La marcia trionfale di Oppenheimer non subisce la minima battuta d'arresto, e quando mancano due settimane esatte alla notte degli Oscar il film di Christopher Nolan registra l'ennesimo successo di questa awards season: la vittoria di tre premi alla trentesima edizione degli Screen Actors Guild Award, riconoscimenti votati dai centosessantamila membri del SAG-AFTRA, il sindacato statunitense degli attori di cinema, radio e televisione. Si tratta di un cosiddetto precursor molto significativo per intuire le tendenze dei membri dell'Academy: basti ricordare che, un anno fa, il plebiscito senza precedenti per Everything Everywhere All at Once ai SAG Award (quattro premi, fra cui miglior cast) aveva fatto presagire la pioggia di statuette agli Oscar, così come in precedenza era accaduto per CODA - I segni del cuore e Parasite.
Tutti pazzi per Oppenheimer
Quest'anno, tuttavia, è stato chiaro fin dall'inizio in che direzione soffiava il vento: come abbiamo avuto modo di illustrare da queste stesse colonne, Oppenheimer è stato un fenomeno in grado di suscitare un entusiasmo trasversale, imponendosi pertanto come un concorrente imbattibile per gli Academy Award 2024; dopo aver già ricevuto cinque Golden Globe, sette BAFTA Award e il Directors Guild Award, il dramma storico sulla creazione della bomba atomica diretto da Christopher Nolan si è aggiudicato lo Screen Actors Guild Award per il miglior cast (categoria in cui ha superato, fra gli altri, American Fiction e Killers of the Flower Moon), insieme ai trofei per l'attore protagonista Cillian Murphy e l'attore supporter Robert Downey Jr. Ma a proposito delle singole categorie riservate agli interpreti, cosa ci suggeriscono i risultati delle votazioni della Screen Actors Guild in vista degli Oscar imminenti qui tutte le nomination di questa edizione)?
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Miglior attore: Oscar assicurato per Cillian Murphy?
A partire dalla serata dei Golden Globe, è apparso chiaro che la competizione per l'Oscar al miglior attore si profilava come un duello fra Paul Giamatti, splendido protagonista della commedia The Holdovers, e Cillian Murphy, impegnato nel ruolo del personaggio eponimo in Oppenheimer. Se Paul Giamatti, un veterano di Hollywood, gode senz'altro del fattore 'sentimentale' (nonché della simpatia sprigionata dal burbero professore del film di Alexander Payne), l'irlandese Cillian Murphy può contare sull'immensa popolarità dell'opera di Nolan, nonché sugli elogi per una performance in cui le emozioni vengono quasi sempre trattenute e interiorizzate, ma trapelano dallo sguardo inquieto dello scienziato. E dopo il Golden Globe e il BAFTA Award, il SAG Award ottenuto ieri notte sembra segnalare un vantaggio pressoché incolmabile per Cillian Murphy: difficile che l'inevitabile valanga di Oscar per Oppenheimer non veda ricompensato anche il protagonista assoluto del film.
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Miglior attrice: Lily Gladstone sorpassa Emma Stone
Se c'è invece una categoria il cui esito rimane piuttosto incerto, è quella per l'Oscar come miglior attrice. La grande favorita della prima ora, Emma Stone, pareva avviata a dominare la stagione dei premi grazie alla sua formidabile prova in Povere creature! di Yorgos Lanthimos, e un'eventuale conferma ai SAG Award avrebbe chiuso in anticipo i giochi per l'Oscar; invece, la maggioranza dei membri della Screen Actors Guild le ha preferito Lily Gladstone, che si è distinta nell'ultimo, acclamato lavoro di Martin Scorsese, Killers of the Flower Moon. Entrambe le attrici sono state premiate ai Golden Globe, mentre una settimana fa Emma Stone ha ricevuto il BAFTA Award (premio per il quale la Gladstone non era stata neppure candidata); ora, però, il trofeo assegnato a Lily Gladstone potrebbe spostare il consenso generale verso la protagonista di Killers of the Flower Moon, artefice di un'interpretazione molto contenuta e sotto le righe... ragion per cui la sua vittoria ai SAG Award risulta ancora più sorprendente e significativa.
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Oscar sotto ipoteca per Robert Downey Jr e Da'Vine Joy Randolph
In termini di impatto sulla corsa agli Oscar, sono meno interessanti i riconoscimenti attribuiti ieri notte ai migliori interpreti non protagonisti; se non altro perché da diverse settimane, ormai, le rispettive categorie hanno vista un'affermazione netta e insindacabile di due singoli candidati. Per Robert Downey Jr, fra i comprimari di Cillian Murphy nell'ampio cast di Oppenheimer, il premio come miglior attore non protagonista (il suo secondo SAG Award, dopo quello per la serie Ally McBeal nel 2001) precede un Oscar che non sarà legato esclusivamente a questa specifica interpretazione, ma a una ricca e variegata carriera. Diverso il caso di Da'Vine Joy Randolph, la cui attività televisiva e cinematografica risale solo all'ultimo decennio, perlopiù in piccoli ruoli e in parti da caratterista: la sua performance in The Holdovers, al contempo ironica e commovente, è bastata a farle guadagnare gli elogi di critica e pubblico, e fra due settimane la porterà a vedersi consegnare un meritato Oscar come miglior attrice non protagonista.