Nella sua semplicità e nella sua familiarità, Se son rose, il nuovo film scritto, diretto e interpretato da Leonardo Pieraccioni è una piacevole sorpresa. Se con il passare degli anni la vena creativa del comico fiorentino ha dato la sensazione di esaurirsi, questa pellicola che lo vede circondato da un ampio e variegato cast al femminile dimostra invece che, con la formula giusta e senza strafare, Pieraccioni sa ancora divertirci, e persino emozionarci.
E la formula giusta sembra essere anche piuttosto essenziale. "Inizialmente i titoli di testa del film contenevano la frase 'Tratto da una storia quasi vera', ma c'era una piccola bugia, il 'quasi'. È praticamente la verità!", ci racconta Pieraccioni, loquace e incoraggiato dalle reazioni della sala al suo film - qui potete leggere la nostra recensione di Se son rose - e abbastanza umile da fermarsi per ricordare affettuosamente Bernardo Bertolucci, e non solo lui: "Un grande maestro, niente a che vedere con il cinema fatto in casa dei cabarettisti. I grandi autori quando se ne vanno ci lasciano una immensa eredità con i loro film. Il mio preferito ovviamente è Io ballo da sola, l'avrò visto sedici volte, c'è la Toscana, c'è l'amore, c'è una bellezza che balla e mi ha rapito il cuore. Come tutti gli altri. Noi facciamo qualcos'altro, sulle orme del più grande di tutti, Massimo Troisi, il primo che è riuscito a portare la sua arte sul grande schermo."
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Torniamo dunque al nostro cabarettista, giunto alla sua tredicesima collaborazione con Medusa. Basta favole sulle conquiste impossibili, sui matrimoni felici e sui tradimenti perdonati: la verità è la confessione buffa di un uomo che passati i cinquant'anni scopre il vero amore, quello per la figlia.
L'amore dura (venti)tre anni
"Ho cominciato il mio percorso con la commedia romantica nel 1995 con I laureati, in cui raccontavo quei trent'anni che conoscevo così bene. Ho raccontato storie che si concludevano con il classico 'e vissero felici e contenti', poi ho iniziato a metterci il punto interrogativo alla fine, saranno davvero felici e contenti? Poi ho provato a raccontare la crisi di coppia e la famiglia in Finalmente la felicità e Un fantastico via vai", continua Leonardo, introducendo la sua nuova creatura, forse la sua ultima commedia romantica ("Ma non mi metterò a fare film drammatici, tranquilli", aggiunge).
"A questo punto della mia vita sono pronto a chiudere un ciclo, raccontando di nuovo una cosa che conosco bene: chi non ce la fa a portare avanti la maratona dell'amore, che dura massimo tre anni come sostiene il famoso libro di Frédéric Beigbeder, invece dei trenta o giù di lì che dovrebbe durare secondo i più. E così interpreto un uomo di cinquant'anni che viene rimesso in riga dalla figlia, che lo costringe a fare i conti col passato: non tanto per riconquistare le sue ex fidanzate, ma per capire cosa non ha funzionato. Perché il problema sono sempre stato io. Quarantotto (il personaggio interpretato da Elena Cucci) esiste davvero, anzi voleva fare il provino per il ruolo quando il film era in preparazione. Del ruolo della ex moglie, quello che poi è andato alla splendida Claudia Pandolfi, ho parlato con Laura Torrisi, la madre della mia meravigliosa Martina, che ha otto anni e la potete vedere nel film, ma giustamente lei mi ha detto 'perché dovrei dirti in un film le cose che ti dico già nella vita'!"
Affianca Pieraccioni il co-sceneggiatore Filippo Bologna, che ha firmato Perfetti sconosciuti insieme a Paolo Genovese. "Abbiamo cercato di curare la sceneggiatura" racconta ancora il regista, in vena di autocritica oltre che di trasparenza, "la volevo un po' più ricca di contenuti e un po' meno leggera, mi rendo conto di aver scritto cose per il cinema senza ripensarle a dovere, e a volte le persone che mi vedevano a teatro mi dicevano che ero molto più divertente dal vivo che al cinema... e così siamo ripartiti dalla sceneggiatura, una scrittura di maggiore spessore per riportare il pubblico nelle sale cinematografiche."
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Le donne di Leonardo
Oltre a Bologna, a Giampaolo Letta di Medusa e al compositore Gianluca Sibaldi (il quale secondo Pieraccioni "vincerebbe un sacco di David di Donatello se facessimo film drammatici invece che la commedia commerciale"), sono presenti accanto all'attore e regista toscano tutte le interpreti che lo affiancano nel film. "Ho lavorato benissimo con tutte loro, singolarmente. Quando, finito il film, ci siamo visti tutti insieme per scattare le foto promozionali, si sono coalizzate tutte contro di me ed è stato terribile. Sono delle psicopatiche!", scherza Pieraccioni, ma è vero che le suo costar lo sfottono impietosamente e con gusto, soprattutto Claudia Pandolfi e Gabriella Pession.
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Sono più lusinghiere nei confronti del "padrone di casa" la soave Michela Andreozzi, protagonista insieme a Pieraccioni del momento più genuinamente toccante di Se son rose, e la giovanissima webstar Mariasole Pollio, che interpreta la figlia quindicenne di Leonardo. Poi c'è l'incredibile Antonia Truppo chiamata a coprire un ruolo buffo ma anche insidioso (lo fa benissimo), la splendida Caterina Murino, luminosa e ieratica nella parte della suora laica Benedetta (nel suo "segmento" c'è spazio per l'esilarante contributo di Vincenzo Salemme), la bellissima Elena Cucci che dà vita alla svampita Quarantotto e ancora la deliziosa Nunzia Schiano, la coscienza monogama del protagonista. E con delle ex così, la voglia di tornare sul luogo del delitto - a almeno al cinema - ci viene eccome.