Una delle prime cose che t'insegnano a Sceneggiatura, in una qualsiasi Scuola di Cinema, è che la storia si definisce in base ai conflitti. E che a mettere in scena i conflitti sono i personaggi.
Fra le tecniche più usate dagli sceneggiatori, in particolare quelli televisivi, regna il meccanismo noto come U.S.T. (Unresolved Sexual Tension): quel magico ingrediente che in una serie vede due personaggi formare una coppia potenzialmente formidabile... ma si oppone alla nascita di quella coppia il più a lungo possibile. Perché, come vedremo, nel momento stesso in cui la coppia nasce, a volte la magia svanisce. Non sempre, però. Qualche volta la coppia funziona e diverte, continua a interessare il pubblico con le sue avventure quotidiane. E come in tutte le regole, ecco l'eccezione: in un solo caso il meccanismo che da sempre manda avanti un'infinità di storie resiste, inossidabile, alla prova del tempo, dell'amore, della distanza. Come se non fosse mai stato spezzato l'incantesimo. Come per magia.
Mulder & Scully: quando l'U.S.T. fa scuola
Se urge inserire una crisi coniugale in The Office fra Jim (John Krasinski) e Pam (Jenna Fischer) perché dopo tante stagioni l'unione finalmente celebrata è diventata noiosa per il pubblico, non è necessario aggiungere altro pepe alla relazione fra la coppia U.S.T. per definizione: Mulder e Scully.
Fox Mulder (David Duchovny) e Dana Scully (Gillian Anderson) nascono fin dal pilot di X-Files per essere complementari, ma anche fortemente antitetici. Fede e scienza, cuore e cervello, soprannaturale e naturale: tutto, nelle premesse, fa sì che lo spettatore goda di due punti di vista opposti e complementari per la risoluzione dei casi, appassionandosi sempre più al legame di fiducia, supporto, amicizia e infine amore che si crea fra due personaggi così diversi ma anche così appassionanti per chi li guarda sullo schermo.
Chris Carter ci prende in giro con baci stroncati sul nascere, baci rubati o situazioni paradossali facendoci attendere la bellezza di 8 anni per arrivare al primo, autentico bacio di vero amore. Come nelle fiabe. Ed è per questo, per la testardaggine di Carter - che si opponeva alle idee del suo team di scrittori, pronti a formare la coppia molto prima - che l'amore fra Mulder e Scully rimane forte e non rende noiosa o scontata la serie.
X-Files è l'esempio perfetto di come si crea una situazione di tensione sessuale irrisolta, la si prolunga, si fa crescere l'aspettativa del pubblico, si finge di dar sfogo alla passione e si arriva a una sorta di amore perfetto, idealizzato, quasi casto. Un amore che rifugge l'idea stessa della fisicità - non li vediamo cedere alla passione per precisa volontà del loro creatore - al solo scopo di trasformarsi in un ideale. Un amor cortese dei nostri tempi. In una serie che mescola fantascienza, horror, detective drama, avventura e commedia. Un caso unico nel panorama televisivo. Un capolavoro, insomma. Non abbiamo bisogno di vederli sposati, o conviventi, o sempre vicini. Anche quando arrivano le stagioni 10 e 11, molto tempo dopo la fine della serie, la nostra idea del loro amore è rimasta invariata. Badate bene: la nostra idea del loro amore. Perché è l'unica cosa che conta davvero, ed è la sceneggiatura di anni e di stagioni a costruirla in modo così perfetto, e così raro.
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Lui e lei, due protagonisti per una storia
Le serie costruite sul meccanismo dell'U.S.T. sono moltissime. Due protagonisti, usualmente di sesso opposto, affrontano nuove avventure in ogni episodio. Non si tratta di serie corali come nell'esempio di The Office, bensì di serie fondate su una coppia "non coppia". Da Moonlighting a Mai dire sì, da Castle - Detective tra le righe a La Tata, da Bones a Dark Angel, attraverso il tempo e attraverso i generi.
L'attrattiva principale per lo spettatore è l'attesa di quell'amore magico, poetico, unico e perfetto che abbiamo trovato nella coppia formata da Mulder e Scully. Ma non sempre le aspettative vengono rispettate.
David Addison (Bruce Willis) e Maddie Hayes (Cybill Shepherd) in Moonlighting lavorano fianco a fianco finché l'intesa e il fingere d'ignorarsi l'un l'altra li portano prima a battibecchi amorosi e poi a una relazione che rende il tutto un po' meno magico. Anche Francesca (Fran Drescher) e il signor Sheffield (Charles Shaughnessy), dopo anni di gag costruite sui tentativi della tata di sedurre il suo fascinoso datore di lavoro, convolando a nozze stravolgono la natura stessa della serie. Consapevolmente, ma resta il fatto che tutto ciò su cui La tata si fondava viene di colpo a mancare.
