Thandie Newton si muove leggera: gli anni di danza classica le hanno lasciato un portamento elegante, quasi regale. La sua ossatura sottilissima, il segreto della bellezza, le conferisce un aspetto delicato, senza tempo. Ma sono i suoi occhi a rimanere impressi: grandi, felini, intelligenti.
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A 45 anni l'attrice inglese è più bella che mai, non soltanto grazie al sorriso perfetto, ma sopratutto per l'intelligenza dello sguardo, che rispecchia perfettamente le sue parole. Intervistarla non è facile e allo stesso tempo semplicissimo: quando la incontriamo a Cannes, in occasione del 71esimo Festival del Cinema, dove ha presentato, fuori concorso, Solo: A Star Wars Story, il film sulla giovinezza di Han Solo, nelle sale italiane dal 23 maggio, è lei a dettare i tempi su tutto. Saluta, fa commenti gentili, fa domande e, al primo quesito, diventa un fiume in piena: il suo è un flusso di coscienza, in cui segue un proprio filo logico, che va oltre i confini della domanda fatta. Eppure, nelle sue lunghe, lunghissime, risposte c'è tutto quello che bisogna sapere e anche di più.
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Il mito di Star Wars
In Solo: A Star Wars Story l'attrice è Val Beckett, moglie del criminale Tobias Beckett (Woody Harrelson). Questo ruolo segna la realizzazione di un sogno: "Non era una delle ambizioni della mia vita perché non ci ho mai pensato: mi sembrava inaccessibile. Avevo 6-7 anni quando ho visto il primo film di Star Wars: faccio parte della generazione per cui tutto è iniziato, quindi, in un certo senso, mi sento privilegiata. Mi sono persa i film di mezzo: lavoravo molto, ho avuto i bambini... il reboot di J.J. Abrams però mi è piaciuto molto: sono amica di John Boyega, quando è stato scritturato è stato incredibile. Nina Gold, la casting director, è anche lei mia amica e siamo d'accordo nel dire che J.J. ha dato alla saga una nuova prospettiva. Adoro J.J., è uno dei produttori di Westworld: credo che abbia un occhio molto aperto, si concentra a rappresentare la vita com'è realmente".
Newton era a bordo fin dall'inizio, prima del passaggio di testimone alla regia tra la coppia formata da Phil Lord e Christopher Miller e Ron Howard: "Sono felice di far parte del progetto: mi hanno chiamato Phil e Chris, credo che quello che stavano facendo fosse molto intelligente. Amo The Lego Movie, è divertente, ormai guardo praticamente solo film per bambini! Hanno fatto scelte di casting molto interessanti: adoro Phoebe Waller-Bridge, la sua serie Fleabag è fantastica, amo Woody Harrelson, credo sia un attore straordinario. Raccontare la storia di Han Solo è rischioso: ci vuole coraggio, perché è un personaggio iconico. L'idea di far parte di qualcosa di così controverso, visto che il personaggio è molto amato, mi attirava. Ogni scena è stata fantastica: voglio dire, Chewbecca era seduto accanto a me! È stato incredibile: questi film è sicuro che saranno visti da moltissime persone, una cosa eccitante, perché vuol dire che in tanti guarderanno il tuo lavoro. La visibilità che ti offrono è meravigliosa: è quindi un'opportunità straordinaria per spingersi oltre con idee, sensibilità, temi...".
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Un ruolo storico
Oltre all'eccitazione di far parte dell'universo di Star Wars, Newton ha sentito la responsabilità di essere la prima donna di colore in un ruolo importante nella saga creata da George Lucas: "Solo a fine riprese mi sono resa conto, me l'ha fatto notare un collega di Westworld, che è un super fan di Star Wars, di essere la prima donna di colore ad avere un ruolo importante nella saga. Certo, c'è Lupita Nyong'o in Star Wars: Il risveglio della forza, ma non si vede, perché il suo personaggio è in CGI. Non me ne ero resa conto, ma è una cosa storica: non si è creato rumore intorno a questo fatto perché la maggior parte delle persone coinvolte in Star Wars non è di colore. Non è una critica, è la realtà: ricordo quando sono andata per la prima volta nei camerini a provare i costumi. Bellissimi, molto simili a quelli che si vedono nel film. Volevano che collaborassi e, quando ho visto i disegni dei modelli, Val era bianca, con capelli lisci neri. Chiaramente erano stati fatti prima che fossi scelta. Il responsabile degli effetti speciali mi ha detto che, quando Chris e Phil stavano guardando gli storyboard della scena sul treno, in cui Val è coinvolta, hanno visto che era stata disegnata bianca e hanno detto: perché l'avete fatta bianca? Non abbiamo ancora trovato l'attrice, perché avete presunto che fosse bianca? Per loro doveva invece essere di colore. È una svolta: ma avrebbe potuto non accadere molto facilmente. Il lavoro sul personaggio è stato fantastico: Val è una donna pratica, non ha tempo per farsi bella, quindi ha pochissimo trucco, le abbiamo lasciato i miei capelli ricci naturali, che danno anche un'imbottitura in più all'elmetto! È un primo passo, ovviamente nei prossimi anni succederà sempre di più. Non parlo solo delle persone di colore: si tratta di valorizzare ciò che rende le persone uniche".
