Stefania e Amanda Sandrelli presentano Christine Cristina

La nostra intervista alla premiata ditta Sandrelli & Co. in occasione della presentazione di Christine/Cristina nella sezione anteprime Fuori Concorso, il film che segna l'esordio dietro la macchina da presa di Stefania Sandrelli interpretato dalla figlia Amanda, da Alessandro Haber e da Alessio Boni.

Un esordio impegnativo e ambizioso quello di Stefania Sandrelli che dirige il suo primo film in coppia con il compagno Giovanni Soldati (di questo dualismo abbiamo appreso solo dai titoli di coda e dalla cartella stampa) con protagonista principale la figlia Amanda Sandrelli. Christine Cristina racconta la storia vera di Cristina da Pizzano, una poetessa veneziana vissuta nel XIV secolo che si battè per affermarsi come poetessa ed entrare nei circoli intellettuali dell'epoca che erano riservati esclusivamente agli uomini. Una favola storica che la Sandrelli ha deciso di scrivere e dirigere con un piccolo budget (circa due milioni e mezzo di euro) dopo aver visto in una libreria un piccolo libricino con raffigurata in copertina una donna in abiti medievali seduta davanti a un mobile in posizione di scrittura. Si trattava di 'Storia di una scrittrice medievale' di Règine Pernoud che raccontava la storia di una donna italiana che si è trasformata in una figura esemplare nella storia della letteratura femminile, la prima donna a vivere e a mantenersi soltanto grazie al suo mestiere di scrittrice e poetessa. Un'esordio per la Sandrelli, che di set, di registi e di film ne ha visti davvero tantissimi sin da quel lontano 1961 quando Pietro Germi la accolse a braccia aperte in Divorzio all'italiana. Ad accompagnare l'attrice viareggina all'incontro con i giornalisti la figlia Amanda, protagonista del film nei panni di Cristina ed Alessandro Haber che nei film interpreta un poeta e strimpellatore che con l'aiuto di Cristina ritrova la sua vena poetica, un ruolo che avrebbe dovuto essere di Gerard Depardieu. Un cast di attori tutto italiano che vede anche la partecipazione di Alessio Boni, Paola Tiziana Cruciani e di Blas Roca-Rey, marito di Amanda. Girato in sole otto settimane negli studi di Cinecittà (riciclati da un vecchio San Francesco d'Assisi televisivo) e nella cittadina laziale di Sant'Oreste, il film sarà nelle sale all'inizio del 2010 distribuito da 01Distribution.

Signora Sandrelli, perchè la scelta di Amanda per il personaggio di Christine?
Stefania Sandrelli: La mia non è stata una scelta 'materna' vorrei che fosse chiaro. L'ho scelta perchè Amanda era fisicamente attinente col personaggio, ma soprattutto perchè penso che lei abbia molte cose in comune con il personaggio di Christine, è una donna che non ha fatto nulla per apparire ed ha creduto nel suo lavoro. Non ho costruito il personaggio su di lei ma l'ho scelta perchè conoscendola da quando è nata e sapendo tutto di lei ho pensato che mi potesse dare quello che altre attrici non avrebbero potuto, la sua faccina buffa, le smorfie, i sorrisi, la grazia e la delicatezza di Christine. Non mi avete mai sentito incensare mia figlia ma questa volta devo ammettere che è stata veramente molto brava.

Signor Haber, com'è la Stefania Sandrelli regista?
Alessandro Haber: Credo che Stefania sia una delle poche attrici italiane che non ha mai sbagliato un film, una donna che di cinema ne ha sempre masticato, un animale da set. Ho lavorato con molti registi ma non sono tutti uguali, a volte capita di far incontri magici. Avevo lavorato con lei nel 1985 per Mamma Ebe di Lizzani ma aspettavo da tanto questo incontro e cercavo di immaginare come sarebbe stato. La verità è che in lei ho scoperto una concretezza e una maturità che non mi aspettavo: Stefania è una donna con la risposta sempre pronta, raramente mi sono sentito così protetto su un set. Dubito sempre di tutti quelli che ti dicono che sei perfetto e che va sempre tutto bene, perchè a me nonpiace sentirmi compiaciuto di me stesso sempre e comunque. Mi aspettavo una Stefania fragile con le sue insicurezze in questa nuova veste di regista, invece ha dimostrato di essere una regista attenta, di saper cogliere le piccole sfumature.

