Appena cinque mesi dopo l'uscita di Star Wars: Gli ultimi Jedi è arrivato al cinema Solo: A Star Wars Story, il secondo lungometraggio del filone antologico che si alterna agli Episodi principali. Un film dalla genesi travagliata, inizialmente affidato a Phil Lord e Chris Miller e poi finito in mano a Ron Howard, il quale ha portato a termine le riprese iniziali e poi rigirato gran parte del materiale esistente. Il risultato è un film meno ambizioso rispetto ai capitoli più recenti della saga ma comunque un buon pezzo d'entertainment, dalle atmosfere squisitamente western e con un cast carismatico guidato da Alden Ehrenreich nei panni del giovane Han Solo. Anche in questa sede non mancano dettagli curiosi che possono essere passati inosservati se non si è fan sfegatati del franchise in tutte le sue incarnazioni (in particolare gli spin-off animati).
N.B. Questo articolo contiene spoiler!
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1. Presenza fissa
Poco prima del debutto ufficiale del film al Festival di Cannes c'era stata una rivelazione minore da parte di Mark Hamill che, rispondendo a una domanda su C-3PO durante un'intervista, aveva affermato che Anthony Daniels, interprete del celebre droide protocollare, è contento di apparire in tutti i film della saga, Solo incluso. La conclusione logica era che, come in Rogue One: A Star Wars Story, fosse stato ritagliato uno spazio per un cameo di C-3PO, presumibilmente accompagnato da R2-D2, l'unico altro personaggio del franchise ad essere apparso in tutti i film fino a Gli ultimi Jedi. In realtà i due robot non appaiono, ma Daniels mantiene comunque il suo record di presenza fissa in tutti i lungometraggi, interpretando un altro personaggio: Tak, uno dei Wookiee imprigionati nelle miniere di Kessel.
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2. Questioni di famiglia
Come da consuetudine, Ron Howard riesce a trovare, quando possibile, dei ruoli minori per i suoi parenti, in particolare il fratello minore Clint Howard, anch'egli attore, e Solo non fa eccezione: Clint appare nei panni di Ralakili. Ma sarebbe stato destinato a far discutere maggiormente il cameo, tagliato dal montaggio finale, di Jon Kasdan, co-sceneggiatore insieme al padre Lawrence Kasdan: il figlio d'arte interpretava infatti Tag Greenley, una metà del duo comico Tag & Bink (Bink Otauna aveva invece le fattezze dell'aiuto regista Toby Hefferman, come svelato tramite foto dal set postate su Twitter). Si sarebbe trattata della prima apparizione canonica dei due personaggi, inizialmente concepiti per dei fumetti parodistici come l'equivalente intergalattico dei shakespeariani Rosencrantz e Guildenstern. Forse, come auspicato dallo stesso Kasdan, li vedremo nei contenuti extra del Blu-ray.
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3. A volte ritornano
Veterano della saga dai tempi de Il ritorno dello Jedi, Warwick Davis fa parte anche del cast di Solo, ma per la prima volta l'attore inglese, già diretto da Howard in Willow, ritorna nei panni di un personaggio interpretato in precedenza: Weazel, uno dei quattro (!) ruoli che Davis aveva in Star Wars ep. I - La minaccia fantasma. Da quel film proviene anche, ovviamente, Maul (non più Darth), interpretato fisicamente da Ray Park (anche se l'aspetto un po' diverso del personaggio suggerisce che sia stata usata la performance capture, data la brevità della sua apparizione) e doppiato in originale da Sam Witwer, che ha prestato la voce all'ex-Sith in Star Wars: le guerre dei Cloni (dove viene mostrata la sua resurrezione) e Star Wars Rebels. E proprio nelle serie animate Maul aveva fondato un'organizzazione costituita da cinque sindacati criminali, forse gli stessi menzionati in Solo (il che, col senno di poi, era un indizio legato alla fine del film).
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4. Prossimamente...?
La scena finale, con Han e Chewbacca diretti verso Tatooine, suggerisce apertamente che un eventuale sequel (o un altro spin-off dove i due potrebbero avere un ruolo secondario) preveda la presenza di Jabba the Hutt, il cui rapporto complicato con il pilota del Millennium Falcon è esplorato nel dettaglio nella prima trilogia. C'è un altro indizio, più sottile, relativo a un altro personaggio, che potrebbe apparire al fianco di Han oltre ad avere a disposizione un film tutto suo: Boba Fett. Viene infatti detto, en passant, che Tobias Beckett è responsabile della morte di una certa Aurra Sing, cacciatrice di taglie che ne Le guerre dei cloni ha addestrato il giovane Boba.
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5. Due parole magiche
Durante la sequenza ambientata su Kessel la giovane Qi'ra dimostra di essere dotata per il combattimento quanto i suoi colleghi uomini, riuscendo a neutralizzare un droide di dimensioni non indifferenti. Lei attribuisce l'esito positivo dello scontro all'uso di una tecnica nota come Teräs Käsi, un nome che i fan dell'universo espanso di Star Wars ricorderanno poiché ha fatto capolino in diversi libri e videogiochi dal 1996 in poi. Da notare anche che non si tratta di un'espressione inventata di sana pianta dallo sceneggiatore di turno: in finlandese significa "mano d'acciaio", un dettaglio che ha fatto molto piacere al nuovo interprete di Chewbacca, Joonas Suotamo, nato e cresciuto nei pressi di Helsinki.