Scary Stories to Tell in the Dark, il regista André Øvredal: "I bulli fanno più paura dei mostri"

Scary Stories to Tell in the Dark: intervista video ad André Øvredal, regista del film tratto dal libro di Alvin Schwartz e prodotto da Guillermo Del Toro.

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Scary Stories to Tell in the Dark: Natalie Ganzhorn in una scena del film

André Øvredal adatta per il grande schermo Scary Stories to Tell in the Dark, serie horror per ragazzi scritta da Alvin Schwartz, diventata best seller. Presentato in anteprima alla 14esima edizione della Festa del Cinema di Roma, il film è nelle sale italiane dal 24 ottobre, giusto in tempo per Halloween.

Prodotto dal premio Oscar Guillermo Del Toro, il film, di cui abbiamo parlato nella recensione di Scary Stories to Tell in the Dark, segue le vicende paurose di tre adolescenti la notte di Halloween del 1968 a Mill Valley, in Pennsylvania, legate a un misterioso libro. Abbiamo incontrato il regista e sceneggiatore norvegese a Roma, dove ci ha confessato di aver vissuto anche lui, da bambino, momenti molto paurosi.

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Scary Stories to Tell in the Dark: Zoe Margaret Colletti durante una scena del film

"Vivevo molto vicino ai miei nonni, quindi, ogni volta che li andavo a trovare, la notte camminavo in una enorme foresta, era di mezzo chilometro, per me era davvero spaventoso, anche se era familiare, ci camminavo sempre da solo, era buio, in Norvegia è buio per metà dell'anno! Mi ricordo che era davvero pauroso, ma penso fossi più spaventato dai bulli a scuola, cercavo di evitarli."

La video intervista ad André Øvredal

L'amore per l'horror e il corpo umano

L'amore per l'horror è sempre stato presente nella vita di André Øvredal: "I primi film che ho fatto, prima di cominciare come regista in modo professionale, erano film paurosi: ne ho fatto uno a 16-17 anni, con i miei vicini e amici, ed era un horror. Ho sempre amato questo genere: a scuola, quando scrivevamo temi in classe, molto spesso raccontavo storie paurose su vampiri e squali, come in Lo squalo."

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Scary Stories to Tell in the Dark: Austin Abrams durante una scena del film

Dopo Autopsy e Scary stories to tell in the dark è evidente che il regista sia molto affascinato dal corpo umano, si vede da come lo inquadra. Ne abbiamo avuto la conferma: "Credo che la fragilità del corpo umano sia davvero interessante: è così fragile! Crediamo di essere invincibili, ma, improvvisamente, cammini per strada e BOOM! vieni colpito da una macchina e il tuo corpo viene distrutto. Quando abbiamo girato l'autopsia di Jane Doe si vede che, tagliando un corpo con un coltello, si apre: è incredibile quanto sia fragile."