Il Sundance Film Festival 2023 torna in presenza dopo due anni col ritorno dei giornalisti nella gelida (e carissima) Park City, ma non rinuncia ai vantaggi del virtuale. Alla stampa impossibilitata a recarsi nello Utah è stato permesso di seguire la maggior parte dei film, ma non degli incontri e dei Q&A, direttamente da casa attraverso un sistema di prenotazioni che è stato perfezionato rispetto allo scorso anno. Purtroppo sono mancati all'appello alcuni dei titoli più attesi come il nuovo musical di John Carney, Flora and Son, interpretato da Eve Hewson, la figlia attrice di Bono Vox degli U2, e da Joseph Gordon-Levitt, non disponibile on line.
E proprio Flora and Son si è rivelato la principale acquisizione del Sundance 2023. Apple ha comprato il film su una madre single di Dublino che cerca il riscatto nella musica per circa 20 milioni di dollari, stessa cifra che ha sborsato Netflix per accaparrarsi un altro dei titoli caldi di questa edizione, Fair Play, thriller sentimentale che vede i fidanzati clandestini Phoebe Dyevor e Alden Ehrenreich sfidarsi senza esclusione di colpi sul posto di lavoro, una società di servizi finanziari di Wall Street. Stile tagliente e performance convincenti, soprattutto quella dell'interprete di Bridgerton, le due acquisizioni ci ricordano che lo streaming diventa sempre più predominante sia nell'offerta rivolta al pubblico che nella concorrenza tra major. In linea coi tempi, il Sundance si adegua con un'edizione ibrida che guarda alla sua tradizione e al tempo stesso conserva l'apertura alla dimensione virtuale apponendo qualche miglioria.
La crisi è globale
Visti anche i titoli premiati da pubblico e giurie, le principali tendenze dell'edizione 2023 del festival di cinema indie più celebrato al mondo indicano un tentativo di far convivere tradizione e modernità. Uno sguardo dal mondo del futuro arriva da pellicole come The Pod Generation, dove Emilia Clarke e Chiwetel Ejiofor interpretano una coppia che si interroga sul senso della maternità naturale o surrogata, o Infinity Pool di Brandon Cronenberg, ambientato in una nazione turistica in cui gli stranieri possono far espiare ai loro cloni le condanne a morte a loro riservate per i crimini commessi. Paesaggio con mano invisibile, prodotto dalla Plan B di Brad Pitt, va ancora oltre immaginando un mondo dominato da una specie di insetti alieni rosei e grassocci che pretendono di controllare le esigenze degli umani. Per arrivare poi all'apocalittico Divinity, pellicola sperimentale che, in aperto omaggio al David Lynch più onirico, immagina un mondo futuro in cui l'umanità è quasi tutta sterile per via di un siero che dovrebbe donare vita e gioventù eterna.
La morale potrebbe subire attacchi da ogni parte nel mondo preconizzato dai cineasti, ma neppure nel presente ce la caviamo troppo bene. Tra le crisi esistenziali che avvolgono i personaggi di Bad Behaviour, pellicola intimista capitanata da Jennifer Connelly, l'allucinato bodybuilder sull'orlo della follia di Magazine Dreams, con un Jonathan Majors in odor di nomination all'Oscar, e le incomprensioni che avvolgono You Hurt My Feelings, con Julia-Louise Dreyfuss, nessuno sembra cavarsela troppo bene. Giocano sulle insoddisfazioni, insicurezze e insofferenze giovanili le deliziose commedie Shortcomings e Rye Lane, che unisono in un'ideale ponte la Bay Area, New York e Londra, mentre la cupezza regna sovrana in Sometimes I Think About Dying, con una Daisy Ridley quasi catatonica. Per non parlare del torbido legame tra le dark lady di Eileen, Anne Hathaway e Thomasin McKenzie, in un noir che è il trionfo dell'ambiguità.
