Scorsese, DiCaprio e Blanchett per The Aviator

A Roma davanti ad un intero esercito di giornalisti il regista Martin Scorsese presenta, insieme alle due star Leonardo DiCaprio e Cate Blanchett, la sua ultima opera, The Aviator.

A Roma davanti ad un intero esercito di giornalisti il regista Martin Scorsese presenta insieme alle due star Leonardo DiCaprio e Cate Blanchett la sua ultima opera, The Aviator, spettacolare e maestoso film basato sulla vita del magnate americano Howard Hughes, nelle sale italiane dal 28 gennaio.

Cosa vi ha particolarmente affascinato del personaggi di Howard Hughes?

Martin Scorsese: Ho sempre conosciuto Hughes come un anziano eccentrico, che viveva come un recluso in un hotel di Las Vegas e non sapevo tutto quello che aveva fatto da giovane, tutti i traguardi che aveva raggiunto, come fosse stato un vero e proprio pioniere soprattutto nel campo dell'aviazione. La ragione per la quale mi è piaciuta molto la sceneggiatura è che emerge questa figura forte di un giovane con capacità straordinarie ma che allo stesso tempo covava già in sé i segni di quella malattia che l'ha accompagnato fino alla morte.

Quali sono state le difficoltà maggiori nella realizzazione del film e in particolare nelle riprese aeree?

Martin Scorsese: Le scene di volo sono state ovviamente le più complicate e infatti vi abbiamo lavorato fin dall'inizio delle riprese. Abbiamo impiegato molte tecniche diverse come modellini, green screen e ovviamente computer grafica, per un totale di oltre 240 inquadrature con effetti speciali.

Il personaggio Howard Hughes è più affascinante o pericoloso?

Leonardo DiCaprio: Per quanto mi riguarda sicuramente più affascinante, e non credo sia mai stato veramente pericoloso per nessuno se non per sé stesso. Nella mia ricerca di un personaggio complesso, pieno di sfaccettature, mi sono imbattuto nella sua biografia e ho scoperto un uomo che sembra uscire da una tragedia greca. Si tratta del primo vero miliardario americano, un uomo che aveva il mondo intero ai propri piedi, un uomo che poteva realizzare e soddisfare tutti i suoi sogni, eppure era anche una persona fragile, affetta da una sindrome ossessiva-compulsiva, una persona che soffriva di germofobia. E le origini di queste patologia vanno tutte ricercate nella sua infanzia, nella figura di una madre ossessiva e dominatrice.

Che tipo di uomo era? Qual era la sua visione delle donne e dell'amore?

Martin Scorsese: Aveva tre ossessioni: l'aviazione, il cinema e le donne; non necessariamente in quest'ordine, ma l'aviazione sicuramente prima. Con il tempo le altre due finirono con lo svanire, mentre la sua passione per gli aerei rimase sempre intatta. Mi piace pensare che lui volesse amare ma che forse non ne fosse in grado, ma non credo sia una cosa facile da stabilire per nessuno di noi.

Leonardo DiCaprio: La sua vita è stata segnata dal rapporto con la madre, morta quando lui era molto giovane. Per questo motivo ha sempre cercato figure femminili dominanti e credo che il suo amore fosse sincero, però credo che allo stesso tempo per lui le donne fossero come aeroplani: voleva sempre l'ultimo modello, il più nuovo, il più bello, il più elegante.

Cate Blanchett: Sia lui che Katharine Hepburn erano due avventurieri, due solitari, entrambi molto ambiziosi anche se forse in modo diverso. Il loro rapporto era quasi impossibile, c'è anzi da meravigliarsi che sia durato due anni.

Come si è preparata per interpretare un vero e proprio mito come Katherine Hepburn?

Cate Blanchett: Quando si interpreta una persona reale, per di più molto famosa, devi pensare a quella persona come ad un personaggio. E' stato ovviamente un lavoro estremamente difficile e terrificante, ma quando un regista come Scorsese chiama non si può che rispondere. Ho ovviamente fatto molta ricerca e poi Martin mi ha fatto vedere alcuni film della Hepburn sul grande schermo; erano ovviamente tutti film che avevo già visto in tv molte volte, ma in questo modo sono riuscita a cogliere maggiormente i particolari e i dettagli che mi hanno aiutata molto. Ma alla fine devi mettere tutta questa ricerca da parte perché quello che è importante alla fine è che il personaggio sia credibile. E spero di essere riuscita nel mio intento e allo stesso tempo di aver reso omaggio ad una grande donna ed una grande attrice.

Quali invece le difficoltà nell'interpretare la malattia di Hughes?

Leonardo DiCaprio: Ho studiato molto sia la germofobia che la sindrome ossessiva-compulsiva, ho anche incontrato un docente universitario che è un famoso esperto del campo. Ho avuto anche la possibilità di passare qualche giorno con una persona affetta da questo disturbo.

Il film è anche un simbolo del sogno americano?

Martin Scorsese: Il sogno americano è un'arma a doppio taglio. Hughes Riesce a realizzare ogni suo sogno fino a diventare potentissimo ma finisce con l'autodistruggersi. Ma credo che questo valga per tutti gli uomini di potere, anzi a sia una rappresentazione della società stessa. Più che il sogno americano ricorda il mito di Icaro che arriva tanto vicino al sole da bruciarsi le ali e precipitare.

Cosa vi ha affascinato di questa vecchia Hollywood che ormai non esiste più?

Leonardo DiCaprio: In quel periodo molti uomini di cinema come David W. Griffith o Fritz Lang sono stati dei veri e propri pionieri, sperimentatori. Anche Hughes ha fatto lo stesso, producendo il film più costoso dell'epoca, una sorta di kolossal ante litteram. E non dimentichiamo che ha sfidato la censura più volte sia per la violenza che per la sensualità dei suoi film.

Cate Blanchett: Anche per me è stato più o meno la stessa cosa, anche la Hepburn può essere considerata come un pioniere visto che ha cambiato completamente la visione della donna nella Hollywood di allora. E in più ho conosciuto aspetti di questa straordinaria attrice che non conoscevo: tutti noi conosciamo bene i suoi successi ma all'inizio della carriera veniva considerata come veleno per il botteghino.

Di Caprio, cosa ha provato nel vedere in tv le immagini del disastro delle Phi Phi Island dove lei ha girato The Beach?

Leonardo DiCaprio: Sono stato devastato. Ho trascorso in quell'isola meravigliosa quattro mesi e la gente del posto con me è stata fantastica. Ho incaricato alcune persone di fare quanto più possibile e per dare un contributo a tutti i paesi colpiti e in particolare alla Thailandia.