Dopo aver dato, nel 2014, una bella scossa a pubblico e critica con il suo film d'esordio, Smetto quando voglio, mescolando sapientemente commedia ed elementi action, citando film degli anni '80 e '90 e serie tv entrate nell'immagionario collettivo (Breaking Bad su tutte), Sydney Sibilia è tornato in sala dopo due anni e mezzo di lavoro con Smetto quando voglio - Masterclass, secondo capitolo di un successo che nel frattempo è diventato una trilogia pronta a concludersi con Smetto quando voglio - Ad honorem.
Apripista per la nuova ondata di cinima italiano di genere, anticipando la gloriosa annata 2016, che ha visto Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti trionfare ai David di Donatello e susseguirsi in sala film preziosi come Mine di Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, Indivisibili di Edoardo De Angelis e Veloce come il vento di Matteo Rovere (che ha messo il suo zampino anche in Smetto quando voglio 2 e 3, avendolo prodotto con la sua casa di produzione Groenlandia, fondata proprio insieme a Sibilia), Smetto Quando Voglio ha avuto l'intuizione geniale di dare nuova linfa alla classica commedia all'italiana inserendo elementi propri dei grandi blockbuster americani, su tutti l'idea di trasformarlo in un vero e proprio franchise, con una sua mitologia ben riconoscibile.
Leggi anche: Smetto Quando Voglio - Masterclass: quando il sequel diverte anche di più
Abbiamo incontrato il regista Sydney Sibilia proprio nella sede della Groenlandia, dove ci ha mostrato lo script iniziale di Smetto quando voglio - Masterclass e Ad honorem (quando ancora si chiamavano Reloaded e Revolution, citando la trilogia di Matrix), concepiti, scritti e girati insieme, dandoci qualche anteprima sul terzo e ultimo capitolo, la cui data d'uscita non è ancora stata rivelata.
Sydney Sibilia mostra il copione iniziale di Smetto Quando Voglio 2 e 3
Nel terzo capitolo, stando a quando scritto sugli appunti originali, una specie di Zibaldone che Sibilia ci ha mostrato con l'entusiasmo di un bambino che scarta i regali il giorno di Natale, l'azione potrebbe spostarsi a Ginevra, con la banda di superlaureati costretta ad affrontare sia Il Murena (Neri Marcoré) che il professore Walter Mercurio (Luigi Lo Cascio), che sta preparando un attentato, come già si intuisce dal finale di Masterclass, che potrebbe colpire proprio l'Università La Sapienza di Roma. Lo scontro tra Pietro Zinni (Edoardo Leo) e Mercurio non è dunque finito: in Ad honorem potrebbe esserci una nuova scena d'azione, dopo quella spettacolare sul tetto del treno, che li vede protagonisti.
Non solo anticipazioni, ma anche curiosità: in Smetto quando voglio - Masterclass avrebbe dovuto esserci una scena, poi eliminata, in cui la banda rubava l'aereo di Gabriele D'Annunzio, pilotato da Arturo Frantini (Paolo Calabresi) e Bartolomeo Bonelli (Libero De Rienzo), in cui quest'ultimo diceva al primo: "Ma lo sai pilotare?", per sentirsi rispondere: "No, ma ho letto il Notturno".