Studio 666, la recensione: Una follia horror da Dave Grohl e i suoi Foo Fighters

La recensione di Studio 666, la commedia horror nata da una storia di Dave Grohl che vede i suoi Foo Fighters alle prese con una oscura maledizione rock; in sala per una settimana con Nexo Digital dal 23 giugno.

Studio 666 Courtesy Of Andrew Stuart Open Road Films 4
Studio 666: Dave Grohl in una scena del film

Ammettiamo un conflitto interiore nello scrivere la recensione di Studio 666, combattuti tra l'affetto che è impossibile non provare per l'ultima follia di Dave Grohl e i suoi Foo Fighters e la necessità di esprimere un giudizio che tenga presente di alcuni limiti prettamente cinematografici di questo progetto così anarchico e creativo. Si tratta di una commedia horror che nasce da un'idea dello stesso Dave Grohl, ma che ha anche un padrino d'eccezione come John Carpenter, sia come ispirazione tematica e visiva che comee apporto pratico al film, avendo messo mano alla colonna sonora che accompagna questa incursione dei Foo Fighters nel mondo del cinema.

Una maledizione rock

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Studio 666: Nate Mendel, Pat Smear, Taylor Hawkins, Chris Shiflett, Rami Jaffee in una scena del film

Lo spunto di Studio 666, che nasce dalla storia immaginata da Dave Grohl, è semplice ma efficace e si lega alla realizzazione del decimo album dei Foo Fighters. Per registrarlo, la band si trasferisce a Encino, in California, in una villa isolata che ha nel suo passato una macabra storia del rock. Decenni prima, nel 1993, in quel luogo un rocker si è spinto troppo oltre, è stato posseduto dal demonio ed è entrato in contatto con forze oscure. Una sorte che tocca allo stesso Dave Grohl, una volta giunto in questa casa, mettendo a repentaglio la realizzazione del disco e la sopravvivenza stessa della band, i cui membri (il bassista Nate Mendel, il chitarrista Pat Smear, il batterista Tayolor Hawkins, il chitarrista solista Christ Shifflett e il tastierista Rami Jaffee) devono operarsi per fermare la maledizione che ha travolto loro e il loro leader.

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L'ironia di Dave Grohl

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Studio 666: Dave Grohl, Leslie Grossman, Taylor Hawkins in una scena del film

L'ironia è una caratteristica che contraddistingue da sempre la band e il suo leader ex Nirvana. Un'ironia veicolata attraverso alcuni dei loro video che trova sfogo nel progetto in sala dal 23 giugno, per una settimana, grazie a Nexo Digital, dopo il passaggio nelle sale americane lo scorso febbraio. Una vena ironica che definisce la componente da commedia di Studio 666 e bilancia un'altrettanto marcata dose di horror: c'è infatti un gusto per l'approccio al genere di qualche decennio fa, per il gore, l'effettistica e le morti sopra le righe che si vanno a incastonare come folli pietre preziose nella storia che ci viene raccontata. È un approccio divertito e giocoso al genere che rende la commistione tra i due generi di horror e commedia riuscito e travolgente.

La benedizione di John Carpenter

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Studio 666: Nate Mendel, Pat Smear, Chris Shiflett in una scena del film

Va detto che lo sviluppo di Studio 666 è esile, in linea con l'intento del progetto, che le interpretazioni della band non sono eccelse (d'altra parte il loro mestiere è un altro e lo portano avanti con evidenti meriti) e ci sono parti che avrebbero avuto bisogno di una leggera sfoltita, ma non si riesce a non voler bene a questo pasticcio firmato da BJ McDonnell alla regia. Va inoltre ricordato che è uscito in digitale l'omonimo EP di debutto dei Dream Widow, il progetto di Dave Grohl e del chitarrista dei Fireball Ministry Jim Rota ispirato alla band metal al centro di questa horror-comedy, che aggiunge una ulteriore sfumatura di interesse al progetto. Il voto che leggete a fine pagina è il tentativo di bilanciare il divertimento che abbiamo provato con gli evidenti limiti intrinsechi, oltre che tener presente che non si può considerare un film per tutti i palati.

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Studio 666 Courtesy Of Andrew Stuart Open Road Films 8
Studio 666: Dave Grohl in una scena del film

Impazziranno, infatti, gli amanti della band, che potranno godersi i loro beniamini in vesti diverse e autoironiche, si divertiranno gli appassionati di un certo horror che il film omaggia, per i quali anche la benedizione e partecipazione di John Carpenter è una garanzia di fedeltà di spirito e tematica. Ma per tutti gli altri i motivi di interesse sono limitati, tanto che ci sembra perfettamente sensata la scelta dell'uscita evento di una settimana, che segue quanto fatto di recente per Jujutsu Kaisen. E come in quel caso, chissà che non si possa prolungare la permanenza nelle sale, nel caso in cui la risposta del pubblico lo giustificasse.

Conclusioni

Nel riepilogare la recensione di Studio 666, non possiamo che ribadire che non si tratta di un film che possa piacere o interessare a tutti, ma che può incontrare il gusto di almeno due grandi categorie di spettatori: da una parte i fan dei Foo Fighters e dell'approccio giocoso che hanno alla loro arte, dall'altra gli appassionati di un certo tipo di horror che gioca con se stesso e il gore che mette in scena. Un ibrido tra commedia e orrore al quale, pur nei suoi limiti anche artistici, non possiamo non voler bene.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.4/5

Perché ci piace

  • L'ironia di Dave Grohl, che ha scritto la storia, e i suoi Foo Fighers.
  • La preziosa partecipazione di John Carpenter.
  • L'omaggio a un certo tipo di horror di qualche tempo fa.
  • Una sana dose di gore nel mettere in scena morti creative e sopra le righe.

Cosa non va

  • I membri della band non sono attori e a tratti si nota.
  • Con qualche taglio qua e là sarebbe stato più scorrevole e piacevole.
  • Si tratta, inutile dirlo, di un film non per tutti.