Sono passati venti anni da quando, grazie ai suoi quattro balordi di Edimburgo, Danny Boyle è diventato un regista noto in tutto il mondo: con l'aiuto del peggior cesso della Scozia e a una colonna sonora trascinante, Trainspotting si è imposto come un titolo di culto, manifesto di una generazione, diventando parte dell'iconografia pop anni '90. In queste due decadi il regista ha affrontato generi diversi, ha vinto un Oscar per The Millionaire (2008), ha affinato il suo gusto, virando su uno stile più ricercato e forse anche patinato, usando sempre più luci al neon e montaggi serrati.
Era inevitabile quindi che, recuperati Mark Renton (Ewan McGregor), Sick Boy (Jonny Lee Miller), Spud (Ewen Bremner) e Begbie (Robert Carlyle), questi non potessero essere più gli stessi di un tempo, sia per le rughe ormai presenti sui loro volti, che per il mondo intorno a loro, completamente cambiato. Ispirandosi solo vagamente al romanzo Porno (2002), sequel ufficiale di Trainspotting firmato sempre da Irvine Welsh, Boyle e lo sceneggiatore John Hodge con T2 Trainspotting hanno cercato di immaginare la vita dei loro quattro moschettieri scozzesi venti anni dopo e il risultato non poteva che essere un inno alla nostalgia e al tempo che passa.
Abbiamo incontrato Boyle a Londra, all'anteprima mondiale del film, nelle sale italiane dal 23 febbraio.
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David Bowie e la difficoltà di far stonare Ewan McGregor
All'inizio del film Renton, che ha passato gli ultimi venti anni ad Amsterdam, torna nella casa natia, dove la sua stanza è rimasta identica a come l'aveva lasciata: sfogliando i suoi vecchi vinili, il protagonista si sofferma su un album di David Bowie, scomparso esattamente un anno fa, al momento dell'uscita di T2: Trainspotting in Gran Bretagna. È un omaggio del regista a uno dei più grandi artisti della musica contemporanea? "Ricordo che abbiamo pensato: dovremmo mettere la sua musica nel film?" ha ammesso Boyle, proseguendo: "E poi mi sono detto: no, ce n'è troppa, molti la usano. E poi quale avremmo scelto? Quindi abbiamo eliminato tutti i rumori quando Mark sfoglia i vinili: girando la scena si sentiva il rumore del dito che muove il disco, abbiamo eliminato tutto. È un tributo silenzioso, a lui e a quegli album, album che ho ancora anche io in vinile".
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A proposito di musica: in una delle scene più divertenti del film, Ewan McGregor e Jonny Lee Miller improvvisano una canzone in un pub e sono tremendamente stonati, nonostante entrambi siano in realtà degli ottimi cantanti (se non avesse fatto l'attore McGregor avrebbe potuto tranquillamente considerare una carriera in campo musicale, come ha dimostrato nel musical Moulin Rouge). Quanto è stato difficile farli stonare? "Volevamo che quella scena fosse ridicola" ha detto Boyle, proseguendo: "Ma anche abbastanza realistica. L'abbiamo girata dal vivo, non è stata modificata in seguito, l'abbiamo registrata dal vivo nel locale. Jonny ha imparato a suonare il piano. Sembra una scena incerta, caotica e stupida: ma è proprio quello che volevamo ottenere, con una canzone faziosa come quella".
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Un film maschile, in cui le donne fanno la differenza
T2: Trainspotting è molto maschile, gli stessi protagonisti lo ammettono nel film, ma i personaggi femminili, pur comparendo poco, sono i più forti e intelligenti: in questi venti anni la cosa che è cambiata maggiormente sono quindi proprio le donne? "La gente non ci fa caso, solo perché hanno parti più brevi, ma sono fondamentali" ha ammesso Boyle, spiegando meglio: "Non vuol dire che non siano importanti: il loro operato è silenzioso ma fondamentale. La moglie di Begbie, la madre di suo figlio, è la donna che spinge il ragazzo a essere diverso, in modo che non finisca come suo padre. È molto importante. Veronika (Anjela Nedyalkova) è colei che usa le tattiche dei protagonisti contro di loro: sfrutta la loro disonestà, la loro mancanza di lealtà, li batte in astuzia e si tiene i soldi. Gail (Shirley Henderson), che cresce un bravo ragazzo nonostante Spud, suo padre, sia uno scioperato senza speranza, è lei, alla fine, a pensare a un titolo per il libro: è lei a dire la battuta finale del film grazie al titolo. Quindi sì, sono molto importanti. Ovviamente anche il personaggio di Kelly Macdonald, che ha un cameo meraviglioso: ha realizzato grandi cose, è diventata un avvocato. Quindi sì, credo che lei abbia ragione, ed è strano perché loro quattro sono predominanti: sono sul poster, il film è molto maschile, nel primo capitolo sono spavaldi senza sforzo e qui cercano di ritrovare quello spirito ma in realtà è difficile recuperarlo. Non ci riescono perché è stancante. Dovrebbero impiegare le loro vite in modo diverso, invece che deludere le persone che li circondano, figli e donne".
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Mark Renton che usa Snapchat: perché?
Vedere Mark Renton usare i filtri di Snapchat è quasi un trauma, dà veramente il senso di quanto il mondo sia cambiato in venti anni. Perché questa scelta? "Lo so: è il mondo moderno. Dobbiamo cercare tutti di tenere il passo aggrappandoci al mondo moderno con le unghie" ha detto Boyle, continuando: "Il discorso di Renton "scegli la vita", molto noto grazie al primo film, con cui, con l'insolenza della giovinezza, rifiuta le scelte che il mondo gli impone, ora invece è il grido disperato di un uomo che sta invecchiando e capisce che non ha realizzato molto: la notte è solo con la sua ansia e un peso sul petto, ma si consola con questa litania per lenire il dolore, la scelta tra Facebook o Snapchat, o qualsiasi siano le tue scelte. In realtà la scena riguarda sua madre: un'altra donna essenziale del film. Non è tornato per il suo funerale e il senso di colpa per non averlo fatto per lui è un peso terribile: riesce ad affrontarlo solo quando incontra di nuovo suo padre e si inginocchia di fronte a lui, per redimere la sua colpa di non essere andato al funerale della donna più importante della sua vita".