Saltburn: la lunga estate calda di un film fascinoso e imperfetto

Secondo film da regista di Emerald Fennell, Saltburn ripropone un amalgama di thriller e black comedy per raccontare ossessioni e conflitti di classe nella cornice della nobiltà inglese.

Saltburn: la lunga estate calda di un film fascinoso e imperfetto

Non penso che tu sia un ragno, tu sei una falena: silenziosa, innocua, attratta dalle cose luminose, che batte contro una finestra e implora di entrare.

Invitato a trascorrere l'estate nella magione di Saltburn, il protagonista Oliver Quick dichiara che gli sembra di trovarsi all'interno di un romanzo di Evelyn Waugh; per tutta risposta, il suo amico Felix Catton lo informa che "in realtà, molti personaggi di Waugh sono basati sulla mia famiglia... già, lui era completamente ossessionato dalla nostra casa". Da parte di Emerald Fennell, questo scambio di battute pare costituire quasi una dichiarazione d'intenti, nonché un gioco metanarrativo che strizza l'occhio al pubblico: non a caso Saltburn, seconda opera firmata dalla regista e sceneggiatrice inglese, recupera lo spunto alla base della trama di Ritorno a Brideshead, romanzo di culto di Evelyn Waugh, incentrato sul legame omoerotico fra uno studente della lower class e un suo ricco e affascinante compagno di studi, insieme al quale avrebbe passato un periodo di vacanza nella residenza aristocratica di Brideshead.

Emerald Fennell e il fascino discreto dell'aristocrazia

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Saltburn: una scena

In Saltburn, Emerald Fennell non esita dunque a rivelare le proprie fonti d'ispirazione, richiamandosi a un'intera tradizione - letteraria e cinematografica - imperniata sui rapporti di reciproca attrazione che coinvolgono esponenti di classi sociali diverse. Al cuore del racconto, in questo caso, è la relazione tra una matricola di Oxford, Oliver Quick, interpretato con sottile ambiguità da Barry Keoghan, e l'aitante e carismatico Felix Catton, che ha il volto dell'attore australiano Jacob Elordi: dopo aver catturato l'attenzione di Felix, Oliver viene preso infatti sotto la sua ala, al punto da essere ospitato da Oliver nel sontuoso maniero della sua famiglia nel corso dell'estate del 2006. Se tuttavia il libro di Evelyn Waugh faceva leva sulle suggestioni, sui non detti e sulle tensioni latenti, Saltburn aderisce appieno allo stile già mostrato dalla Fennell in Una donna promettente, puntando sul registro della black comedy ed esasperando le emozioni dei suoi personaggi.

Saltburn: Barry Keoghan è strepitoso (e ha una scena cult) nel film di Emerald Fennell

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Saltburn: Alison Oliver, Jacob Elordi e Barry Keoghan
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Saltburn: una scena

Atipico revenge movie in cui le tinte pastello contrastavano con la durezza della storia, Una donna promettente già metteva in luce le peculiarità della scrittura di Emerald Fennell (ricompensata con l'Oscar per la miglior sceneggiatura originale), attraverso un meccanismo drammaturgico in cui la successione delle 'vendette' della protagonista era alterata da un paio di colpi di scena in grado di ribaltare all'improvviso le coordinate del film. Per certi versi, l'approccio di Saltburn non appare troppo dissimile: a dispetto del suo iniziale disagio, Oliver inizierà a circuire uno per uno i membri della famiglia Catton, adoperando le armi dell'erotismo (gli atti sessuali praticati su Venetia, la sorella di Felix, e sul suo cugino omosessuale Farleigh Start), come in una rivisitazione contemporanea di Teorema, e stuzzicando l'istinto da benefattori dei padroni di casa, Sir James e Lady Elspeth (Richard E. Grant e Rosamund Pike). Intanto Oliver continua ad alimentare la propria passione per Felix, fin quando il loro idillio non sarà incrinato dall'emergere di un imbarazzante segreto.

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Un divertissement tra suspense, eros e farsa

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Saltburn: una foto del film

Ma mentre Una donna promettente affrontava con piglio militante il tema degli abusi sessuali, denunciando la diffusa normalizzazione della "cultura dello stupro", Saltburn è un film assai più complesso o, se vogliamo, non altrettanto a fuoco. A prima vista, il bersaglio della Fennell è la scarsa consapevolezza del privilegio (e lo snobismo che ne deriva), sebbene la satira sociale non porti a un'autentica riflessione su certe dinamiche di classe, ma si limiti ad adagiarsi sui toni della farsa; James ed Elspeth, in particolare, sono disegnati come individui fuori dal mondo, a cui è impossibile attribuire un qualunque livello di profondità. Eppure anche l'aspetto sociale rimane in superficie, e anzi viene ridimensionato (almeno in parte) dalla scoperta che Oliver non proviene da un milieu di malessere e di degrado, bensì da un ambiente familiare tutto sommato più che benestante. In altre parole, il suo antieroe sarà pure un moderno Tom Ripley, ma il fattore erotico-sentimentale sembra preponderante rispetto all'invidia di classe.

Saltburn Barry Keoghan
Saltburn: un'immagine di Barry Keoghan
Saltburn Jacob Elordi
Saltburn: un'immagine di Jacob Elordi

Non sarà dunque un caso se Saltburn funziona con maggior efficacia laddove le relazioni e i conflitti fra i personaggi sono declinati in chiave prettamente psicologica e sessuale: dall'aspra rivalità fra Oliver e Farleigh all'ossessione nei confronti di Felix, costantemente repressa e destinata a sfociare nel puro voyeurismo (la famigerata scena della vasca da bagno). In tal senso, Emerald Fennell spinge ancora più avanti il gusto per il grottesco e per l'eccesso, sottolineando come la frenesia erotica sia per sua stessa natura sfrenata e ridicola, ma sconfinando talvolta nella provocazione fine a se stessa (il coito necrofilo di Oliver) e in una trasgressione tutto sommato innocua. Quel che ne viene fuori è comunque un film decisamente intrigante, pure nelle sue contraddizioni, che inciampa nel finale in un accumulo di svolte narrative e di eventi fin troppo frettolosi, ma nel frattempo sa come irretire lo spettatore, in virtù di quel peculiare amalgama fra suspense e intrattenimento che sta diventando la cifra distintiva della sua autrice.