T2 Trainspotting: noi, tossici della nostalgia

Danny Boyle non cerca di ricatturare il vitalismo dell'originale del 1996, né può sperare che il suo sequel abbia lo stesso effetto deflagrante: ci propone invece un film più intimo, riflessivo e affettuoso nel commiserare le sorti dei suoi personaggi, ma anche molto divertente in alcuni momenti.

Che cosa avete fatto voi, negli ultimi vent'anni? Di quante cose vi vergognate, di quante invece andate fieri? L'atteggiamento più sano nei confronti del passato è quello di chi non rimpiange nessuna scelta, perché ormai è tardi per tornare sui nostri passi, e un pentimento tardivo serve solo ad avvelenare il presente. Poi c'è chi davvero non ne ha fatta una giusta, come un manipolo di scavezzacollo scozzesi che abbiamo conosciuto noi nel 1996, che da allora hanno cercato invano la redenzione, la fortuna, la grana ad ogni costo, o, nel caso di Begbie, la libertà. A loro ci accomuna quello struggimento, quel senso di perdita che anche i più soddisfatti della propria vita provano ripensando alla giovinezza, che si fugge tuttavia. La presenza inevitabile nel nostro scenario interiore della persona che siamo stati, coi suoi sogni sfumati e le sue paure trasformate, che si fa sentire anche se non c'è più, come un'ombra stampata sulla parete che in qualche modo ancora respira.

T2: Trainspotting 2 - un'immagine suggestiva del trailer del film
T2: Trainspotting 2 - un'immagine suggestiva del trailer del film

T2 Trainspotting va in cerca di questo fantasma che tutti abbiamo incontrato o incontreremo, e la nostra reazione al film può dipendere dall'intimità che abbiamo con esso. Di certo, grazie all'ispirata sceneggiatura di John Hodge e allo sguardo divertito e compassionevole del regista, quest'opera non è un tentativo di scimmiottare un film irripetibile nella sua capacità di fotografare lo spirito della metà degli anni '90, o di ricrearne le iconiche vette di gioia eversiva. È qualcosa di diverso, un sincero e affettuoso corollario che forse servirà solo a ribadire il fascino e l'unicità dell'originale, a scavargli un posto più profondo nel nostro cuore, abbastanza da non rimpiangere le due ore della nostra vita che gli dedicheremo.

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Sei un turista nella tua gioventù.

Il fantasma del Renton passato

T2: Trainspotting 2, Ewan McGregor e Jonny Lee Miller in una scena del film
T2: Trainspotting 2, Ewan McGregor e Jonny Lee Miller in una scena del film

Di quei vent'anni nella vita di Mark Renton non sappiamo poi granché: Boyle ci offre qualche pittoresca immagine di una città apparentemente perfetta per lui, Amsterdam, dove ha sperperato i frutti del suo tradimento, e di un evento inatteso e spaventoso che lo porta alla decisione di tornare a casa ad affrontare le conseguenze delle sue malefatte, lasciandosi alle spalle solo un'altra esperienza fallimentare. A Edimburgo l'aspetta l'inconfondibile cameretta con i trenini sulle pareti, e un senso di colpa troppo imponente per provare a elaborarlo. Sua madre, Diane, Tommy, Dawn. Lo aspetta il suo migliore amico Sickboy/ Simon, prigioniero del vecchio pub della zia a Leith, impegnato a cercare riscatto attraverso uno squallido racket di prostituzione ed estorsione, e disposto a sotterrare l'ascia di guerra dopo una scazzottata e una rinnovata associazione a delinquere; lo aspetta il povero Spud, capace di formare una famiglia, di amare la sua Gail e il "piccolo" Fergus più di ogni altra cosa, ma non di funzionare normalmente in un mondo regolato da norme con cui lui non riesce a stare al passo. Con o senza eroina.

T2 Trainspotting: una scena con Ewan McGregor e Robert Carlyle
T2 Trainspotting: una scena con Ewan McGregor e Robert Carlyle

Come facevo a sapere che era estate. Non era nemmeno caldo: portavo ancora il maglione!

T2: Trainspotting 2 - Robert Carlyle in un momento del trailer del film
T2: Trainspotting 2 - Robert Carlyle in un momento del trailer del film

La minaccia più immediata e fisica, per quel che ne sa Mark, è al sicuro in gattabuia; ma "fortuna" vuole che Francis Begbie riesca in una clamorosa fuga e sia temporaneamente "ammansito" solo grazie alla furbizia (doppio gioco?) di Simon. Che però non basta a impedire che l'incontenibile Begbie di Robert Carlyle sia uno degli elementi più divertenti e incresciosi - ma anche tragici - di questo sequel; anzi, in barba all'imperituro fascino da bad boy di Ewan McGregor, e all'elettricità che guizza tra di lui e Jonny Lee Miller, Carlyle è l'interprete più incisivo in T2 come lo era stato probabilmente in Trainspotting. Anche se forse dobbiamo un ex aequo allo stralunato Ewen Bremner che accompagna il suo Spud nella parabola più toccante e sorprendente del film: perché è lui e solo lui a dare un esito vitale al fantasma del passato, e a trasformarlo in un'opportunità (senza tradimento a seguire).

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T2: Trainspotting 2 - un'immagine del trailer del film
T2: Trainspotting 2 - un'immagine del trailer del film

Presente imperfetto

T2: Trainspotting 2, Ewan McGregor e Danny Boyle sul set del film
T2: Trainspotting 2, Ewan McGregor e Danny Boyle sul set del film

Questo stagionato, immalinconito Danny Boyle non rinuncia allo stile frizzante del suo primo successo, e anche se T2 non ha i momenti da instant cult del primo Trainspotting non mancano sequenze splendide ed emozionanti. Peccato per quei virtuosismi gratuiti - angolazioni impervie, microcamere attaccate agli oggetti più improbabili, fermi immagine leziosi - che mal si adattano all'impostazione più classica e matura di questo sequel, e che corrispondono ai momenti in cui Boyle sembra allontanarsi dai suoi personaggi, non capirli più. Al punto di essere forse costretto ad andarli a cercare in quei flashback un po' abusati e in quelle immagini di ragazzini sorridenti che intensificano oltre il dovuto il languore nostalgico.

T2: Trainspotting 2 - Kelly Macdonald in un'immagine del trailer del film
T2: Trainspotting 2 - Kelly Macdonald in un'immagine del trailer del film

Un altro problema del film è probabilmente la marginalità dei personaggi femminili, perché pur essendo T2 una storia di uomini che invecchiano, la controparte femminile è sempre un riferimento fondamentale e necessario: a parte la promettente Anjela Nedyalkova, nei panni di una giovane prostituta bulgara che porta con sé un germe di futuro e di cambiamento, le altre sono davvero troppo sacrificate, e da fan di Kelly Macdonald chi scrive non può che considerare un affronto personale il risibile spazio dedicatole. Considerati questi e altri difetti, vorremmo che tutti i sequel fossero come T2: onesti, ispirati, capaci di prendersi dei rischi per raccontare qualcosa di autentico e riconciliarci con l'ombra di ciò che siamo stati; che non è una ferita, ma un talismano.

Movieplayer.it

3.5/5