Il penultimo episodio di Star Wars: Skeleton Crew è stato un incredibile pugno nello stomaco. Per sei episodi abbiamo creduto che Jod Na Nawood, presunto Jedi diventato pirata, fosse una canaglia dal cuore d'oro sulla falsariga di Long John Silver - in fondo, è a L'isola del tesoro che si ispira questa storia - e invece sembra proprio essere un cattivo da manuale, interpretato diabolicamente da un Jude Law in grande spolvero. Lo abbiamo visto minacciare di decapitare i bambini con la spada laser, uccidere a sangue freddo il suo ex ufficiale Brutus e sacrificare il suo equipaggio per arrivare al mitico At Attin.
E ancora non abbiamo scoperto se sia stato veramente un Jedi oppure se si tratti di un utilizzatore della Forza nato dopo la Purga de La vendetta dei Sith: con un ultimo episodio da mezz'oretta circa in arrivo la prossima settimana, è normale cominciare a temere che la nuova serie TV su Disney+ non riesca in un atterraggio perfetto, ma per il momento possiamo accontentarci dei consueti omaggi ed easter egg, un po' meno del solito ma comunque molto gustosi. Vediamoli insieme.
Ho un brutto presentimento
"I have a bad feeling about this" è una battuta iconica che risale a Guerre stellari - la dice Luke alla vista della Morte Nera - e che da allora qualcuno pronuncia almeno una volta a film o a serie. In Skeleton Crew è toccato alla mamma di Neel avere un brutto presentimento: all'inizio dell'episodio sta per dirlo mentre insieme agli altri genitori prepara la boa di comunicazione, ma è interrotta dalla voce dei droidi che stanno setacciando il bosco.
Il pianeta del tesoro
Skeleton Crew si ispira fortissimamente all'immortale romanzo di Robert Louis Stevenson ma anche - e, forse, soprattutto - all'adattamento animato Disney del 2002, diretto da John Musker e Ron Clements: Il pianeta del tesoro. Tra i Classici Disney ingiustamente più sottovalutati, Il pianeta del tesoro è diventato una specie di film cult negli anni e ha chiaramente influenzato tantissimo Jon Watts e Christopher Ford, che hanno scritto Skeleton Crew. Il settimo episodio getta definitivamente la maschera quando Brutus definisce At Attin letteralmente "il pianeta del tesoro" e non può certo essere una coincidenza, dato che il tesoro di Rennod (la zecca di stato) si trova nelle sue profondità, proprio come il tesoro del film in questione.
I caccia dei pirati
Se vi sembra di aver già visto i caccia che pilotano i pirati di Brutus, è perfettamente normale: sono gli stessi caccia pilotati dai pirati di Gorian Shard nella terza stagione di The Mandalorian. Vane è un pirata Kajain'sa'Nikto comparso proprio in un paio di episodi di The Mandalorian 3 che ora milita nell'equipaggio di Brutus dopo la morte del suo ex capitano, perciò è assai possibile che non sia stato l'unico membro della ciurma di Shard a cambiare capitano e a portarsi dietro il proprio caccia. Da notare anche che il Quarren che pilota un caccia nell'atmosfera di At Attin si fa chiamare Devastatore Uno, Ravager One in lingua originale: nel canone Legends, i Ravagers erano i pirati del pianeta Rishi, poi entrato nel canone ufficiale con la prima stagione di The Clone Wars.
Jod come Anakin
Abbiamo detto che non è ancora chiaro se Jod sia stato oppure no un vero Jedi e che in quel caso potrebbe essere sfuggito alla Purga senza aver completato il suo addestramento da Padawan: questo spiegherebbe la forma maldestra con cui decapita SM-33 all'inizio dell'episodio. Al di là di questo dettaglio, che speriamo il series finale di Skeleton Crew chiarisca una volta per tutte, la scena in cui Jod minaccia i bambini con la spada laser stabilisce un inquietante parallelo con Anakin Skywalker che si prepara a fare strage di piccoli nel Tempio dei Jedi durante l'Ordine 66: c'è addirittura un'inquadratura praticamente identica che riprende solo la lama azzurra di Jod davanti ai bambini.
L'Impero c'entra ancora?
In questo episodio abbiamo scoperto che la misteriosa barriera intorno At Attin è generata da un sistema satellitare che governa l'atmosfera, causando le tempeste mortali che solo l'Onyx Cinder può superare indenne. Questi satelliti potrebbero essere stati parte della cosiddetta Operazione: Cenere, un piano segreto escogitato dall'Imperatore Palpatine in caso fosse morto. I satelliti intorno ad alcuni pianeti, come Vardos, bombardarono la superficie, causando danni ecologici irreversibili. Questi fatti sono raccontati in diversi media di Star Wars, incluso il videogioco Star Wars: Battlefront II.
Se davvero ci fosse lo zampino dell'Impero dietro la barriera di At Attin, sarebbe addirittura possibile un eclatante colpo di scena: il pianeta non apparterrebbe alla Repubblica ma all'Impero; i famigerati "emissari" potrebbero essere sempre stati Imperiali incaricati di procurarsi le datarie nella zecca della Vecchia Repubblica per finanziare la costruzione della base Star Killer, dei Super Star Destroyer e della flotta ricollocata a Exegol durante la formazione del Primo Ordine. Sarà veramente così?
1138
Per finire, il droide informa Jod che nelle viscere di At Attin esistono non uno ma ben 1139 casseforti piene di datarie che per qualche motivo non sono 1138. Perché questo numero è così importante? Perché, come "Ho un gran brutto presentimento...", il numero 1138 è ricorrente in molti film, serie TV e opere varie di Star Wars: per esempio, compare contrassegnato sui B-1 nei film della trilogia prequel o sulla fiancata di una navetta in un episodio di Andor e in altre opere gli stessi numeri compaiono in ordine diverso. Si tratta di un omaggio a George Lucas e, in particolare, al suo primo film L'uomo che fuggì dal futuro, il cui titolo originale è THX 1138.