Come suggerisce il titolo del film, Spider-Man: Un Nuovo Universo è qualcosa di mai visto prima per quanto riguarda le trasposizioni cinematografiche delle avventure del Tessiragnatele creato nel 1962. Ancora più esplicito il sottotitolo originale, Into the Spider-Verse, che allude alla storyline fumettistica dove Peter Parker si allea con i suoi alter ego provenienti da altre dimensioni per scongiurare una minaccia senza precedenti. Tra maiali parlanti e personaggi in bianco e nero, il primo film animato di Spider-Man realizzato per il grande schermo è, prima di tutto, un sincero, vivace e brillante omaggio a oltre mezzo secolo di vita del personaggio, che sia in forma cartacea, televisiva o cinematografica. Inevitabile, quindi, che il film - di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di Spider-Man: Un nuovo universo - sia colmo di rimandi nascosti e dettagli simbolici e/o divertenti. Ecco la nostra consueta panoramica degli Easter Eggs più notevoli e altre curiosità. N.B. L'articolo contiene spoiler.
1. Una lettera in più
Tra i segreti meglio custoditi prima dell'uscita del film, grazie a un trailer ingannevole, c'era la presenza di due versioni diverse di Peter Parker (in realtà sarebbero tre, ma una appare solo nel post-credits e non incide sulla trama): il primo, ventiseienne, muore mentre cerca di impedire a Kingpin di aprire il varco interdimensionale; il secondo, trentottenne, viene catapultato nel mondo di Miles Morales e deve fargli da mentore. Per distinguere tra i due, al di là dei doppiatori (Chris Pine per il Peter più giovane, Jake Johnson per quello più attempato), c'è un dettaglio notevole nei credits: il predecessore di Miles si chiama Peter Parker, il visitatore da un altro universo è invece Peter B. Parker. Un particolare filologicamente corretto - il secondo nome di Peter è Benjamin, come il suo defunto zio - che allo stesso tempo allude alle origini diverse dei due Spider-Men: il secondo proviene, letteralmente, da un "universo B". E a tal proposito...
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2. Mondi non casuali
Quando Kingpin attiva il suo macchinario per accedere alle altre dimensioni, è possibile leggere gli appellativi dei vari mondi. Quello in cui si svolge la storia è Terra-1610, ossia l'universo Ultimate, dove Miles fece la sua prima apparizione cartacea nel 2011. Gli altri personaggi - Spider-Gwen, Peni Parker, Spider-Man Noir e Spider-Ham - vengono tutti dalle stesse realtà che conosciamo nei fumetti (e nel post-credits, per il mondo in cui è ambientato la serie animata del 1967, si parla di Terra-67), ma il dettaglio più significativo riguarda la dimensione da cui arriva Peter B. Parker: Terra-616. Come ben sanno i lettori esperti, questa è la designazione dell'universo Marvel classico, quello che conosciamo tutti. In altre parole, il Peter Parker ingrassato, separato dalla moglie e vicino ai quarant'anni è il "vero" Peter. Una versione futura (dato che nei fumetti il personaggio ha circa 26-27 anni), ma pur sempre lo Spider-Man ideato da Stan Lee e Steve Ditko nel 1962. Un altro rimando, ancora più sottile e udibile solo in inglese, è quando uno degli Spider-Men descrive la situazione definendola un "what if", allusione al titolo di una testata Marvel dove si immaginavano scenari alternativi del tipo "E se Zio Ben non fosse mai morto?".
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3. Citazione a rischio
Alla fine del film, prima di tornare nel proprio universo, Spider-Ham si congeda con la frase "Questo è tutto, gente", al che Peter B. Parker reagisce chiedendo "Ha il permesso di dirlo? Legalmente, intendo?". Un simpatico inside joke che perde un po' di senso nelle versioni doppiate, dato che in inglese la frase incriminata è "That's all, folks!", elemento fisso alla fine dei cortometraggi dei Looney Tunes, spesso detta da un altro celebre suino animato, Porky Pig. La frase è talmente legata al franchise pluridecennale della Warner Bros. che è anche l'epitaffio sulla lapide di Mel Blanc, storica voce originale di praticamente tutti i personaggi maschili, da Bugs Bunny a Wile E. Coyote (sì, ogni tanto parlava) passando per Gatto Silvestro. E a proposito di Spider-Ham, avrete forse notato che, quando Miles e gli altri si raccontano a vicenda i lutti che li hanno spinti a diventare Spider-People, il maiale è l'unico a non aprire bocca. Questo perché la sua origin story è priva della morte di un parente o amico.
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4. A volte ritornano
Tra i doppiatori principali nella versione originale ci sono ben quattro attori che hanno precedentemente interpretato personaggi Marvel in carne e ossa: la voce di Spider-Man Noir appartiene a Nicolas Cage, che nel 2007 e nel 2012 è stato Ghost Rider; Aaron Davis, lo zio di Miles Morales, è Mahershala Ali, interprete di Cottonmouth nella prima stagione di Luke Cage; Liev Schreiber, che in questo film doppia Kingpin, è stato Sabretooth, celebre antagonista di Wolverine; e Zoë Kravitz, la voce di Mary Jane, è stata Angel Salvadore in X-Men: l'inizio. C'è inoltre un altro legame buffo tra due dei doppiatori: Greta Lee, che nel post-credits presta la voce all'intelligenza artificiale Lyla, è stata una delle conquiste di Jake Johnson in New Girl.
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5. Camei d'autore
Ovviamente non poteva mancare il cameo di Stan Lee, la cui scomparsa poco prima dell'uscita del film dà alla sua prima battuta una valenza simbolica in più (commentando la morte di Peter Parker dice "Mi mancherà"), e nei titoli di coda viene reso omaggio anche a Steve Ditko, ma per i fan di Miles Morales c'è un rimando visivo altrettanto prezioso: quando il giovane scorre la propria rubrica del telefono, tra i nomi presenti si possono leggere "Bendis" e "Pichelli". Trattasi di Brian Michael Bendis e Sara Pichelli, i due creatori di Miles. Bendis, recentemente passato alla DC Comics, è stato per quasi due decenni uno degli sceneggiatori di punta della Marvel, ed è la seconda volta che viene omaggiato in questo modo al cinema: nel Daredevil del 2003 è menzionato come uno dei pugili al soldo del gangster Fallon (insieme ai colleghi Frank Miller e David Mack).