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Cercare di impressionare Ron Howard a 30 metri d'altezza
Una delle scene di Solo che vede protagonista Thandie Newton è una spettacolare rapina a un treno in corsa. Per realizzarla c'è voluto molto impegno: "La scena del treno è stata la più difficile: ho dovuto allenarmi molto per sentirmi sicura. Ogni volta che la mia controfigura mi mostrava cosa fare dicevo: ovviamente non sono in grado di farlo! Ma lei ogni volta mi incoraggiava, mi toglieva la sfiducia e in mezz'ora riuscivo a farlo. Cosa che mi infastidiva ancora di più perché, visto che ero in grado, avrei dovuto farlo sul serio durante le riprese. È stato spaventoso: i set erano reali, ero a 30 metri d'altezza su una pedana delle dimensioni di un tavolo! Dovevo saltare e atterrare su una barra di metallo. Sono una ballerina, dovevo riuscirci! Ho dovuto fare questa scena 40 volte, ovviamente appesa a dei cavi, ma ogni volta ero terrorizzata. C'è voluta tutta la mia abilità di attrice per non sembrare spaventata a morte, in più era il primo giorno di riprese con Ron Howard! Essere in un film di Ron Howard era nella mia lista di desideri da anni: pensavo che, quando sarebbe successo, avrei avuto una scena molto seria seduta a un tavolo, invece ero su una pedana a sparare a 30 metri d'altezza!".
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Westworld: la serie che ha cambiato tutto
Thandie Newton non è solo una delle attrici britanniche più amate (nello spot di British Airways che la compagnia trasmette ad alta quota è tra i volti iconici della Gran Bretagna, insieme a leggende nazionali come Ian McKellen e Rowan Atkinson nei panni di Mr. Bean), ma anche una ex ballerina, un'antropologa, una scrittrice e un'attivista: è per questo che molti dei ruoli che le sono stati affidati in passato le stavano stretti.
Con la maturità ha quindi capito le cose realmente importanti su cui concentrarsi: "Ho 45 anni e sono nera: ho smesso di amareggiarmi per i ruoli che non ho ottenuto. Mi concentro sul mio lavoro, amo la mia carriera in questo momento: non ho più quella smania che avevo un tempo". La svolta è arrivata tre anni fa grazie a Westworld, la serie HBO creata da Jonathan Nolan e Lisa Joy a partire dal film di Michael Crichton Il mondo dei robot, in onda in Italia su Sky Atlantic: "Ho girato Star Wars e la seconda stagione di Westworld contemporaneamente: ero sul set della serie a Los Angeles e poi prendevo un aereo per venire a girare Solo a Londra. Ho fatto avanti e indietro nel periodo in cui si sono svolte le riprese del quinto episodio: una cosa folle".
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Nella serie l'attrice interpreta Maeve Millay, androide che svolge il compito di maîtresse del Mariposa, locale che si trova all'interno dell'area dedicata al vecchio west di un costoso parco di divertimenti. Maeve, ribelle e alla disperata ricerca della figlia, è il ruolo della vita per l'attrice: "Westworld ha cambiato tutto per me: stavo per lasciare la recitazione prima della serie. Avevo pensato di dedicarmi di più alla scrittura, cosa che faccio già, e prendermi un momento per capire cosa fare. Non volevo fare l'attrice, ma la ballerina: ho lavorato per quello e ho studiato antropologia a Cambridge. Ho sempre pensato che avrei fatto la giornalista se con il ballo non avesse funzionato, era il mio piano B. Quindi qualche anno fa ero pronta a lasciare tutto, perché ero molto frustrata per come le donne venivano rappresentate sullo schermo: ho sempre combattuto con registi e produttori per cercare di aggiungere qualcosa ai miei personaggi, per dar loro maggiore complessità, rendendoli multidimensionali. La maggior parte dei ruoli femminili sono scritti da uomini e sono piatti: ne avevo dunque abbastanza. Sono più vecchia, sono un'attivista, cosa che assorbe una parte sempre maggiore del mio tempo: mi piace andare sul campo e aiutare le persone, mi dà molta soddisfazione. Ma poi è arrivato Westworld".
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Fare politica grazie alla tv (e alla nudità)
Per Newton recitare in Westworld è come fare politica: "Normalmente, quando lavoro a un film, anche se mi permette di pagare le bollette, sono costretta a dedicarmi meno all'attivismo, perché non posso mettere bocca sul risultato finale: è tutto nelle mani del regista e del produttore. Con Westworld invece mi sento un'attivista ogni giorno che sono sul set: la storia sovverte gli stereotipi sulle donne in modo geniale e sofisticato. La nudità è usata in modo potente: in passato ho fatto scene di nudo in cui mi hanno ingannato, i registi mi dicevano che il mio corpo si sarebbe visto fino a un certo punto e invece non era così. C'è stato addirittura uno showrunner che è venuto nel mio camerino, perché volevo indossare una canottiera in una scena tra marito e moglie: non pensavo ci fosse bisogno di apparire nuda, ma mi ha detto che dovevo andare senza niente. Quando ho detto che secondo me la nudità in quella scena non era giustificata, mi ha risposto semplicemente: Thandie Newton nuda in scena e basta. Sono stata quasi grata per la sua brutalità: se questa era la sua motivazione era sicuro al 100% che non mi sarei tolta nulla. Invece è riuscito a convincere l'attore con cui ho girato la scena ad abbassarmi la canotta, facendo uscire uno dei miei seni! Gli ha detto di farlo e lui, che aveva un ruolo molto piccolo, si è sentito obbligato a farlo. È questo ciò con cui abbiamo a che fare. Quindi per me girare Westworld completamente nuda, senza usare controfigure, è quasi ironico: non pensavo l'avrei mai fatto, per anni ho cercato di scoprirmi il meno possibile. Invece qui sono totalmente nuda ed è la sensazione di potere più forte che abbia mai provato, perché veicola un messaggio, mostra come questi individui sono trattati, al pari di bestiame. Quindi la nudità è completamente giustificata. È fantastico: mi ha cambiato la vita".