Poco più di due settimane fa vi parlavamo di The Night Manager, la miniserie della BBC con Tom Hiddleston e Hugh Laurie diretti da Susanne Bier nell'adattamento televisivo dell'omonimo romanzo firmato da John Le Carré negli anni '90.
E proprio un'altra opera di David Cornwell, vero nome dello scrittore britannico un tempo prestato ai servizi segreti di Sua Maestà, è la base letteraria dalla quale è partita Susanna White per la trasposizione cinematografica de Il traditore tipo, aggiungendosi alla sostanziosa lista di titoli dell'autore inglese adattati per il grande e piccolo schermo dal lontano 1965 quando Martin Ritt portò al cinema La spia che venne dal freddo fino alla regia di Anton Corbijn con La Spia - A Most Wanted Man passando per Il sarto di Panama, The Constant Gardener o, ancora, La talpa. A sei anni di distanza dalla pubblicazione del romanzo ci imbattiamo nella versione tridimensionale di Perry (Ewan McGregor), professore universitario di poetica, e Gail (Naomie Harris), avvocatessa penalista di successo. Una coppia sposata ma in crisi, a causa di un tradimento dell'uomo con una delle sue studentesse, che cerca di riavvicinarsi durante un viaggio a Marrakech. Qui Perry conosce il carismatico quanto enigmatico Dima (Stellan Skarsgård), uomo d'affari russo con il quale instaura un'amicizia estemporanea che catapulterà l'insegnante e sua moglie nel mondo dello spionaggio e del riciclaggio internazionale. Dima, infatti, è il riciclatore di denaro sporco numero uno della Vory, la mafia russa gestita da Il Principe (Grigoriy Dobrygin), nuovo boss a capo dell'organizzazione criminale intenzionato ad eliminare l'uomo e la sua famiglia.
Perry diventa così pedina fondamentale per la salvezza di Dima che consegna all'uomo un pen drive contenente informazioni da recapitare all'MI6, agenzia di spionaggio britannica rappresentata da Hector Meredith (Damian Lewis), contenente le prove dell'infiltrazione mafiosa russa nell'economia e nella politica inglese e mezzo di scambio per richiedere asilo sul suolo inglese per lui e la sua famiglia.
Ogni azione ha una conseguenza
Similmente alla scelta della Bier, Susanna White - regista della commedia Tata Matilda e il grande botto e delle produzioni tv Generation Kill, Parade's End e Jane Eyre -, concentra l'attenzione sui suoi personaggi e le loro scelte piuttosto che su una regia tutta giocata sull'azione, mettendo in primo piano uno dei nuclei tematici alla base stessa del film: l'etica. Perry e Gail, infatti, da semplici civili con una vita nella media, fatta di buone occupazioni e problemi di una qualsiasi coppia, si ritrovano immersi nel grande quadro dello spionaggio politico/economico internazionale perché spinti dalla necessità di fare la scelta giusta che consiste nell'aiutare Dima a proteggere la sua famiglia. La regista sottolinea, coadiuvata dalla sceneggiatura e dalla stessa gestualità dei suoi protagonisti, la componente umana che si contrappone alla freddezza degli affari e dei numeri dei conti correnti gestiti dall'uomo d'affari russo e sembra affidare alla lucente fotografia di Anthony Dod Mantle (Dogville, The Millionaire, Rush), scultorea nel giocare con le variazioni cromatiche e le messe a fuoco, quel ritmo spesso latente nella narrazione sostituito dai molteplici obiettivi impiegati anche all'interno di una sola sequenza parallelamente al gioco di riflessi o angolazioni inusuali, alternando l'inquadratura fissa alla camera mobile.
Un problema di scrittura
Per adattare il romanzo sul grande schermo Susanna White ha chiamato Hossein Amini, regista e sceneggiatore iraniano che già in passato si era confrontato, più di una volta, con la trasposizione cinematografica di un'opera letteraria come testimoniano gli script de Le ali dell'amore e Le quattro piume, rispettivamente tratti da Henry James e Alfred Edward Woodley Mason, fino alla consacrazione avvenuta nel 2011 quando ha firmato per Nicolas Winding Refn la sceneggiatura di un cult moderno, Drive, partendo dall'omonimo romanzo di James Sallis. Con Il Traditore Tipo, Amini, sembra però aver mancato il centro del bersaglio, riuscendo sì a riportare l'evoluzione di Perry che da marito infedele incapace di mantenere la parola data - quel "restare fedele sempre" pronunciato il giorno del suo matrimonio - ritrova la sua bussola morale rappresentata dalla solidità e determinazione con la quale porta avanti la promessa fatta all'amico russo (e che parallelamente vede la coppia rinsaldarsi) ma dimentica di costruire narrativamente quella suspense fondamentale per la riuscita di un buon thriller.
Come già accennavamo, Il Traditore Tipo, non si accosta a quelle pellicole di genere basate sull'azione o lo scontro fisico, anzi, il suo obiettivo risiede piuttosto nella capacità di creare una tensione psicologica che cresca sequenza dopo sequenza, in una matrice di stampo hitchcockiano, ma che la regia della White e la scrittura di Amini non riescono però a riportare e ricostruire con sufficiente convinzione nonostante le suggestive ambientazioni - dal Marocco a Parigi passando per Berna e le Alpi Francesi - la scenografia curata di Sarah Greenwood o l'ottimo cast a disposizione.
Movieplayer.it
2.5/5