Roma 2009, giorno uno: il festival si tinge di verde

Inaugurata la quarta edizione del Festival internazionale del film di Roma: tra cantieri ancora aperti, una versione ecosostenibile, il film firmato da Tanovic, le star sul tappeto rosso e l'appuntamento immancabile con le proteste.

Parte subito all'insegna dell'impegno la quarta edizione del Festival Internazionale del film di Roma: mentre i cantieri sono ancora in corso e si può sentire l'educato scalpitio degli addetti ai lavori, la kermesse capitolina apre i battenti al pubblico italiano, ben abituato ai cronici work in progress. Sostegno ecologico come collante del programma, perfino i gadget e le ricercatissime borse ufficiali sono frutto di un'operazione di riciclaggio, il festival quest'anno sembra prendere una direzione precisa e definire il suo close up sulle tematiche seriose che si alterneranno presto ai toni più leggeri e alle patinate premiere con red carpet illuminati dai flash e osannati dai fan delle star arrivate nella Capitale.

Il festival è stato inaugurato martedì 13 con un incantevole concerto, gratuito, dedicato al maestro "Nino Rota, l'amico magico", firmato dagli Avion Travel e dall'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, diretta dal figlio d'arte Marcello Rota. Un vero amarcord felliniano che ha alternato brani del gruppo casertano agli accompagnamenti musicali di Rota e ad alcune testimonianze sulla sua storia nel cinema, interpretate dalla voce del bravo Peppe Servillo.
Il 14 ottobre sono state invece inaugurate le tre mostre del Festival, tutte a ingresso libero: "Luci del cinema su Antonio Ligabue", un'esposizione di circa ottanta opere dell'artista, la mostra "Cape Farewell: Art and Climate Change", inaugurata dal direttore Gian Luigi Rondi allo Spazio Hag, con le fotografie, le sculture e le installazioni alimentate dall'energia solare create da un gruppo di artisti che ha vissuto, insieme a scienziati e ricercatori, a Cape Farewell, in Groenlandia, infine, inaugurato da Ennio Morricone, "Sergio Leone, uno sguardo inedito", l'omaggio al regista a ottant'anni dalla nascita e venti dalla scomparsa, con gli allestimenti scenici dei premi Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo.

Un buon exploit quello iniziale: Triage, il war movie psicologico diretto da Danis Tanovic apre la Selezione Ufficiale del Concorso ed è già un colpo al cuore. Film drammatico e commovente, Triage ci trascina nell'inferno bellico del Kurdistan del 1988, un posto in cui "la gente sferra offensive da due secoli" e subisce sempre sconfitte. Tanovic, Miglior Sceneggiatura al Festival di Cannes, Miglior Film in Lingua Straniera ai Golden Globe e Oscar per il Miglior Film Straniero con No Man's Land (2001), riesce a dosare l'iperrealtà cruda e tragica dei conflitti armati, che provano i camici bianchi negli ospedali improvvisati nei campi, e la sensibilità degli uomini che li osservano da vicino. La storia dei fotoreporter David e Mark, un accigliato e corrugato Colin Farrell, viene rappresentata in maniera completamente bilanciata: nulla viene lasciato nell'ombra e niente viene tralasciato. Lo sguardo sulle assenze-presenze femminili, sull'esperienza traumatica della morte filtrata dalla realtà quotidiana, o dalla macchina fotografica, sul difficile rapporto interculturale e interraziale europeo completa una struggente descrizione fotografica che trova spazio per dialoghi brillanti e immagini poetiche.

Madrina della serata la dolce e aggraziata Margherita Buy, applaudita interprete de Lo spazio bianco. Ad accompagnarla sotto i riflettori il cast di Triage: il cineasta bosniaco Danis Tanovic con la diva spagnola Paz Vega e il bravissimo Christopher Lee. Resteranno delusi invece le fan che aspettavano Colin Farrell, che ha dato forfait all'ultimo minuto.
Alle 22:00 un evento speciale dedicato all'ambiente e realizzato a Villa Medici: installazioni, acrobazie e performance musicali dei Plasticiens Volants e dell'art director Felice Limosani, con la voce narrante di David Riondino.

Il Festival, promosso come "Impatto zero", che l'anno scorso negò la sua tinta rossa, quest'anno ha deciso d'indossare il verde: fortuna che il colore sia quello dell'ecologia e non quello politico. Di rosso si colorano intanto i volti arrabbiati dei fotografi professionisti, oggi in protesta contro lo spazio proibitivo loro riservato: il festival dedica un'attenzione particolare all'ambiente, ma forse dovrebbe iniziare da quello interno.