È arrivato su Apple Tv+ uno degli ultimi fiori all'occhiello della sua offerta streaming improntata sulla qualità: Shrinking, che ha più di qualche elemento in comune con Ted Lasso, sempre disponibile sulla piattaforma e di cui si attende la terza ed ultima stagione in primavera, e Scrubs, veterana delle comedy che ha fatto la storia del genere, disponibile su Disney+. L'elemento in comune è Bill Lawrence, creatore di tutti e tre i serial e capace di condirli di una comicità mai stucchevole ma sempre equilibrata, che sa scaldarci il cuore e soprattutto che rende le sue creazioni dei comfort show, ovvero serie che possiamo vedere quando ci sentiamo giù perché sappiamo che ci faranno stare istintivamente meglio. Andiamo ad indagare i motivi e le caratteristiche del loro successo e della loro presa sul pubblico, vivendo spesso di passaparola.
I'm no Superman
"I'm no Superman" così recitava la storica sigla di Scrubs, la prima comedy ad essere ambientata tra le fila di un ospedale e avere come protagonisti un gruppo di specializzandi. Nessun medical drama come di solito accade, da E.R. a Grey's Anatomy, bensì la volontà di scherzare e ironizzare sulla vita e la morte senza dimenticarsi l'enorme responsabilità dei futuri medici e l'argomento tosto che andava a raccontare. Nasceva così quel mix unico e forse irripetibile che è Scrubs - il titolo fa riferimento ai camici indossati dal personale ospedaliero, al lavarsi accuratamente le mani prima di un intervento ed è un modo per definire i "principianti" come lo sono i protagonisti dello show. Tutto ciò viene fatto con una delicatezza tale e utilizzando aspiranti medici come JD, Turk e Elliot (ma anche l'infermiera Carla) che tengono così tanto al proprio lavoro, da non riuscire a non far commuovere il pubblico tra una risata e l'altra, sempre senza esagerare. Fanno da contraltare i medici veterani e apparentemente cinici come il Dr. Kelso e il Dr. Cox (e l'ex moglie di quest'utimo, interpretata dalla vera moglie di Lawrence, Christa Miller), che utilizzano il proprio atteggiamento come meccanismo di difesa contro la morte. Del resto la sigla recita appunto "non sono Superman" e non bisogna mai dimenticarsi che anche i medici sono esseri umani.
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Believe in Believe
Che dire di Ted Lasso se non che è l'eroe positivo di cui avevamo bisogno ma che non ci meritiamo in tv? Co-creata da Bill Lawrence insieme a Jason Sudeikis, che nello show interpreta il protagonista, racconta la storia di un allenatore di football che viene chiamato in terra londinese per provare a risollevare le sorti di una squadra. In realtà è tutta una strategia della nuova responsabile Rebecca, che vuole vendicarsi dell'ex marito facendo affossare la cosa a cui teneva di più al mondo. Le storie si evolveranno parecchio da questo asset iniziale.
L'ottimismo di Ted Lasso - nato come personaggio che spiegava il calcio agli americani durante alcuni sketch di NBC Sports per la Premier League, coi suoi caratteristici baffi e il suo sorriso che sembra fuori moda in un mondo in cui sono tutti cinici e scontrosi - contagerà pian piano tutti i personaggi, anche quelli più riluttanti come Rebecca e i due fuoriclasse della squadra, il veterano taciturno Roy Kent (Brett Goldstein) e la giovane e arrogante promessa Jamie Tartt (Phil Dunster), al grido di "Believe". Perché a volte basta davvero solamente questo. Una capacità quasi da supereroe, soprattutto perché nella seconda stagione abbiamo scoperto il dolore che Ted porta nel cuore, una sofferenza che lo ha portato a fare terapia, permettendo a Lawrence di trattare il tema della salute mentale nello sport (importantissimo eppure spesso lasciato sotto silenzio) dopo aver parlato di quella fisica in Scrubs.