Particolare il caso di Remington Steele (Pierce Brosnan), l'investigatore di Mai dire sì. Perché si tratta di un'invenzione di Laura Holt (Stephanie Zimbalist), dotata e capace detective privata che, in un mondo di uomini e per uomini, si è dovuta inventare di sana pianta un socio uomo per risultare credibile e ottenere lavoro da clienti che dubitano delle qualità investigative di una donna. Il nostro signor Steele è una sorta di chimera: un po' è se stesso, affascinante più che mai, e un po' è l'ideale di uomo di Laura, che in qualche occasione si scontra con la realtà e in qualche altra la rispecchia perfettamente, facendo di Mai dire sì una di quelle serie che funzionano proprio grazie all'alchimia fra i protagonisti.
Del resto ci vuole grande attenzione nella gestione dell'U.S.T., e ci vuole una volontà di ferro come quella di Chris Carter. Cosa assai rara. Ma in qualche caso, lo scioglimento dell'U.S.T., cioè quella tensione sessuale finalmente risolta, funziona. Di solito in dirittura d'arrivo della serie - e vissero per sempre felici e contenti, dove non possiamo vederli litigare. Qualche volta anche davanti ai nostri occhi.
Attenzione però: si tratta quasi sempre di coppie che sciolgono l'U.S.T. sullo sfondo di una serie corale. Perché l'unico, rarissimo caso di U.S.T. che funziona dall'inizio alla fine è quello di Mulder e Scully.
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Quando la coppia funziona
Sciolto il nodo su cui poggiava l'intera narrazione, in una serie costruita interamente sulla tensione sessuale irrisolta, la risoluzione di solito porta guai. Se nessuno raggiunge i livelli di X-Files, c'è qualcuno che ha saputo trasformare in tran tran quotidiano in una routine che continua a piacere al pubblico, e qualcun altro che ha usato diversi escamotage per provarci.
In Castle la detective della squadra omicidi di New York Kate Beckett (Stana Katic) lotta contro i pregiudizi dei colleghi uomini per costruirsi una reputazione di brava investigatrice. Il fatto che sia bellissima certamente non aiuta la sua credibilità. Ecco quindi che la collaborazione con lo scrittore di successo Rick Castle (Nathan Fillion) diventa un'occasione per farsi vedere sotto una nuova luce anche dai superiori, oltre che dal suddetto scrittore famoso per essere un po' un provolone...
Il primo bacio arriva solo per non far saltare una copertura, ma scombina le carte in tavola. L'intesa fra Kate e la figlia adolescente di Castle faciliterà l'unione, che mantiene il proprio fascino anche una volta sciolta la tensione.
Anche un'altra coppia che cede all'attrazione continua a funzionare dopo l'unione. È quella formata da Temperance "Bones" Brennan (Emily Deschanel) e Seeley Both (David Boreanaz) in Bones. Qui le cose vanno lisce perché i tira e molla, le battutine, le gelosie e tutte le relative frecciatine iniziano quasi subito e continuano a mantenere viva la relazione anche dopo il dichiarato amore. In un certo senso, i due sono una coppia quasi subito, più agli occhi del pubblico che a quelli dei personaggi che li circondano. E questo rende il loro rapporto perfetto dal punto di vista della vivacità. Anche per un'altra caratteristica peculiare: si capiscono l'un l'altra, e si rendono conto di essere compresi dal partner e da nessun altro. Non così in profondità, almeno. Fra ex, figli, progetti futuri e complicazioni come quelle che le coppie affrontano nella realtà, Bones riesce a rendere interessante una coppia che non scoppia dopo lo scioglimento dell'U.S.T., come invece succede in molti altri casi. Si veda il precedente caso de La tata, in parte quello di Moonlighting, e sicuramente del tutto il caso di C.S.I. (Grissom e Sara sono un vero disastro) e di House (House e la Cuddy - come viene chiamata nella serie - non potranno mai funzionare se trasferisci uno dei due prima della fine della serie...).
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Serie corali, amori unici
Il tormentatissimo amore fra Ross e Rachel (David Schwimmer e Jennifer Aniston) in Friends, a quasi vent'anni dalla conclusione della serie, ancora ci fa sognare. Si è trasformato in una sorta di speranza in un lieto fine, un inno ottimistico al trionfo dell'amore anche di fronte alle difficoltà.
