I fratelli De Serio su Spaccapietre: “Per raccontare questa storia ci serviva il corpo di Salvatore Esposito”

Intervista a Gianluca e Massimiliano De Serio, registi di Spaccapietre, film in cui Salvatore Esposito è un padre disperato che cerca di sopravvivere piegandosi al capolarato.

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Spaccapietre: Gianluca e Massimiliano De Serio sul set

Per la loro opera seconda, a nove anni di distanza da Sette opere di misericordia, Gianluca e Massimiliano De Serio hanno scelto la Puglia dura e spietata del capolarato. Parla di questo Spaccapietre, in sala dal 7 settembre, dopo il passaggio a Venezia 77 nella sezione Gionate degli Autori.

Protagonista Salvatore Esposito, che cambia ancora una volta corpo e aspetto, nel ruolo di Giuseppe, padre che, in seguito a un incidente in cava, non può più lavorare. Dopo la morte della moglie, si ritrova da solo a badare al figlio Antò (Samuele Carrino), e per sopravvivere è costretto a fare da schiavo nei campi.

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Spaccapietre: Salvatore Esposito in una scena del film

È un film duro Spaccapietre dei fratelli De Serio: i registi si sono quasi accaniti sul corpo di Salvatore Esposito. Ma era fondamentale, come ci hanno detto al Lido di Venezia: "L'idea di questo corpo da gigante, così possente, che però gradualmente nel film subisce la violenza della società, la violenza dei potenti, dei ricchi ci ha sempre ispirato nella scrittura del film. Ci piaceva vederlo su un corpo così forte come quello di Salvatore."

La video intervista a Gianluca e Massimiliano De Serio

Salvatore Esposito su Spaccapietre: "Questa è una storia che va raccontata."

I fratelli De Serio sul set

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Spaccapietre: Salvatore Esposito e Samuele Carrino in una scena del film

Questo è un momento felice per le sorelle e i fratelli italiani al cinema: pensiamo ad Alice e Alba Rohrwacher, o Damiano e Fabio D'Innocenzo. Come si comportano sul set i fratelli De Serio? "Cerchiamo di non litigare sul set. Naturalmente, essendo fratelli gemelli, abituati a litigare nella vita quotidiana, anche sul set nascono dei punti di vista diversi, come è giusto anche tra collaboratori. Essendo il cinema un lavoro collettivo, cerchiamo sempre di lasciare le tensioni fuori dal set, o comunque di discutere tanto prima dell'inizio della giornata di ripresa. Poi, se proprio non siamo d'accordo su una cosa, o uno dei due convince l'altro, oppure uno si prende la direzione del set. È un patto tacito tra di noi."

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Spaccapietre un film multisensoriale

In Spaccapietre c'è una grande cura per i dettagli: la polvere, il sudore, le secrezioni corporee. Anche l'olfatto è chiamato in causa più volte: sembra quasi di sentire gli odori del film. Perché era così importante lavorare su questo aspetto? "Durante le riprese, con tutti i collaboratori, come il direttore della fotografia, il fonico, ci siamo detti di bucare la dimensione audiovisiva e restituire quel senso materico, tattile e olfattivo. Sono le sensazioni che abbiamo avuto quando abbiamo fatto i sopralluoghi e abbiamo visto da vicino, con tutti i sensi, le situazioni in cui vivono i braccianti nelle tendopoli in Puglia."

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Spaccapietre: una scena con Salvatore Esposito e Samuele Carrino

"Le viscere dei corpi dei nostri personaggi sono quasi tutt'uno con il paesaggio che le circonda. Non soltanto quello naturale, ma inteso anche come persone, ambiente. È un percorso che abbiamo iniziato già con Sette opere di misericordia: dare al corpo delle persone una centralità, mostrandolo come veicolo di dignità e coraggi umano. Un percorso dei personaggi che è anche morale."