Come si è sentito nella parte che avrebbe dovuto essere di Gerard Depardieu?
Alessandro Haber: Non ho saputo subito di questa cosa, mi è stata detta solo dopo che ho accettato di interpretare il mio ruolo. Sia chiaro che non mi sento da meno rispetto a Gerard, anche se lo considero davvero un grandissimo attore; sono onorato di aver preso il suo posto. La verità è che mi piace questo mestiere, se c'è un ruolo che ha un senso mi piace sempre interpretarlo, che sia una comparsa o una parte da protagonista poco importa.

Signora Sandrelli, perchè Depardieu non ha più partecipato?
Stefania Sandrelli: La mia idea sin dall'inizio era quella di fare un piccolo film italiano, 'tutto' italiano. Ad un certo punto avevamo paventato l'idea di fare una co-produzione con la Francia per avere più finanziamenti, ma poi non se n'è fatto più nulla. Gerard era stato molto entusiasta di questo ruolo che volevo offrirgli, avrebbe voluto produrlo e anche interpretarlo ma poi è saltato tutto.

Come nasce questo desiderio di cimentarsi alla regia? Ha rubato qualcosa ai grandi registi con i quali ha lavorato?
Stefania Sandrelli: E' questo quello che accade quando arrivi ad una certa età, inconsapevolmente qualcosa ti scatta dentro e ti viene voglia di regalare qualcosa di diverso al tuo pubblico. Per questo ho scelto di restituire quello che sui set ho carpito in tutti questi anni al fianco di Pietro Germi, Ettore Scola, Mario Monicelli, Luigi Comencini e Bernardo Bertolucci. Ho assorbito molto da loro, ero molto curiosa quando giravamo, li guardavo, cercavo di capire i trucchi del loro mestiere e il meglio da tutti loro. Una ventina d'anni fa ci provai con una sceneggiatura intitolata Buongiorno Amore, ma nessuno mi ha dato credito, ho bussato a mille porte ma poi l'idea è decaduta. Ho intuito sin da quando ho aperto la prima pagina del libro che narrava di Christine, tre o quattro anni fa circa, che avevo in mano la storia giusta e che avrei finalmente fatto il grande passo.

Un film tutto al femminile...o quasi
Stefania Sandrelli: Christine è un film che abbiamo concepito tutti insieme e che abbiamo tutti noi avuto a lungo nella pancia, l'ho ideato insieme ai miei collaboratori e cercato insieme a loro tutte le possibilità di sceneggiatura, di rendere il film migliore del libro, dovrebbe essere sempre così per tutti i film. Questa storia mi ha colpito per la sua grazia, Christine incarna la delicatezza, la sorte e la caparbia di tutte le donne ma per evitare un femminismo tout-court mi sono avvalsa di collaboratori uomini accertandomi prima del fatto che avessero una grande sensibilità femminile.

Quando ha dovuto proporre ai finanziatori un film su una poetessa medievale sconosciuta che reazioni ha avuto?
Stefania Sandrelli: Devo dire che tutti si son mostrati abbastanza spaventati, per questo ci ho messo molto a trovare i fondi necessari, ho dovuto fare di necessità virtù proprio come ha sempre fatto Christine nella sua vita. Ho avuto la conferma del cast solo pochi giorni prima di iniziare le riprese, è stato tutto fortemente in dubbio fino all'ultimo momento poi piano piano il progetto ha preso forma. Mi fregio di aver fatto un bel film, mi sono intestardita e alla fine ce l'ho fatta, devo tutto alla mia testardaggine ed al fatto che sono un po' una scimmietta fiutatrice che ha spesso le intuizioni giuste. Non fosse così non avrei fatto la carriera che ho fatto.

