Servant 4, la recensione del finale: l'ultimo sacrificio

Il finale di Servant, la prima serie tv di M. Night Shyamalan, chiude le storyline di tutti i personaggi, che si trovano a ricongiungersi e a imparare a perdonarsi, ma soprattutto a perdonare se stessi. Dal 17 marzo su Apple Tv+.

Servant 4, la recensione del finale: l'ultimo sacrificio

Una delle serie più passate in sordina di Apple Tv+ è allo stesso tempo una delle più meritevoli del servizio streaming, da noi già lodata in precedenza, e ora arriva alla fine. Il 17 marzo chiude infatti definitivamente Servant, il primo progetto televisivo di M. Night Shyamalan, con il finale di serie. Un epilogo annunciato e pensato praticamente fin dall'inizio, che permette ai personaggi di svelare i loro ultimi segreti e provare a trovare un po' di pace. Arriviamo quindi a scrivere la recensione del finale di serie di Servant con un misto di tristezza e allo stesso tempo certezza che era proprio il momento giusto per chiudere, e gli ultimi due episodi ce lo confermano.
Siete avvisati: se non avete visto interamente quest'ultima stagione, nell'articolo saranno presenti spoiler.

Il risveglio di Dorothy

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Servant 4: un'immagine della serie

Nel nono e penultimo episodio, che è importante per capire il finale di serie di Servant, dopo impedimenti, rinvii, ostacoli e rimandi è tempo per Dorothy (Lauren Ambrose) di "risvegliarsi" e venire a conoscenza della verità riguardo la morte di Jericho. O meglio ricordarla, perché il cervello umano è una macchina misteriosa e a volte dimentica volutamente una porzione temporale quando si subisce un forte trauma; come quello di perdere un figlio neonato per una disattenzione dovuta all'estrema stanchezza e pressione psicologica e fisica a cui la donna va incontro dopo il parto - di cui non si parla mai abbastanza e che ci ha ricordato di recente in tv Fleishman a pezzi. Anche Sean (Toby Kebbell) e Julian ammettono la verità, di averla "abbandonata" in quelle circostanze: "Pensavo mi fosse concessa una pausa dall'essere padre".

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Servant 4: un'inquietante immagine

L'episodio lo ha voluto dirigere M. Night Shyamalan in persona perché si tratta di un passaggio determinante per l'epilogo vero e proprio e soprattutto per dare voce alla mente annebbiata di Dorothy (in quest'ultima stagione vediamo Leanne a proporle di vedere Il mago di Oz, il riferimento più esplicito finora alla storia della ragazzina omonima che viaggia in un mondo fantastico). Il momento della verità - ma in realtà tutta l'ultima stagione e soprattutto le ultime due puntate - è interpretato meravigliosamente da Lauren Ambrose, che attraverso la sola espressione degli occhi riesce a comunicare tutto il dolore che si riversa dentro di lei una volta che ha ricordato. L'elemento da horror claustrofobico non ci lascia nemmeno nell'epilogo, e in questo nono episodio guarda caso la rivelazione avviene dentro l'automobile dei Turner, posizionata nello stesso posto del parcheggio dove morì Jericho. Fuori intanto piove a dirotto e Dorothy vi trova riparo per incontrare Sean e Julian in segreto da Leanne (Nell Tiger Free), che oramai ha preso possesso e controllo della casa.

Servant 4, la recensione: l'inizio della fine per la prima serie di M. Night Shyamalan

È stata la casa

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Servant 4: una foto di scena

La casa torna preponderante come topos narrativo di quest'horror contemporaneo senza tempo per l'argomento che racconta, l'elaborazione del lutto di un neonato per un'intera famiglia, che per una sorta di terapia alternativa ha pensato che una bambola avrebbe reso più facile l'accettazione da parte della madre che l'aveva dimenticato in macchina. Le figure femminili sono importanti in Servant e per Shyamalan e qui è tra Dorothy e Leanne che avviene lo "scontro finale", mentre Sean e Julian si confermano piuttosto inetti e non risolutivi, anche se pieni d'amore genuino per la moglie e sorella. Sarà proprio Dorothy a perdonare Leanne in un ultimo atto d'amore, mentre la ragazza deciderà di bruciarsi viva, in modo biblico e apocalittico, insieme alla casa. L'alluvione che sembra aver colpito Spruce Street e l'intera città di Philadelphia è solo l'ennesimo simbolo religioso come le cavallette e altri elementi delle stagioni precedenti. Ora però siamo alla resa dei conti ed è proprio la casa a sparire nel finale, quasi in modo surreale e al limite del soprannaturale, come finora è stata tutta la serie. Infatti brucia lasciando intatte la abitazioni vicine. Il mattino dopo, la pioggia è cessata, il Male forse è stato eliminato per sempre e tutti sono liberi di ricominciare.

