Suits: dieci motivi per recuperare la serie

Suits è in arrivo con la sua sesta stagione: in attesa dei nuovi episodi, ed in occasione del quinto anniversario dal debutto, abbiamo stilato una lista di dieci motivi per cui la serie ci ha appassionati negli ultimi cinque anni tra avvocati, processi, litigi e amori.

Con il termine "Suits" si indica, in inglese, il classico completo da ufficio. I colletti bianchi di Manhattan vivono vestiti in questo modo, con giacche e cravatte da migliaia di dollari che avvolgono corpi sempre meno empatici, votati al Dio denaro a cui rispondono continuamente e di cui si circondano. Materialismo spicciolo in uffici enormi, pieni di cose inutili che fanno da specchio alla solita vuota immagine, e sempre più in alto nei grattacieli, in cima alla città centro del mondo che credono di poter comandare grazie ad un mix di potere e supponenza. I colletti bianchi di Suits sono avvocati di successo che guadagnano altezze e perdono scrupoli, entrando in un meccanismo che riesce a spezzare soltanto Mike Ross (Patrick J. Adams), ex corriere della droga che per altruismo ha rovinato ogni possibilità di ricevere una buona educazione.

Suits: un primo piano di Patrick J. Adams
Suits: un primo piano di Patrick J. Adams

Mike ha un Q.I. da genio e una memoria che gli permette di ricordare qualsiasi testo solo dandogli un'occhiata, ma ha rinunciato al suo sogno di diventare avvocato per aiutare un amico. Glielo restituirà Harvey Specter (Gabriel Macht), Senior Partner di uno degli studi di avvocati più prestigiosi di Manhattan, che per lui rischierà la sua integrità ricevendo in cambio un partner perfetto per tutti i suoi casi. Suits procede con un segreto enorme, ovvero l'avere all'interno di uno studio che assume solo laureati di Harvard uno che non si è laureato affatto, e che quindi va contro la legge proprio in uno dei tempi della legalità: da questo casus belli, semplice ma efficace, si scatenano una serie di vicende ad effetto domino che appassionano gli spettatori da ben cinque stagioni. In attesa che la sesta arrivi sui nostri schermi, ed in occasione del quinto anniversario dal suo debutto, ecco dieci motivi per cui varrebbe la pena dedicarsi alla visione di questa serie, che ha dimostrato di saper migliorare con il tempo e non annoiare mai lo spettatore.

Leggi anche: Serie TV rinnovate e cancellate: tutte le notizie sui serial USA, UK e stranieri

10. Eludere la legge

Una scena con Patrick J. Adams nell'episodio 'Inside Track' di Suits
Una scena con Patrick J. Adams nell'episodio 'Inside Track' di Suits

Suits è una serie che parla principalmente di avvocati: ogni puntata si focalizza su un caso, sia esso riguardante una semplice acquisizione finanziaria o un omicidio. In cinque stagioni, però, ciò che lo spettatore impara non è come funziona la legge, ma quante volte è possibile piegarla al proprio volere senza riuscire ad eluderla. "Quando hai una pistola puntata alla testa e ti chiedono di fare una cosa, farla non è l'unica opzione per salvarti. Ci sono almeno altre duecento opzioni" spiega Harvey Specter a Mike, una delle prime lezioni che regala al suo associato e che Mike mette costantemente in pratica imparando a svicolare, ingannare e bluffare i suoi avversari per riuscire ad accaparrarsi la vittoria di un caso. E sono proprio i duecento modi diversi per scappare dalla pistola ad appassionare lo spettatore.

9. I processi

Gabriel Macht nell'episodio 'Inside Track' di Suits
Gabriel Macht nell'episodio 'Inside Track' di Suits

Arrivare alla conclusione degli eventi in un processo è di solito il climax giuridico di cui può usufruire una serie legale: Suits al contrario non solo non abusa del tribunale, ma si prende gioco di esso inscenando molto spesso i cosiddetti "mock trial", ovvero dei finti processi che servono agli associati per imparare il mestiere o per risolvere contestazioni minori tra partner (come ad esempio Louis e il suo gatto). Ironici e costantemente sopra le righe, i finti processi sono tra i migliori momenti di Suits, riuscendo a regalare alla serie un ritmo più dinamico e meno serioso.

8. Il lato oscuro

Suits: il cast della serie in un'immagine promozionale della quarta stagione
Suits: il cast della serie in un'immagine promozionale della quarta stagione

Non esistono buoni o cattivi in Suits: ogni personaggio ha in sé moltissime sfaccettature che spesso trovano tendenza in buone o cattive azioni. Durante la stagione più che stereotipi si disegnano davanti a noi dei semplici esseri umani, ognuno con le proprie debolezze e spesso impossibilitato a resistere alla tentazione di prendere la via più breve, quella più semplice che tuttavia mette a rischio gli altri. Louis (Rick Hoffman) è il personaggio emblematico di questo tipo di costruzione. E per questo, nonostante i suoi gesti meschini e codardi, è impossibile non affezionarsi al suo personaggio.

