A quasi undici anni dalla sua ultima apparizione al cinema, Ghostface sta per tornare: il 14 gennaio 2022, almeno per quanto riguarda le sale americane, uscirà Scream, quinto episodio del franchise ideato da Kevin Williamson e Wes Craven. Per ingannare l'attesa, la Paramount ha pubblicato il primo trailer della pellicola, e per l'occasione abbiamo avuto l'opportunità di intervistare, in esclusiva, i due registi, Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, che su Zoom ci hanno spiegato le loro scelte sia per il film stesso che per il trailer nello specifico. Ovviamente abbiamo parlato anche della saga in generale, chiedendo ai due come se la caverebbero se una situazione simile dovesse verificarsi nella vita reale. Gillett è molto schietto al riguardo: "Io sono come il ragazzo di Drew Barrymore nel primo episodio, morirei subito, prima dei titoli di testa, senza che si veda l'omicidio."
Onorare le tradizioni
Il trailer di questo nuovo Scream (prima che iniziasse l'intervista, l'ufficio stampa della Paramount è stato molto chiaro al riguardo: non bisogna chiamarlo Scream 5) è impostato principalmente sulla componente horror, accantonando - per ora - lo humour. Una scelta ponderata per ricordare al pubblico che, oltre a far ridere, questi film devono anche spaventare? "Sì, è così", dice Matt Bettinelli-Olpin. "È passato un bel po' di tempo dall'uscita dell'ultimo film, e c'è gente che forse non conosce bene gli episodi precedenti. Abbiamo voluto ribadire che questi rientrano nella tradizione dei grandi film di paura." Questo è anche all'origine del titolo che evita numeri cardinali e sottotitoli di qualunque tipo? Risponde Tyler Gillett: "Esatto, il nostro pubblico molto probabilmente sarà anche composto da persone che non hanno visto gli altri capitoli, e volevamo rendere chiaro che questo film sarà accessibile anche per loro. Ma ci sono elementi che piaceranno ai fan storici, a partire dal cast originale." Cast che include Roger L. Jackson, la voce di Ghostface, elemento imprescindibile del franchise. "Lavorare con lui è stato uno spasso", dice Bettinelli-Olpin. "Per tutte le scene in cui chiama le vittime era davvero la sua voce al telefono, e sentirlo in azione è bellissimo."
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Nuove regole e vecchi ricordi
I quattro film precedenti parlavano delle regole dell'horror, inclusi sequel, trilogie, e reboot. C'è un aspetto simile nel quinto episodio? "Sì", risponde Gillett, "ma sarebbe uno spoiler parlarne adesso, dovrete aspettare l'uscita del film." Possiamo aspettarci rimandi alle opere precedenti dei due registi, come accaduto negli altri episodi con la filmografia di Wes Craven? "No, è troppo presto per ironizzare su noi stessi", dice Gillett con una risata. "C'è una sorta di dizionario dell'horror alla base di questo capitolo, e i nostri film non ne fanno parte." Non ci saranno, quindi, riferimenti a titoli come Finché morte non ci separi, la commedia horror di successo con cui il duo ha conquistato critica e pubblico nel 2019. E non ci saranno riferimenti espliciti alla pandemia, anche se questa ha contribuito all'esito finale del film, stando a Bettinelli-Olpin: "Girare in queste condizioni [le riprese si sono svolte nell'autunno del 2020, con protocolli di sicurezza molto rigidi, n.d.r.] ha reso migliore l'esperienza per tutti noi, perché eravamo uniti nel voler fare un bel film, senza mettere a repentaglio la salute di cast e troupe."
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Parlando invece delle origini della saga, cosa significa per loro il primo Scream? Come l'hanno vissuto la prima volta, nel 1996? Inizia Bettinelli-Olpin: "L'ho visto in una sala stracolma, nel mio cinema preferito a Los Angeles. È stata un'esperienza esilarante, mi sono reso conto di aver visto qualcosa che cambiava la storia del cinema, horror e non solo." Gillett l'ha visto in altre circostanze: "La mia prima volta non è stata in sala, ma a casa, in VHS, perché sono un cagasotto. Con il senno di poi, non un'idea geniale, perché rimanere in casa solitamente significa che fai una brutta fine in questi film." E qual è la loro morte preferita nei quattro capitoli già usciti? Inizia Gillett: "Direi quella di Tatum nel primo episodio, per come è gestita l'intera sequenza: l'antefatto, la tensione, il momento stesso." Bettinelli-Olpin sceglie un altro momento del capostipite: "Sarò banale, ma per me la morte di Drew Barrymore, del personaggio di Casey Becker, è stata una cosa epocale. Lo era ai tempi e lo è ancora."