Da quasi quarant'anni (uscì nelle sale americane il 23 maggio 1980) Shining terrorizza ancora spettatori di ogni età, grazie alla sua atmosfera claustrofobica, ai suoi numerosi misteri e alla performance incontenibile di Jack Nicholson. Il romanzo di Stephen King ha trovato la sua giusta traduzione sullo schermo, seppure con non poche licenze poetiche, tramite Stanley Kubrick, la cui nota precisione maniacale ha generato una pellicola da brivido costruita perfettamente, ricca di dettagli che ancora oggi fanno discutere (e lo faranno ancora di più con l'uscita di Doctor Sleep, il sequel che unisce il nuovo libro di King e gli elementi dell'universo kubrickiano - a proposito, qui potete leggere la nostra recensione di Doctor Sleep). Shining arriva in streaming su Infinity e ne approfittiamo per riscoprire i retroscena e i segreti del film, con qualche curiosità.
Uno e trino: 3 diverse versioni di Shining
Alcuni dei misteri di Shining sono la conseguenza di una semplice strategia distributiva: esistono infatti tre diverse versioni del film. La prima, inedita dal 1980, uscì solo in alcune sale americane e fu modificata dopo una settimana di programmazione, con gli esercenti incaricati da Kubrick stesso di rimuovere il pre-finale dove il direttore dell'albergo va a trovare Wendy e Danny in ospedale e segnala il mancato ritrovamento del cadavere di Jack (la scena successiva è quella della fotografia). Da lì nacque la classica versione statunitense, della durata di 144 minuti (quella precedente era di 146), che però non andò particolarmente giù a critica e pubblico e quindi spinse la Warner Bros. a chiedere al regista di effettuare dei tagli per l'uscita europea. Kubrick accettò, e tolse 25 minuti di materiale, tra cui alcune scene che chiariscono elementi del background dei personaggi e la presenza completa di due attori, Anne Jackson e Tony Burton, che rimangono però citati nei titoli di testa. Quest'anno, complice il nuovo restauro, la copia americana ha iniziato a circolare ufficialmente sul territorio europeo.
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Il curioso caso delle gemelle Grady
Uno degli elementi più affascinanti e inquietanti del film è la presenza delle sorelle Grady, che chiedono a Danny Torrance di venire a giocare con loro, "per sempre". Grazie al lungometraggio le due manifestazioni del lato oscuro dell'Overlook sono note come le gemelle Grady, pur non essendolo veramente: lo dice anche la sceneggiatura del film, con una battuta che descrive le loro morti all'età di circa otto e dieci anni. L'equivoco nasce dal fatto che le due attrici fossero effettivamente gemelle, il che dà alle loro apparizioni un'aura ancora più sinistra. Un altro dettaglio curioso legato a loro è iconografico: il loro posizionamento ricorda una celebre fotografia di Diane Arbus, che Kubrick conosceva personalmente, ma il regista ha sempre sostenuto che la somiglianza fosse una coincidenza.
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Qualcuno pensi ai bambini
È indelebile la performance di Danny Lloyd nei panni del piccolo Danny Torrance, soprattutto se si considera come fu creata la sua interpretazione: a causa della giovanissima età dell'attore, che aveva solo sei anni durante le riprese, Stanley Kubrick fece in modo che non fosse al corrente di fare parte del cast di un film horror, arrivando persino a non utilizzarlo in alcune scene particolarmente forti (quando Wendy tiene in braccio il figlio e rimprovera Jack è un pupazzo con le fattezze di Lloyd). L'interprete di Danny scoprì la verità solo qualche anno dopo, vedendo una versione censurata del film, e non vide il lungometraggio per intero prima del 1989, all'età di diciassette anni, più di un decennio dopo aver lavorato al progetto. All'epoca aveva già smesso di recitare, e oggi lavora come insegnante. Ha però accettato un cameo in Doctor Sleep, dove la versione adulta di Danny ha il volto di Ewan McGregor.
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Una lavorazione travagliata
La grande precisione di Kubrick portò a numerosi ritardi nella lavorazione, creando problemi anche ad altri film che dovevano usare gli stessi teatri di posa (tra cui L'impero colpisce ancora). La famosa inquadratura dell'ascensore con il sangue, per esempio, fu girata in appena tre ciak, ma richiese un anno intero di pianificazione (e per aggirare la censura, che vietava il sangue nei trailer, il regista disse che il liquido era acqua mista a ruggine).
Jack Nicholson passò tre giorni a sfondare la celeberrima porta, che dovette essere rinforzata dopo il primo ciak dato che l'attore, avendo un passato da vigile del fuoco, la distrusse troppo facilmente al primo tentativo. L'esperienza fu particolarmente dura per Scatman Crothers, all'epoca ultrasessantenne, al punto che quando lavorò al suo progetto successivo scoppiò a piangere dalla gioia. Il motivo? Il regista era Clint Eastwood, che non gira mai più di due ciak.
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Stephen King vs. Stanley Kubrick
Nonostante l'apprezzamento generale nei confronti del film, c'è un detrattore di non poco conto: Stephen King in persona. L'autore, che all'epoca era reduce dal successo di Carrie - Lo sguardo di Satana, rimase deluso principalmente dalle modifiche sul piano narrativo (l'alcolismo di Jack, che contiene elementi autobiografici, è appena accennato sullo schermo), e definì il lungometraggio "una bella macchina senza motore". La cosa andò avanti per quasi vent'anni, fino al momento in cui King, che stava lavorando a un nuovo adattamento per la televisione, dovette ottenere l'autorizzazione di Stanley Kubrick che deteneva ancora i diritti per lo sfruttamento audiovisivo. La ebbe a una condizione: non può più criticare il film in pubblico, fatta eccezione per ciò che pensa della scelta di Nicholson come protagonista, che King ritenne errata poiché annullava la progressione graduale della follia di Jack. C'è una frecciatina indiretta nel sequel letterario, quando l'autore dice nella post-fazione che si rifà agli eventi del romanzo, "la vera storia della famiglia Torrance".