I ragazzi sono tornati! Lo diciamo con emozione e gioia, perché The Boys 2 conferma le ottime impressioni già avute lo scorso anno con la serie sviluppata da Eric Kripke per Amazon Prime Video a partire dallo scorrettissimo fumetto di Garth Ennis. I nuovi episodi, pubblicati settimanalmente dopo i primi tre in catalogo dal 3 settembre, mantengono elevata, infatti, la qualità generale e aggiungo un maggior livello di approfondimento per i personaggi che ne compongono la storia. Un pizzico di azione in meno, più introspezione, ma senza perdere la carica sovversiva e sopra le righe che ne segna l'estetica.
Ne abbiamo parlato con Jack Quaid ed Erin Moriarty, rispettivamente Hugh "Hughie" Campbell e Annie January/Starlight, due personaggi i cui destini sono legati sin dalle prima battute di The Boys e il cui rapporto promette ulteriori complessi sviluppi anche nella nuova stagione. Proprio dell'evoluzione dei due personaggi abbiamo parlato nella nostra intervista ai due interpreti, in vista di nuovi episodi ancora da gustare da qui al 9 Ottobre.
The Boys 2 e personaggi in evoluzione
Che potete dirmi dell'evoluzione dei vostri personaggi nella seconda stagione?
Jack Quaid: Hughie ha imparato molto nella prima stagione. È partito come un ragazzo molto ingenuo e mantiene ancora in parte questa caratteristica, ma è più consapevole in questi nuovi episodi. Sa che Butcher è il tipo di persona disposta a tradire la propria squadra se è necessario per raggiungere il proprio obiettivo. E sa che ha rovinato tutto con Annie per averle mentito. Sono ancora in contatto, anche se non si tratta di una relazione sentimentale, ma lui spera che possa diventarlo di nuovo. In questa stagione lo vedrete più sicuro, prendere decisioni per se stesso e capire cosa voglia realmente dal casino in cui si trova. Un bel percorso da interpretare.
Erin Moriarty: Il punto di partenza di The Boys 2 la trova nella tipica situazione di una persona col cuore spezzato, indurita e in qualche modo insensibile. Cerca di essere insensibile per poter continuare a lavorare con Hughie, per portare avanti la loro missione. Ed è più temprata come risultato del mondo cupo con cui è entrata in contatto nella prima stagione. Essere più dura è necessario, ma forse lo è fin troppo all'inizio della seconda stagione, forse come compensazione per l'eccessiva ingenuità dimostrata in precedenza. Nel corso della stagione la vedremo diventare più forte e allo stesso tempo ritrovare se stessa e un equilibrio tra l'essere informata ma non troppo dura, tra l'essere se stessa ma non troppo ingenua.
Come è stato il vostro approccio alla stagione 2? Deve essere stata un'esperienza molto diversa rispetto all'ingenuità dei vostri personaggi nella prima.
Erin Moriarty: Sì, è stato molto diverso, al punto da rendermi un po' nervosa. Pensi che i brividi della prima stagione siano passati, ma c'è sempre una nuova fonte di ansia e nella seconda stagione riguarda quello che Annie ha passato in precedenza, soprattutto per quanto riguarda il discorso dell'abuso sessuale. Ho dovuto affrontare le conseguenze di quel trauma unito al dolore sentimentale. Il suo mondo è crollato ed è quello che ho dovuto mettere in scena. È stata una sfida, ma in senso positivo, il tipo di difficoltà che speri di avere da interprete. Ho cercato di far trasparire le conseguenze di quel che ha affrontato in ogni scena, in modo sottile e nelle interazioni con gli altri personaggi della serie. È stata un'esperienza interessante e una volta finita è gratificante vedere l'effetto su schermo.
Jack Quaid: Anche per me è stata una sfida, perché amo Hughie, penso che sia un gran personaggio e adoro interpretarlo, ma la difficoltà è come mostrarne la crescita e continuare a mostrare le caratteristiche che ne rappresentano il cuore. Lo ritroviamo più indurito e nel suo caso questo è dimostrato dal fatto che non si fa più ingannare da nessuno, soprattutto da Butcher. Non è più il ragazzo che va in giro a fare domande a tutti, ma quello che inizia a trovare il proprio posto. La sfida è stata mantenere intatto quello che è Hughie pur nelle differenze che vediamo in lui a inizio stagione 2. Mi sono affidato a Eric Kripke che cura in modo meticoloso l'arco narrativo di tutti i personaggi e si assicura che seguano direzioni sorprendenti ma autentiche nell'ottica di chi sono.
Nuova stagione, nuove dinamiche, nuovi personaggi
Che impatto avrà l'arrivo di Stormfront su Starlight?
Erin Moriarty: Almeno all'inizio della stagione 2 e per come si presenta Storfront, nel mondo ideale di Starlight si potrebbe creare un'alleanza tra loro, unire le forze e scuotere la condizione delle supereroine donne. Quello sarebbe l'ideale di Starlight e credo che provi a farlo capire a Stormfront, ma non dobbiamo dimenticare che lei è anche sotto copertura nella stagione 2, che indossa una maschera, e Stormfront lo capisce e non ricambia questo desiderio di alleanza. Vorrebbe far capire a Stormfront che quel che fa rispecchia i suoi ideali, ma questo farebbe crollare la sua copertura. Ma le dinamiche cambiano nel capire che entrambe indossano una maschera e la situazione può evolvere nel corso della stagione.
Alla fine della stagione 1 abbiamo visto una discussione tra Starlight ed A-Train e ci sono stati molti conflitti tra lei e i Sette. Ci saranno strascichi nella stagione 2? Vedremo altri momenti di conflitto?
