See come The Handmaid’s Tale: il futuro è nel passato

Il nostro confronto tra i mondi distopici proposti da See, la serie di Apple Tv+ con Jason Momoa, e The Handmaid's Tale, la serie HULU con Elisabeth Moss in Italia su TIMVISION, che sembrano guardare al passato per raccontare il futuro.

C'è un particolare soggetto alla base di See, la serie distopica di Apple Tv+ la cui terza ed ultima stagione è approdata il 26 agosto sulla piattaforma della Mela, che ricorda quello di The Handmaid's Tale, il serial con Elisabeth Moss di cui è attesa la quinta stagione il 15 settembre su TIMVISION. In entrambi i casi per raccontare un futuro lontano si è scelto di tornare nel passato, quasi a ricordarci che la Storia non impara dai propri errori e soprattutto che nel momento del bisogno e della paura l'umanità torna a rifugiarsi su strade già battute che conosce, nonostante non si siano dimostrate degli esperimenti felici.

Il futuro è nel passato

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The Handmaid's Tale: un primo piano di Elisabeth Moss

Il futuro distopico di The Handmaid's Tale, prendendo spunto da Il Racconto dell'Ancella di Margaret Atwood, mostra un regime teocratico totalitario come quello di Gilead, in un mondo dove le donne hanno perso la fertilità. Coloro che ancora possono dare figli vengono utilizzate appunto come ancelle, come June (l'ancella del titolo, interpretata da Elisabeth Moss) e quindi alla stregua di "schiave", da parte delle donne abbienti del regime, che lasciano che i mariti inseminino le ancelle per poi far passare i figli per propri. Uno scenario totalmente assurdo ma che di recente è sembrato meno lontano da noi quando la Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di porre fine alla tutela del diritto all'aborto, lasciando che i singoli stati (pieni di obiettori di coscienza) regolino d'ora in poi autonomamente il diritto all'aborto (tornando indietro quindi su un tema su cui tecnicamente si era progrediti). Gilead è quindi una società patriarcale, che ci fa tornare allo stato medievale dei Secoli Bui.

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See: Jason Momoa in una foto della serie

In See c'è un futuro distopico con un altro "handicap", quello della perdita della vista da parte di quasi tutta l'umanità (compreso il protagonista Jason Momoa), eccezion fatta per alcuni individui che vengono visti come "streghe" dai non vedenti. Streghe che vengono bruciate sul rogo e che riportano immediatamente la memoria a Salem e quindi di nuovo indietro nel tempo piuttosto che avanti: nel momento del bisogno e della paura per ciò che non conosciamo e non comprendiamo regrediamo invece di progredire. La società mostrata nella serie di Apple Tv+ è pre-medievale, con un assetto socio-politico di quel genere ma che richiama anche le tribù indigene di The New World. Una società patriarcale anche qui, che però viene comandata e gestita da donne (due possibili regine, sorelle e contendenti con due diversi modi di regnare). In ogni caso siamo di fronte ad un Regno e non una Democrazia, quasi a volerci dire che le persone non sono capaci di prendere le migliori decisioni per se stesse (forse una strizzata d'occhio all'attuale situazione politica e alla responsabilità di voto dei cittadini?). Insomma la serialità sta cercando di dirci che il futuro è nel passato?

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La religione è la soluzione o il problema?

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The Handmaid's Tale: Ann Dowd in una scena

Non c'è iper-tecnologia nei mondi distopici mostrati nei due show presi in esame e di conseguenza si torna all'essenziale, a ciò che si conosce, come la religione. Sia The Handmaid's Tale che See hanno infatti una forte connotazione e componente religiosa intessuta nella loro trama: la prima vede e gestisce tutto attraverso un Dio per niente misericordioso e anzi vendicativo e crudele, così come le pratiche a cui vengono sottoposte le ancelle e in generale quelli considerati "di rango inferiore". I modi di dire della serie - come "Benedetto sia il frutto" o ancora "Possa il Signore schiudere" - continuano a sottolineare quest'aspetto religioso che rappresenta la Fede malata, portata all'estremo, che non è più sede di conforto ma strumento di repressione. Tanto che esistono addirittura delle Colonie, zone piene di radiazioni, dove vengono mandati i ribelli e le non-donne; coloro che non possono dare figli e nemmeno aiutare in casa come le Marta (donne designate ai lavori domestici), perché sono lesbiche, divorziate o altro, e quindi non possono aiutare la società nell'ottica dello show. Esistono anche le donne più anziane che credono fermamente nella causa, andando quindi contro il proprio gender (anche qui, strizzata d'occhio all'attualità, senza fare nomi), tanto da diventare Zie per aiutare le giovani Ancelle a svolgere i propri "compiti".

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See 3: Jason Momoa nella terza stagione

Analogamente la religione che abbraccia i non vedenti in See genera estremismi poco costruttivi. La comunità non vede di buon occhio (perdonate il gioco di parole) coloro che possiedono il dono della vista e li addita appunto come streghe, come qualcosa che viene dal Male, dall'Inferno e non da Dio. Un'altra posizione additata come "deviata" dal cammino principale e che ci ricorda ancora una volta quanto facilmente la religione venga confusa col potere e con la conoscenza sopra tutto il resto. Del resto Steven Knight dopo Taboo ha voluto mostrare nuovamente il proprio amore per i period drama tornando nel passato ma allo stesso tempo per le storie che non sempre possono avere un lieto fine come Peaky Blinders.

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