Anne Hathaway e Thomasin McKenzie nelle foto di Eileen, il thriller in anteprima al Sundance 2023
L'Italia si ritaglia con orgoglio il suo spazio
Tra i titoli più interessanti di questa edizione, oltre al bellissimo Squaring the Circle (The Story of Hipgnosis) in cui Anton Corbijn ripercorre la storia degli Hipgnosis, creativi responsabili delle copertine dei dischi di Pink Floyd e Zeppelin, spiccano i due documentari dedicati alle star Michael J. Fox e Brooke Shields, che si mettono a nudo davanti all'obiettivo raccontandosi all'ombra di malattie, insicurezze e risi nervose. Da non perdere d'occhio anche l'emergente Emilia Jones, protagonista di Coda, vincitore dello scorso anno premiato con l'Oscar come miglior film, fa ritorno in due pellicole: il nostalgico Fairyland, dove interpreta una studentessa con un padre gay - uno Scoot McNairy in stato di grazia - nella San Francisco degli anni '70 e '80, e l'improbabile Cat Person, eletto a maggioranza dalla critica come uno dei film meno riusciti di questa edizione.
Spazio all'Italia con ben due titoli nella sezione Spotlight, Le otto montagne porta nella montuosa Park City la lunga amicizia tra il cittadino Pietro (Luca Marinelli) e il montanaro Bruno (Alessandro Borghi), L'immensità di Emanuele Crialese offre a Penelope Cruz l'ennesimo ruolo di primo piano nei panni di una madre che lotta per tenere unita la famiglia proteggendo la figlia che vuole affrontare una transizione. Una vetrina internazionale di primo piano meritata in un'edizione non eccezionale, ma comunque ricca di titoli intriganti.
Ecco allora la nostra classifica dei dieci migliori film del Sundance 2023.
Jonathan Majors e la dieta per diventare bodybuilder in Magazine Dreams
10. Theater Camp
Curioso mockumentary che farà impazzire gli amanti del musical. Quando la sua fondatrice finisce in coma dopo un malore, il figlio non troppo arguto assume le redini di un campeggio estivo che ha lo scopo di preparare i ragazzini a diventare stelle di Broadway. Ma i problemi non mancano tra crisi artistico-esistenziali, incomprensioni e rischio di fallimento economico. La fantasiosa pellicola segna il debutto alla regia del duo composto da Molly Gordon, che interpreta anche l'insegnante di recitazione del campeggio, e Nick Lieberman.
9. Shortcomings
Randall Park sforna una deliziosa commedia sull'irrequietezza sentimentale dei ventenni. Nella Bay Area Justin H. Min interpreta il manager di un cinema che si adagia su una relazione non troppo solida con la fidanzata Ally Mako mentre confida le sue pene d'amore all'amica lesbica Sherry Cola, che non si da pace e passa da un flirt all'altro. Il tutto finché un cambiamento radicale non sconvolgerà le loro esistenze. Commedie garbata, arguta e divertente Nel cast anche la star di Spider-Man Jacob Batalon in un ruolo minore.
8. Rye Lane
Ancora una romcom giovanile, ma stavolta ambientata a Londra, nella comunità black che si espande tra Camden e Brixton. Dom e Yas si incontrano nella toilette di una mostra d'arte contemporanea e trascorrono una lunga giornata a zonzo per la città lenendo l'una le ferite dell'altro legate a relazioni passate (e sbagliate). Tra esilaranti gag, involontarie irruzioni in case altrui, party coloratissimi ed esecuzioni improvvisate di Sign Your Name di Terence Trent D'Arby, un divertente spaccato di gioventù folle, eccentrico e irresistibile. Il tutto con sullo sfondo una Londra più vitale e multietnica che mai.
7. Fairyland
Il memoir di Alysia Abbott trova vitta sullo schermo grazie alle performance di Emilia Jones, Scoot McNairy e Geena Davis. Dopo aver perso la moglie in un incidente d'auto, Steve Abbott decide di trasferirsi a San Francisco insieme alla figlia piccola e vivere un'esistenza apertamente gay. Il film diretto con grande sensibilità da Andrew Durham attraversa quasi un ventennio - dalla liberazione sessuale degli anni '70 alla comparsa dell'AIDS negli anni '80 - raccontando la crescita e lo sviluppo di Alysia Abbott alle prese con le difficoltà e gli imbarazzi di un'esistenza completamente fuori dai canoni.