Avere fede

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Servant 4: un momento della serie

La religione è sempre stato un fil rouge nella filmografia di M. Night Shyamalan (anche nel suo ultimo film Bussano alla porta) e Servant ne è la conferma sul piccolo schermo. Quest'ultima stagione, soprattutto, ci ha fatto capire quanto la "servant" del titolo, ovvero Leanne (anche Nell Tiger Free dà il meglio di sé nel finale), non sia solamente una "serva" nel senso di governante dei Turner e babysitter di Jericho, ma anche una "serva del Signore" attraverso la Chiesa dei Santi Minori. La "setta" rivela a Sean e Julian che la ragazza ha avuto un'esperienza di pre-morte da piccola nel famoso incendio che lei stessa aveva appiccato per uccidere i genitori. Un'esperienza che l'ha portata ad avere un potere (o presunto tale) secondo il "culto" che lei stessa ha iniziato a sua volta nella stagione precedente nel parco sul retro di casa Turner. Un'esperienza simile la vive ora Julian (Rupert Grint) alla Festa di Capodanno, riportato in tv proprio da Leanne, e che ora, nel finale, in una sorta di passaggio di testimone, viene "reclutato" proprio dalla Chiesa dei Santi Minori di cui scopriamo far parte anche la poliziotta che era accorsa proprio quando morì Jericho.

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L'ultimo sacrificio

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Servant 4: un'immagine

Nell'episodio finale, intitolato biblicamente Fallen (Caduta) dopo le rivelazioni del settimo e ottavo episodio che mostravano Leanne come una ragazza qualunque senza alcun potere che attraverso una serie di escamotage aveva fatto credere ai Turner di avere abilità da guaritrice legati però indissolubilmente al Diavolo e non a Dio (qualcuno ha detto Christian?), Dorothy accetta la realtà dei fatti e non rivuole un bambino magico-alternativo al posto del figlio perduto. Anche perché ha scoperto che Leanne, intervistata da piccola ad uno dei concorsi di bellezza per bambine, l'ha sostanzialmente inseguita e cercata fin da quel momento, perché aveva bisogno di una madre o comunque di qualunque che l'amasse e accettasse per quello che era. A questo punto non sapremo mai davvero qual è la verità su Leanne: Shyamalan ci lascia alla nostra interpretazione della storia, se credere e avere fede oppure affidarsi alla scienza e a tutto ciò che è spiegabile con i fatti, e forse è la scelta più onesta e coerente che lui e lo showrunner Tony Basgallop potevano fare, dando comunque tutti gli strumenti allo spettatore per scegliere quale versione fare propria.

Conclusioni

Alla fine della recensione del finale di Servant (4x10) ci diciamo soddisfatti del percorso fatto dalla serie in questi quattro anni, confermando come abbia chiuso al momento giusto. L’ultima stagione riprende tutti i topos narrativi precedenti caricandoli all’ennesima potenza, per arrivare a un epilogo che spiega tutto senza spiegare nulla, lasciando al pubblico la scelta a quale verità credere, tra scienza e fede, religione e spiegazione terrena. Dopo aver preferito svelare i bandoli della matassa nelle puntate precedenti, nell’epilogo vero e proprio l’azione è nuovamente concentrata su interni claustrofobici, da cui Leanne sceglie di non fuggire, immolandosi una volta per tutte per il bene della famiglia che finalmente ha imparato ad accettarla e amarla.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
3.7/5

Perché ci piace

  • L’interpretazione di Lauren Ambrose.
  • Tutti gli elementi dello show ritornano, la casa, la religione, l’elemento claustrofobico, la pioggia biblica.
  • Lasciar scegliere allo spettatore a quale versione credere, onesta e coerente con la filmografia di Shyamalan…

Cosa non va

  • … che però inevitabilmente non accontenterà tutti.
  • L’apertura lasciata al personaggio di Julian potrebbe infastidire qualcuno.