Era un po' spaventata all'inizio di questo viaggio oppure no?
Stefania Sandrelli: Sinceramente no, neanche un po', sono riuscita a non farmi mai prendere dall'ansia, sarà stata l'incoscienza di chi è all'inizio di una nuova esperienza, anche se a dire il vero non mi sento propriamente una regista esordiente, anche per via dell'età. Sono contenta però di aver avuto l'opportunità di dire la mia anche come regista.

Com'è stato per Amanda lavorare come protagonista in un film diretto da mamma Stefania?
Amanda Sandrelli: Sono la prima ad essere stupita di questo risultato, so quanto mia madre sia concreta, è una delle donne più toste che io abbia mai conosciuto, ma un margine di sorpresa c'è stato anche per me, sapevo che alla fine avrebbe fatto un bel film ma non pensavo sarebbe riuscita a rendere perfettamente l'idea che si era fatta inizialmente di Christine. E dico questo con nel cuore una enorme fiducia, come professionista e come persona. Questo film rispecchia in tutto e per tutto il suo modo di stare al mondo e di muoversi nella vita. Non riuscivo a vederla come mia madre sul set, tranne nei momenti in cui mi rincorreva con una spremuta d'arancia in mano per costringermi a berla. Credo altresì che anche lei si sia sentita libera di scegliere l'attrice giusta, ho capito subito che avrei potuto dare a Cristina quello che lei desiderava. Ho cercato di non pensare al giudizio esterno e di non sentirmi investita di troppe responsabilità.

Perchè l'ha tanto colpita la storia di Cristina da Pizzano tanto da convincerla a realizzarne un film?
Stefania Sandrelli: Mi sono immedesimata in lei, una donna che ce l'ha fatta a sopravvivere usando la penna e l'inchiostro, facendo quello che veramente sapeva fare senza accontentarsi di fare altro. Ho adorato l'idea di frugare nel luogo da dove penso che provengano tutte le donne, un film così mi sarebbe piaciuto vederlo al cinema quindi in un certo senso me lo sono fatto su misura ma in piena libertà, seguendo ovviamente le tracce della sceneggiatura a cui ho contribuito. Spero di essere riuscita a catturare la vera essenza del personaggio di Cristina da Pizzano, la prima donna che è riuscita a vivere di letteratura e di poesia.

Ci sono secondo lei delle similitudini tra la storia di Cristina e quella di Giovanna d'Arco?
Stefania Sandrelli: A mio avviso Giovanna d'Arco è un'eroina virilizzata mentre Cristina è totalmente femminile e non accetta la visione maschile del mondo. Nonostante tutto però riesce a cavarsela e a vivere fino a 70 anni col suo lavoro, anche se alla fine si è ritirata in convento ed è finita sul rogo prima di essere giustiziata.

Quest'anno il Festival omaggia due attrici di grande talento che hanno più o meno la sua età e la sua esperienza di set, Meryl Streep ed Helen Mirren. Come influisce lo scorrere del tempo sulla creatività delle donne?
Stefania Sandrelli: Quando si oltrepassa una certa età credo ci sia da avere più fiducia nelle donne che negli uomini. Credo di essere un'attrice appagata, ho una storia di set straordinaria, una cosa che ai tempi di oggi sarebbe impossibile fare. Quando Amanda ha cominciato a lavorare in questo mondo l'ho avvisata che non sarebbe stato tutto rose e fiori ma ad oggi non posso lamentarmi su nulla.

I suoi progetti futuri? Altri film?
Stefania Sandrelli: La prossima settimana sarò in Toscana per girare sul set del nuovo film di Carlo Mazzacurati che si intitola La passione in cui ho una piccola particina nei panni di una sindachessa buffa di un piccolo paesino toscano, una donna rigida che ricatta un poveraccio chiedendogli di farla recitare nel suo spettacolo in cambio del ritiro di una salatissima multa. Stimo moltissimo Carlo, sono felicissima anche se si tratta di una piccola cosa con lui. Amo il mio lavoro e amo l'idea di poter continuare a dare il meglio di me sempre.