la squadra della Roci dovranno vedersela con un ambiente diverso, che non abbiamo mai visto prima. Ma allo stesso tempo vediamo come la squadra sia ormai una famiglia, molto più unita rispetto alle prime stagioni, in cui erano quattro o cinque persone che cercavano di capirsi a vicenda. Ora siamo una squadra in tutto e per tutto, non una squadra di tipo militare ma una famiglia vera e propria.
Dietro le quinte di The Expanse
E voi vi sentite come una famiglia sul set?
Shohreh Aghdashloo: Ricordo quando parlai con Adam Savage di Miti da sfatare a una convention. Mi chiese com'era il nostro rapporto e gli dissi che siamo una famiglia, che lui per esempio è mio figlio e lei mia figlia. In seguito l'abbiamo avuto sul set e si è preoccupato di venirmi a cercare per dirmi che avevo ragione! Non è un modo di dire e lo capisci quando vieni sul set e ci vedi lavorare insieme.
Frankie Adams: Decisamente sì, ci sentiamo una famiglia! Ed è qualcosa che cresce col tempo, che diventa sempre più forte con l'andare avanti delle stagioni. A volte litighiamo e poi facciamo pace, proprio come membri di una famiglia.
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Avete un momento preferito dei vostri personaggi delle prime tre stagioni?
Frankie Adams: Lo dico sempre, ma è quando Bobby va sulla Terra e vede l'oceano per la prima volta, perché penso che sia un momento chiave per lei nel passaggio da ingenua Marine a una persona che forma le proprie opinioni e inizia a dubitare su chi fidarsi e da che parte schierarsi. Credo che sia quello che il viaggio fa: apre la mente ed espande le idee.
Shohreh Aghdashloo: Amo la scena sul tetto, quella in cui guardo le stelle. Le chiedono perché guarda la stelle e risponde "ho paura delle rocce", di chi tira le rocce. Per me significa molto, mi fa ripensare a quando lavoravo al film The Stoning of Soraya M., a rocce e pietre e mi fa chiedere se tutto questo finirà mai, se saremo mai abbastanza civilizzati da smettere di lanciare pietre. Per questo mi piace quella scena.
Cas Anvar: Mi sono divertito molto a girare la scena della stagione 2 in cui Alex è ubriaco e solo a bordo, parlando con la nave e cantando Hank Williams. Rappresenta molto bene Alex, che è diverso quando è solo rispetto a quando è circondato da altre persone. Alex è un tipo solitario e quella scena lo fa capire molto bene.
La scienza è molto importante nella serie, è quasi un personaggio. Come lavorate su questi aspetti?
Frankie Adams: Naren Shankar, il nostro showrunner, è un fisico ed è molto attento nel far sì che ogni aspetto sia corretto ed è sempre disponibile per chiarire ogni dubbio. Incredibile, è la persona più impegnata del mondo, ma quando viene fuori qualche incertezza di questo tipo è sempre pronto a intervenire e spiegare ogni dettaglio. Ma ne vale la pena, perché ci fanno i complimenti per l'esattezza di quello che viene mostrato.
Cas Anvar: Un esempio è quando abbiamo mostrato il primo materiale alla Blue Origin, la compagnia di Jeff Bezos: quando hanno visto la scena in cui la navetta atterra, venendo giù e poi spostandosi lateralmente, hanno esultato come allo stadio. Ci siamo chiesti perché e ci hanno spiegato che è perché la base per realizzare la CGI di quella scena è stata un video di un loro razzo e l'hanno riconosciuto subito. Per noi e per la serie è molto importante che tutto sia preciso.
Adoro i comunicatori che usate nella serie. Come sono realizzati? E' tutta CGI? Cosa avete in mano durante le riprese?
Frankie Adams: Non è altro che un piccolo pezzo di plexiglass con un tasto che premiamo quando riceviamo una chiamata, ma tutto il resto è fatto in post-produzione. Ci diverte molto, perché a volte dobbiamo guardare tutti allo stesso schermo e non sappiamo mai se stiamo guardando tutti nello stesso punto. Mentre lo facciamo sembra stupido, ma per fortuna funziona bene quando tutto viene messo insieme.
Cas Anvar: Quello che mi piace dei comunicatori è che è tecnologia che sta sullo sfondo, che è normale che ci sia e che sia vissuta, come quello di Miller che è rovinato. Come per i nostri telefoni, è qualcosa che abbiamo, che teniamo in tasca e tiriamo fuori quando ci serve per poi sparire di nuovo. Un oggetto quotidiano.