Erin Moriarty: Non voglio anticipare molto rispetto agli sviluppi della stagione 2, ma posso dirti che tutti i personaggi indossano una maschera, così come la indossa Starlight che sta lavorando con Hughie per abbattere la Vought. Annie è perfettamente in grado di mantenere questa maschera e questa facciata perché considera molto importante la propria missione e i propri obiettivi, quindi riesce a mentire agli altri supereroi e ridurre il rischio di conflitti con loro.
Siete stati una coppia, anche se vedete il mondo con regole etiche diverse, e ora siete separati. Troverete un terreno comune nel corso della stagione?
Jack Quaid: Per Hughie è stato terribile ed era in una situazione molto difficile. Lui e Annie si sono incontrati per caso e Butcher l'ha pressato per fargli ottenere informazioni da lei, ma ne ha sempre sofferto molto. La sua speranza è che le cose si possano appianare, ma tutto dipende da Annie. Quindi, Erin, che ci dici?
Erin Moriarty: All'inizio della stagione 2 non ne vuole sapere e credo che sia determinata a mantenere questa promessa fatta a se stessa, perché vede Hughie come qualcuno che pur agendo per necessità, ma tradito la sua fiducia e non credo che sia disposta a passarci su. Ma parte dell'evoluzione di Annie della stagione 2 è il capire che il mondo non è bianco e nero quando si ha a che fare con la moralità e che a volte persone buone possono fare cose sbagliate. E forse questo potrà permetterle di ricostruire la fiducia nei suoi confronti.
The Boys è ricca di sequenze folli. Vi viene in mente un momento particolarmente divertente da girare o che vi è rimasto impresso?
Jack Quaid: La balena è stata una follia! Non credo che farò di nuovo qualcosa di simile nella mia carriera, anche se so che Eric Kripke continuerà a torturarmi anche nella stagione 3 e mi infilerà nella pancia di qualche altro animale. Non mi sono mai sentito così appiccicaticcio in vita mia, ma quello che fa impressione è il lavoro fatto sul set, c'era tutto l'interno di una balena, con un cuore pulsante e sangue che scorreva dalle vene recise. Una follia, sul serio! Quella è la scena indimenticabile di questa stagione.
Erin Moriarty: Il mio ricordo è più sul livello personale e riguarda il mio appartamento che hanno costruito nella Vought Tower, l'appartamento di Starlight. Non perché sia necessariamente un riflesso di lei, perché è stato fatto per lei da altri e non credo che abbia potuto dire la sua, ma mi colpisce ugualmente perché mi offre uno sguardo intimo a com'è la sua vita dietro le porte chiuse della sua casa, quando va a letto la notte. Mi piace guardare a questa parte di lei e mi piace come hanno progettato l'appartamento, è fantastico.
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Programmazione settimanale e densità di temi
Gli episodi della seconda stagione saranno pubblicati settimanalmente, dopo i primi tre. Ne siete contenti o avreste preferito che il pubblico li avesse tutti insieme?
Jack Quaid: Mi piace che sia stato fatto, perché penso che abbiamo così tanto in ogni episodio che il pubblico ha bisogno di tempo per processare quello che ha visto. È giusto dargli tempo per farlo, perché la prima stagione è stata grandiosa, ma difficile da assimilare tutta insieme. Rendere la nuova stagione disponibile in piccole quantità è più giusto per una serie in cui c'è così tanto in ogni nuovo episodio.
Erin Moriarty: Sono decisamente d'accordo ed è buffo perché da spettatrice adoro divorare le serie e non riesco a tenermi da parte episodi da guardare. In questo sono un ipocrita, ma credo che sia un bene per la nostra serie che è così densa che sia distribuita in questo modo, perché c'è bisogno di tempo per digerire, per godersi i cliffhanger e ragionarci su. Se è vero che da spettatrice lo trovo frustrante, allo stesso tempo lo adoro, quindi sono felice del nuovo formato.
A proposito della densità di temi, che ne pensi di come la serie ha gestito la storyline del tuo personaggio nella prima stagione in ottica femminile?
Erin Moriarty: Francamente non posso che sentirmi fortunata nell'aver avuto l'opportunità di raccontare una storia che coinvolge il tema del #metoo, ma va detto che il merito di aver creato quella storia va dato al nostro showrunner, io mi sono limitata a interpretarla. Mi hanno scritturata per esserne l'attrice e sono fortunata, ma ho sentito anche la grande responsabilità di renderle giustizia, per il bene delle vittime di abusi sessuali, che si sono trovate alla mercé di uomini in posizioni di potere e che hanno abusato di questo. Sono contenta che Eric Kripke abbia deciso di includere questo aspetto nella prima stagione e so che può essere un tema controverso raccontare un personaggio che fa "cose sbagliate", ma quando il movimento è venuto fuori con tutti i suoi racconti non ha fatto altro che evidenziare come molti abusi sessuali si verifichino in una zona grigia della moralità per quanto riguarda le stesse vittime. Questo non le rende cattive persone, perché la psicologia degli abusi sessuali è molto complessa e puoi esserne vittima, essere un essere umano buono e forte, eppure in quel momento trovarti in una situazione di tale confusione che ti ritrovi a fare qualcosa di sbagliato. Ironicamente, Starlight rende il suo mondo un posto migliore proprio perché ha affrontato quella situazione terribile e vuole far luce su quanto l'abuso sessuale sia dilagante nella società. Sono felice che ne abbiamo potuto parlare e che ho potuto interpretarlo, ma il merito va tutto a Eric Kripke.