6. Run Rubbit Run
Colpisce nel segno il raffinato horror psicologico australiano horror australiano diretto da Daina Reid, prontamente acquisito da Netflix. L'assolato outback si trasforma in un luogo degli orrori quando la dottoressa interpretata da Sarah Snooke nota delle stranezze nel comportamento della figlia Mia, di sette anni. Un perenne senso di minaccia pervade la discesa nell'abisso del ricordo (e della follia) familiare in questa pellicola suggestiva, dove colpi di scena e jump scare sono ben calibrati, con Greta Scacchi che ricompare nei panni della madre di Sarah, afflitta a sua volta da nevrosi e problemi psichici.
5. Still: la storia di Michael J. Fox
Michael J. Fox si racconta senza sconti in un documentario agile e veloce come era lui a inizio carriera. "Quelli bassi sonno più veloci", spiega l'attore mentre corre da un set all'altro dopo aver lottato fin da piccolo per emergere nell'industria dello spettacolo. Con il successo arriva la terribile diagnosi del Parkinson, tenuta abilmente nascosta mentre Fox annega il dispiacere in alcool e droghe. Ma ci penseranno la famiglia e il lavoro a salvare l'attore, che continua a lottare giorno dopo giorno col progredire della malattia.
4. Fair Play
Thriller acuminato come uno stiletto, Fair Play, scritto e diretto da Chloe Domont, si apre come una romcom con una scena di sesso piuttosto sconvolgente per poi scivolare progressivamente nel noir quando una promozione sconvolge la relazione tra Phoebe Dynevor e Alden Ehrenreich, conviventi e colleghi in una grande banca d'investimenti di Wall Street. Con qualche eccesso nella parte finale, il film si rivela un'appassionante guerra dei sessi che solleva quesiti sull'emancipazione femminile e sulla capacità del maschio di sostenere la vicinanza di una compagna che ha maggior successo di lui.
3. Cassandro
Co-prodotto da Amazon, l'appassionante biopic che vede Gael García Bernal nei panni del wrestler omosessuale Cassandro l'exotico, personaggio creato dal luchador di El Paso Saul Armendariz. Sorriso aperto, mise attillate ed eccessive, Bernal fornisce un ritratto sincero del celebre wrestler, senza mai calcare la amano sulla sua diversità. L'attore aderisce al personaggio con dedizione schivando il rischio di creare una macchietta e strappa anche qualche lacrima nel raccontare l'ascesa, e i vizi, dell'atleta, la povertà, il legame con la madre e l'assenza della figura paterna che peserà per sempre sulla sua esistenza.
2. Radical
Sorta di L'attimo fuggente ambientato negli slum messicani basato su una storia vera, Radical ha commosso il pubblico dl Sundance che gli ha tributato il Festival Favorite Award. Eugenio Derbez, l'insegnante di canto di Coda, interpreta un maestro delle elementari dai metodi decisamente bizzarri che insegna a sognare - e ad apprendere - a un gruppo di ragazzini di Matamoros, una delle zone più povere del Messico. Affrontando pregiudizi, corruzione e criminalità, il maestro lotterà per valorizzare le qualità uniche dei suoi allievi, tra cui si trova anche "la nuova Steve Jobs", insegnando loro il potere della conoscenza. Divertente, edificante e commovente.
1. Squaring the Circle (The Story of Hipgnosis)
Un incredibile viaggio nella scena musicale e artistica della Londra fine anni '60 guidati dall'estro di Anton Corbijn che assembla immagini, interviste e canzoni per raccontare la storia di Hipgnosis, duo composto da Storm Thorgerson e Aubrey "Po" Powell, responsabili di aver creato l'iconico design delle copertine dei dischi di Pink Floyd, Led Zeppelin, Paul McCartney e Peter Gabriel. Roger Walters e David Gilmour, Jimmy Page e Robert Plant, e molti altri artisti ripercorrono la memoria di un'epoca fatta di droga, sperimentazione, ribellione, ma anche di enorme libertà e creatività.