Leggi anche: Da Tony Soprano a Walter White, 10 memorabili antieroi del piccolo schermo

7. I combattimenti

Titus Welliver e Patrick J. Adams nell'episodio 'Inside Track' di Suits
Titus Welliver e Patrick J. Adams nell'episodio 'Inside Track' di Suits

Ogni caso che Mike e Harvey prendono in consegna è per loro un vero e proprio combattimento: non importa se la statistica non è a loro favore, con il tempo entrambi riescono a trovare sempre un modo per rispondere ai colpi, rialzarsi sul ring e vincere con un ultimo pugno. Questo tipo di scontro verbale, fatto di proposte su carta e parole pungenti, è probabilmente una delle cose più affascinanti di Suits, che fa della sua scrittura uno dei punti di forza.

6. Donna

Suits: Sarah Rafferty in una scena
Suits: Sarah Rafferty in una scena

La segretaria di Harvey (Sarah Rafferty) rappresenta uno dei lati migliori di Suits, nonostante possa sembrare apparentemente uno dei personaggi minori. Donna è al contrario per Harvey come un filo di Arianna, quella che riesce a condurlo mano nella mano verso l'uscita di ogni suo labirinto mentale. Nella quinta stagione il suo abbandono dimostra allo spettatore quanto quell'aura di invincibilità che Harvey ha sempre dimostrato altro non è che uno scudo che Donna gli ha messo in mano, e che con altrettanta facilità se ne va ogni volta che lei è lontana. La psicologia di Donna e le sue azioni sono il vero e proprio collante delle ultime due stagioni.

Leggi anche: Le signore in prima linea: le migliori eroine della TV USA

5. La musica

Titus Welliver e Gabriel Macht nell'episodio 'Inside Track' di Suits
Titus Welliver e Gabriel Macht nell'episodio 'Inside Track' di Suits

Costantemente occupato in una vita monocorde, Harvey passa i suoi momenti più intimi e riflessivi con una bottiglia di scotch e la sua musica. I vinili che colleziona non sono solo uno dei tanti oggetti costosi di cui ama contornarsi, ma un vero e proprio omaggio alla sua anima, che si trova tutta tra la polvere di quei vecchi dischi, che suonano in momenti chiave del personaggio. Dal rapporto con il padre all'abbandono di Scottie fino all'amore per Donna, tutto passa attraverso un giradischi: uno dei dettagli più azzeccati della serie.

4. L'amore

Suits: Patrick J. Adams, Gabriel Macht e Sarah Rafferty in una scena della serie
Suits: Patrick J. Adams, Gabriel Macht e Sarah Rafferty in una scena della serie

In un mondo così freddo e privo di sentimento alcuno, lavorativamente è davvero difficile trovare una breccia per far sì che anche i sentimenti raggiungano gli uffici. Suits lo dimostra fin dalla prima stagione, per poi smentirsi a suon di puntate e di sguardi, parole, gesti. Con il crescere dei personaggi crescono anche le loro relazioni e ognuno di loro si trova ad affrontare l'amore. Per gli altri, per se stessi, per un amico o perfino per un animale. Lo sviluppo è graduale e riesce a far appassionare lo spettatore ad ognuna delle sfaccettature presentate, risultando un approccio vincente.

3. Harvey Specter

Suits: Gabriel Macht in una scena della serie
Suits: Gabriel Macht in una scena della serie

È indubbio che uno dei motivi per amare Suits sia proprio Harvey Specter. Protagonista indiscusso e deus ex machina dell'intera vicenda, Harvey è una persona estremamente istintiva ed apparentemente incurante di qualsiasi cosa che non sia se stesso. Durante le cinque stagioni impariamo a conoscerlo, a combattere i suoi demoni, a vincere e perdere con lui trovando spesso tanti, troppi compromessi. Ma non lo vediamo mai abbandonare ciò in cui crede davvero.

2. Lealtà

Suits: un'immagine promozionale della serie
Suits: un'immagine promozionale della serie

Dal primo all'ultimo secondo delle cinque stagioni di Suits, ciò che ci viene costantemente presentato è un concetto, spesso traballante e disturbato ma sempre presente, di lealtà: è la lealtà che tiene in piedi il rapporto tra Mike e Harvey, ed è quella stessa lealtà che conduce Mike verso il suo destino nell'ultima stagione. Per cinque anni non c'è stato un momento in cui uno dei personaggi non si sia mosso cercando di colpire o coprire un altro per lealtà a qualcuno: le continue alleanze e i cambi di potere (come quelli dei nomi dello studio) sono parte integrante di Suits e ne costituiscono l'ossatura principale, riuscendo a rendere il corso degli eventi imprevedibile e per questo avvincente.

Leggi anche: 25 serie perfette per il binge-watching

1. Mike Ross

Suits: Patrick J. Adams in un'immagine tratta dalla serie
Suits: Patrick J. Adams in un'immagine tratta dalla serie

Il percorso di Mike è indubbiamente uno dei motivi più interessanti per vedere Suits. In un mondo così in alto e irraggiungibile, composto da un'elite selezionatissima, Mike è il semplice fattorino che arriva tra le stelle e poi cade nella polvere, l'uomo comune, lo spettatore. Attraverso Mike gli occhi di chi guarda si posano sulla meraviglia di un mondo in cui si può davvero "fare la differenza", ma allo stesso tempo vivono con lui l'ansia di essere scoperti, e di veder crollare quel piccolo castello di carta. Lo abbiamo visto distruggersi proprio nelle ultime puntate, e ora l'unica cosa che rimane da fare è sperare che la lealtà, Harvey, l'amore, Donna, i combattimenti e i processi riescano a salvare Mike dal suo destino. E lo spettatore con lui.