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My Home is My Fortress of Solitude
Senza contare la comedy con Michael J. Fox Spin City e le parentesi di Cougar Town con Courteney Cox e Christa Miller e Ground Floor, con Skylar Astin, Briga Heelan e John C. McGinley (l'ex Dr. Cox), arriviamo a Shrinking, nuovamente creata per Apple Tv+ questa volta con la collaborazione di Jason Segel, star del serial, e Brett Goldstein di Ted Lasso. La storia parla ancora una volta di salute mentale, senza l'ambito sportivo, e questa volta la mette al centro della narrazione come da titolo ("shrink" in inglese è lo psicologo). La sigla, che illustra un labirinto in cui si muovono i personaggi, può rappresentare tanto quello della vita quanto quello della mente, in cui è difficile districarsi.
Al centro il personaggio di Segel, Jimmy Laird, uno psicoterapeuta che ha perso la moglie e nonostante gli anni di esperienza non riesce ad affrontare il lutto, ora che è capitato proprio a lui. In primis con la figlia adolescente Alice (Lukita Maxwell) che ha allontanato. Ci pensa la vicina ad aiutarlo (ecco che ritorna Christa Miller), un po' ficcanaso ora che i suoi figli sono partiti per il college, mentre nel centro dove lavora provano a supportarlo l'ottimista Gaby (Jessica Williams) e il responsabile e apparentemente cinico e distaccato Paul (Harrison Ford, che si butta nella serialità), a cui è stato diagnosticato l'Alzheimer. Ancora una volta, Bill Lawrence compie il miracolo di scrittura di equilibrare commedia e dramma, ottimismo e cinismo senza mai risultare stucchevole, con dei personaggi che vorremmo portare per sempre con noi e che dopo una manciata di episodi sentiamo già parte della famiglia e di volerci tornare ogni settimana. L'espressione "ci vuole un villaggio" va certamente applicata a questo show e a Jimmy, che ha bisogno di tutto l'affetto possibile per riuscire ad andare avanti, e anche di una terapia d'urto che offre ai suoi stessi pazienti in modo anticonvenzionale.
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Passo a due
La caratteristica principale delle comedy di Bill Lawrence quindi non è solo il magico ed equilibrato mix tra drama e comedy, ottimismo e cinismo, coccola e schiaffo in faccia allo spettatore, ma il fatto che siano delle buddy comedy che mettono al centro il confronto e l'amicizia tra due personaggi. Se in Scrubs la bromance veniva espressa benissimo dagli interpreti di JD e Turk, Zach Braff e Donald Faison, rimasti amici anche nella vita reale, in Ted Lasso non c'è solamente quella tra Ted e Coach Beard (Brendan Hunt, che ha contributo anch'egli allo sviluppo della comedy), l'unico amico che arriva con lui dagli Stati Uniti in un mondo che non conosce.
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C'è anche l'aminimicizia tra Kent e Tartt e l'amicizia divenuta rivalità (che vedremo nella terza attesissima stagione in primavera) tra Ted e Nate (Nick Mohammed), ex raccattapalle promosso a vice-coach ma presto ribellatosi perché non si sentiva abbastanza valorizzato finendo per allenare la squadra rivale, come da prima immagine uscita. In Shrinking ci sono anche molteplici coppie maschili: non solo il migliore amico ritrovato di Jimmy, interpretato da Michael Urie, ma anche il suo paziente con problemi di controllo della rabbia (Luke Tennie), che diventerà uno strano contraltare per il protagonista. Ma soprattutto l'alchimia creata tra Jason Segel e Harrison Ford che porta anche a un confronto generazionale di approccio alla terapia e alla vita, con risultati spassosi e pieni di spunti riflessivi. Non ci resta che aspettare la prossima creazione magica di Lawrence, che dovrebbe essere la serie drammatica Bad Monkey sempre per Apple Tv+, confidando che ci scaldi ancora una volta il cuore.