C'è una grande consapevolezza a guidarci nello scrivere questa recensione di Tales from the Loop, ovvero che si tratta della serie giusta al momento giusto, una visione perfetta per accompagnare le giornate difficili che stiamo vivendo con le sue atmosfere diradate, gli spunti suggestivi e il modo che ha di catturare lo spettatore e trascinarlo sotto la superficie, a fondo tra le riflessioni che suscita riguardo i temi che affronta. Tales from the Loop di Amazon Prime Video non è, insomma, una serie che si guarda e si dimentica, ma una che resta con noi anche dopo aver terminato la visione, rendendo giustizia alla miglior tradizione del genere.
Sotto la superficie
E sotto la superficie c'è anche il perno attorno al quale ruotano le storie di Tales from the Loop, che esplorano le persone che vivono nella cittadina che si trova al di sopra di un laboratorio che compie esperimenti di fisica e un macchinario costruito per scoprire e studiare i misteri dell'universo. The Loop, appunto, che rende possibili le cose da storie di fantascienza che caratterizzano gli otto episodi, otto pennellate (e non usiamo il termine a caso) che vanno a comporre la prima stagione della serie di Amazon: anche se si tratta di una serie antologica, composta da episodi autonomi, quello che viene fuori è un quadro d'insieme composito e affascinante.
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Un filo conduttore non solo emotivo
Non abbiamo potuto visionare tutti gli episodi di Tales from the Loop, ma ci è sembrato evidente un disegno d'insieme che vada al di là delle singole storie e dei singoli episodi, una sorta di filo conduttore che è prima di tutto emotivo, ma sfocia anche in ambito tematico e narrativo, con le figure che ci vengono raccontate collegate da legami familiari o accadimenti del loro passato, che ricorrono e cambiano di peso nell'economia della storia: ecco quindi che il piccolo vicino di casa del primo episodio diventa protagonista del quarto, o altre figure di contorno arrivano a prendere la scena successivamente. Figure tra le quali emergono la madre dal passato oscuro interpretata da Rebecca Hall o lo scienziato a cui dà intensità Jonathan Pryce.
Il quadro mentale di Amazon
Ogni episodio della serie di Amazon Prime Video diventa quindi il pezzo di un puzzle che si va a comporre poco a poco, un'immagine che resta nel cuore e nella mente dello spettatore. Se torniamo alla metafora visiva c'è un motivo, perché è pittorica l'ispirazione della serie scritta da Nathaniel Halpern, ovvero l'opera dell'artista svedese Simon Stålenhag, una serie di illustrazioni raccolte nel 2014 in cui l'autore portava avanti un esperimento di sci-fi apocalittica, ponendo oggetti di ispirazione fantascientifica nel contesto della Svezia rurale. Una suggestione visiva che Halpern, coadiuvato da registi come Mark Romanek, Ti West, Charlie McDowell o Jodie Foster, riesce a riprodurre ed evocare nelle atmosfere della serie, tra ritmi diradati, intensità emotiva, capacità di stuzzicare riflessioni e la potenza evocativa della musica di Philip Glass e Paul Leonard-Morgan.
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Conclusioni
Chiudiamo la nostra recensione di Tales from the Loop convinti che la nuova serie di Amazon Prime Video ci accompagnerà a lungo, con la sua capacità di insinuarsi sottopelle e suggerire riflessioni e sensazioni durature. Con ritmo dilatato e intensità emotiva, oltre che la capacità evocativa della sua colonna sonora, la serie scritta da Nathaniel Halpern riesce a raccontare singole storie autonome, ma componendo un quadro d’insieme compiuto e affascinante.
Perché ci piace
- La capacità di scavare sotto la superficie e seminare riflessioni nella mente dello spettatore.
- L’essere antologica, ma riuscire a comporre un quadro d’insieme più articolato e complesso.
- L’atmosfera e le suggestioni visive, tra ritmo diradato e intensità emotiva…
Cosa non va
- … che però la rendono meno adatta a chi preferisce qualcosa di più vivace, sia dal punto di vista del racconto che dei temi.