The Curse, la recensione: la maledizione dell’ipocrisia umana

La recensione di The Curse, la nuova serie co-prodotta da Showtime e A24 con Emma Stone, Nathan Fielder e Benny Safdie, che è una satira sociale sottile e grottesca, dall'11 novembre su Paramount+.

The Curse, la recensione: la maledizione dell’ipocrisia umana

Chissà cosa penserebbero tutti i registi e showrunner che hanno fatto della satira sociale il proprio cavallo di battaglia e la propria poetica della recensione di The Curse, ultimo e attesissimo arrivo seriale in streaming perché riporta in tv Emma Stone dopo il breve esperimento Maniac su Netflix, qui anche produttrice, in un trio pericoloso e formidabile con Nathan Fielder e Benny Safdie (co-creatori e il primo anche regista). La serie in 10 episodi, che arriva dall'11 novembre su Paramount+ con appuntamento settimanale, si concentra sulle vicissitudini di una coppia borghese per parlare in modo più ampio della nostra società contemporanea.

Just Married

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The Curse: Emma Stone in una scena

Emma Stone (che continua a cambiare tipologia di ruolo, e la amiamo anche per questo) e Nathan Fielder sono due neosposini che non sono sicuri di voler avere figli (anche per questioni sessuali su cui non ci addentriamo per non fare spoiler) e che nel frattempo stanno girando un documentario su loro stessi, o meglio sul lavoro di beneficienza che stanno provando a fare nella comunità in cui vivono. La classica coppia benestante e un po' hipster che dichiara di avere le migliori intenzioni ma finisce per avere dei comportamenti beceri e opinabili, tutto ovviamente davanti alle telecamere, anche se dicono di non volerle presenti in alcune frangenti troppo privati. Qui ad insistere è il produttore interpretato da Benny Safdie (del duo di filmmaker Ben & Josh), apparentemente senza scrupoli che vuole portare a casa gli ascolti e il risultato a tutti i costi. I genitori di lei fanno molta notizia anche nelle interviste che vengono loro rivolte ma non si capisce perché finché non ci si addentra un po' di più nella storia.

Just Watching

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The Curse: una scena

Entriamo man mano come spettatori nella loro vita, sempre attraverso questa narrazione meta-televisiva e queste telecamere nelle telecamere degli operatori di Benny Safdie sempre in spalla e pronte a cogliere qualsiasi momento, soprattutto quelli imbarazzanti che la coppia non vorrebbe far vedere al pubblico. Ed è da qui che parte la satira sottile ma feroce imbastita dai due autori per raccontare la nostra dipendenza da uno schermo nella contemporaneità, il nostro bisogno di apparire nel far vedere le buone azioni e nascondere immediatamente all'opinione pubblica quando invece compiamo qualcosa di meno caritatevole. Il documentario che i protagonisti stanno girando andrà in onda su HGTV, che è una vera emittente televisiva statunitense di proprietà del gruppo Warner Bros. Discovery con una programmazione costituita principalmente da programmi factual per un pubblico generalista. Il cortocircuito che si crea è quindi duplice e permette di rendere tutto ciò che avviene sullo schermo una cartina di tornasole per le contraddizioni della nostra società. Come se il serial volesse sbugiardare quanto si fa in questo tipo di prodotti-verità (o almeno sedicenti tali), come ha fatto UnReal con i reality, decodificandoli, spogliandoli di qualsiasi abbellimento e montaggio e risputandoli in faccia agli spettatori nella maniera più bieca e cruda possibile. Qui come dicevamo l'operazione è più sottile, utilizzando un'ironia sagace e sommessa e inserendo battute tra le righe piuttosto che gettandole negli occhi del pubblico.

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Just (Dark?) Magic

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The Curse: una scena della serie

A rendere The Curse ancora più surreale - eppure incredibilmente veritiera - c'è l'altro elemento cardine della serie: la magia. Detta così, può sembrare straniante ma in fondo è proprio la serie a raccontarci un presente distopico altrettanto inquietante in cui non sappiamo se vorremmo vivere. Nel farsi beffe del nostro mondo, quindi, lo show mescola il meta-testo con l'elemento religioso - alcuni dei protagonisti sono estremamente credenti e devoti e hanno un rapporto sintomatico con la fede in qualcosa di più grande che guidi le loro vite - e quello quasi soprannaturale - una bambina lancia la maledizione del titolo contro la coppia protagonista che quindi inizierà a vedere la propria vita sotto una prospettiva diversa. Saranno costretti a guardarsi allo specchio per ciò che sono e non ciò che vorrebbero essere e soprattutto mostrare al mondo. Un intrattenimento complesso, dal sapore indie - anche per l'uso della camera a mano e della fotografia sporca tranne quando si tratta delle riprese che enfatizzino la falsità contenutistica del documentario - che conferma la doppia produzione dietro lo show, Showtime e A24. Esistono davvero le fatture e il karma, si viene puniti per le proprie azioni oppure tutto passa inosservato? Chissà se dopo la visione della serie inizierete a chiedervelo anche voi... e magari a guardarvi allo specchio in modo differente.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di The Curse confermando come si tratti di una serie particolare che mescola vari elementi e generi e non sia né solamente un dramma, né solamente una commedia né solo un prodotto dai toni soprannaturali. Un serial che ci mette alla berlina come umanità e ci mette anche sulla graticola del giudizio pubblico, attraverso quella macchina da presa che crea la magia del cinema eppure può formare anche qualcosa di molto più inquietante… perché dolorosamente veritiero.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • Emma Stone conferma la propria bravura nel cambiare tipologia di ruolo.
  • Nathan Fielder e Benny Safdie funzionano come “spalle”.
  • Il meta-documentario e la fotografia a tratti sporca.

Cosa non va

  • Non è un prodotto per tutti i palati seriali.
  • Ci mette un po’ ad entrare nel vivo e nel nocciolo della storia.