Allo stesso modo, la storia infinita - e quasi mai vissuta sulla schermo, sotto al nostro sguardo - di Numero 1 - William Riker (Jonathan Frakes) e Deanna Troi (Marina Sirtis) in Star Trek: The Next Generation è rimasta negli annali. Il loro è un amore ideale e idealizzato, fondamentale per la delineazione di entrambi i personaggi in un contesto che non lascia molto spazio alle vicende private dell'equipaggio dell'Enterprise. Anche l'amore idealizzato fra il capitano Janeway (Kate Mulgrew) e Chakotay (Robert Beltran) in Star Trek: Voyager funziona nello stesso modo, pur restando meno memorabile.
E ancora: Ziva (Cote de Pablo) e DiNozzo (Michael Weatherly) in NCIS - Unità anticrimine funzionano fino a che le fantasiose sparizioni e riapparizioni sono viva/sono morta guastano il tutto (serie inclusa). Jack (Matthew Fox) e Kate (Evangeline Lilly) in Lost all'inizio sembrano un po' il nostro punto di riferimento per gli amori nella serie fin dall'episodio pilota, salvo poi essere sostituiti da un altro amore memorabile, mai però fondato sull'U.S.T.: Desmond (Henry Ian Cusick) e Penny (Sonya Walker) sono "la" coppia per eccellenza, con "la" storia d'amore che fa sospirare, ma li conosciamo quando sono già innamorati e quindi non fanno al caso nostro. Al contrario di Rick (Andrew Lincoln) e Michonne (Danai Gurira), il cui amore in The Walking Dead è fortemente simbolico perché restituisce speranza a un mondo che sembra non averne più. Dalla loro unione nasce una famiglia, con Judith (Cailey Fleming) e il bambino che nascerà dal loro amore, R.J., a sottolineare come un futuro sia possibile perfino in un mondo post-apocalittico dominato dagli zombie.
New Girl ci regala una passione improvvisa fra Nick (Jake Johnson) e Jess (Zooey Deschanel), sapientemente destinata a rovinarsi presto e a rimanere sopita fino a una conferma definitiva che solo verso la fine regala soddisfazione: praticamente gli autori giocano due volte sullo stesso meccanismo e con la stessa coppia. Non male come esperimento.
Luke (Scott Patterson) e Lorelai (Lauren Graham) in Una mamma per amica sono un'altra coppia adorabile, ma il ritmo narrativo e le vicende sentimentali sono talmente complicate che è difficile prendere una decisione su chi vogliamo davvero al fianco di una delle due Gilmore Girls protagoniste. C'è un momento in cui la ritrovata passione con Christopher (David Sutcliffe), il padre di Rory (Alexis Bledel) fa girare la testa. Non solo a Lorelai, anche agli spettatori.
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La Cacciatrice Buffy Summers (Sarah Michelle Gellar), il nemico naturale dei vampiri, s'innamora perdutamente di Angel (David Boreanaz), il vampiro che l'avvicina per aiutarla e tenerla al sicuro nella lotta contro i propri simili. Perché la ama fin dalla prima volta che l'ha vista. L'amore a prima vista è un altro grande classico delle serie TV, a prescindere dal genere d'appartenenza. Ma qui, in Buffy - L'ammazzavampiri, il meccanismo dell'U.S.T. viene sapientemente sfruttato da Joss Whedon: entrambi i protagonisti della coppia sono consapevoli di non poter stare insieme. Non è opportuno, non è "giusto", è addirittura pericoloso: qualcuno potrebbe rimetterci l'anima e votarsi alla distruzione del mondo... eppure, la tensione sessuale fra i due è talmente marcata che alla fine deve essere risolta. A qualsiasi costo. Diversamente, i due personaggi non potrebbero andare avanti. Diverso il caso con Spike: quella, di tensione sessuale, si risolve quasi subito...
Chiudiamo con una menzione d'onore a una coppia che sembra cedere all'amore fin dal primo incontro, per poi iniziare un tira e molla che non diventa noioso, perché all'interno di un contesto ricco di altri eventi e personaggi. Elliot (Sarah Chalke) e J.D. (Zach Braff) in Scrubs sono sempre adorabili: quando si amano, quando si detestano, quando si fanno i dispetti, quando sono in competizione... fino al lieto fine che tutti sognavamo, fin da quel primo incontro.
Perché, in fondo, vogliamo tutti la stessa cosa. Anche quando non ce ne rendiamo conto. Anche nelle serie di un genere che nulla ha a che vedere con il romance. Almeno al cinema, almeno in TV, vogliamo vedere l'amore trionfare... come non succede nella realtà. Lasciateci l'illusione almeno con i nostri personaggi del cuore, no?