Con piccola qualche riserva e le perplessità del caso sulla riproposizione di troppi elementi e situazioni simili a quelle della vecchia trilogia, a noi Star Wars: Il risveglio della forza tutto sommato era piaciuto, in quanto film che omaggiava, aggiornava e modernizzava la formula della saga per antonomasia per conquistare anche le generazioni più giovani.
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Ma con l'atteso spin-off Rogue One: A Star Wars Story, a quanto pare, siamo di fronte a qualcosa di ancora più prezioso e convincente: il film di Gareth Edwards dimostra che lo spirito di Star Wars è ancora vivo, e non solo il marchio. Ed eccovi, a testimonianza, le opinioni della nostra redazione, che vanno, come vedrete, dall'estrema soddisfazione all'euforia. Buona lettura, e che la Forza continui a scorrere potente nel franchise.
Il lato oscuro di Star Wars ci regala il miglior spinoff che potessimo desiderare (Luca Liguori)
[...] Incredibilmente quello che ne viene fuori è un film inizialmente diverso da tutti gli altri della saga, tanto da ricordare in più di un'occasione pellicole di genere bellico piuttosto che fantasy o di fantascienza, ma è anche un film che nella sua seconda parte è un continuo crescendo di ritmo, di scene emozionanti ed esaltanti e soprattutto di elementi starwarsiani che finiscono inevitabilmente per conquistare anche i fan più disincantati e difficili. Fin dall'inizio Edwards dimostra grande coraggio e indipendenza, e fa capire apertamente che non vuole che il suo Rogue One venga considerato un episodio "normale" della saga - tanto che nell'incipit mancano sia le tipiche scritte iniziali a scorrimento che la celeberrima musica di John Williams. Il bello però è che lo diventa un po' alla volta e, col trascorrere dei minuti, sempre di più; e lo diventa in modo assolutamente naturale, tanto che nella scena finale sembra di essere non in uno dei tanti film di Star Wars, ma esattamente dentro quel Guerre stellari del 1977. Merito di effetti speciali digitali davvero sorprendenti, merito della storia e dell'universo di Lucas che così bene si presta ad operazioni del genere, ma merito soprattutto di un regista che è riuscito davvero a capire lo spirito del film originale e anche di cosa sembravano aver davvero bisogno i fan storici. [...]
Voto ☆☆☆☆
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Le altre opinioni della redazione
E guerra stellare fu! (Max Borg)
Se Star Wars: il risveglio della forza è servito soprattutto a conquistare una nuova generazione di fan e ricordare ai veterani perché si erano innamorati dell'universo creato da Lucas, lo scopo di Rogue One è mostrarci le infinite potenzialità narrative e stilistiche di quel mondo. Questo primo film antologico, autoconclusivo eppure perfettamente inserito nel contesto della saga, è riconoscibilmente parte di Star Wars ma anche qualcosa di nuovo: un film di guerra, cinetico e brutale, dove la speranza non smorza le conseguenze non sempre felici del conflitto tra Impero e Ribellione. Forse non esattamente "per tutti", ma è un bel regalo di Natale per chi è cresciuto con Star Wars e vuole ancora essere sorpreso dai contenuti di quella galassia lontana. E ovviamente: bentornato, Darth Vader!
Voto ☆☆☆☆ ½
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Star Wars va alla guerra (Francesco Bruni)
"Le ribellioni si fondano sulla speranza". Partiamo da qui. Da quell'atto di Fede perfino scontato ma capace di immergerci nelle polveri belliche di un conflitto spettrale tra gli angoli più bui dell'universo di George Lucas. Più dark e ricco d'azione come mai nessuno dei suoi 7 predecessori aveva fatto, Rogue One porta l'estetica dei combattimenti da guerra nell'estetica dell'amata space opera del 1977. Capace di (ri)funzionalizzare i riferimenti alla prima trilogia per destinarli alla più classica, e 'sacrosanta', delle missioni impossibili. Una posizione simbolica, vuoi dall'eroismo leggendario, che proclama con eversiva ed irrequieta forza la sua indipendenza all'indomani della sterile agiografia firmata J.J. Abrams. Senza dimenticarsi, però, di evocare ancora quelle atmosfere, quei tramonti, quei paesaggi mozzafiato o desolanti, quei fantasmi di morte pronti a risorgere in nuove albe oscure e non negare la caducità a niente e a nessuno. Gareth Edwards rimette così al centro della galassia il Lato Oscuro della Forza, arricchendo il suo intrattenimento colossale con vibranti momenti poetici: di ribelli, cause - più o meno solitarie - e tanti cuori che battono, di passati (lontani lontani...) che crashano e, finalmente, spianano la strada a chi verrà 'dopo'. Tracce di bel cinema slegate quanto basta dalla saga originale ma perfettamente incastonate nella storyline di Star Wars. Che il talento visivo di Edwards libera in un finale orchestrato tra forme e volumi dall'impressionante impatto, ripensando il suo spin-off come a un crocevia di generi, dalle radici western al più carnale e polveroso dei war-movie (quasi un viet-movie fra le stelle). Uno spazio cinematografico sopra il quale si rimane appesi, aggrappati all'abisso, per tornare a guardare in superficie il piacere dell'invenzione. Ora abbiamo un vero prequel al quale tenere. Di padri, in figli e verso nuove rivoluzioni fondate sulla speranza.
Voto ☆☆☆ ½
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La speranza colpisce ancora (Antonio Cuomo)
Una nuova speranza, il titolo successivamente dato al capostipite della saga di Lucas, ora Episodio IV, sarebbe perfetto per evocare temi e sensazioni regalate da Rogue One, uno Star Wars senza Star Wars, che rinuncia a vestire i panni scomodi della famiglia a cui appartiene per tutto il necessario incipit, per trasformarsi un passo per volta, lentamente, naturalmente, umilmente, in quello che tutti conosciamo e amiamo. Edwards si muove con lo stesso coraggio dei suoi eroi, si affida al film di guerra per portarci nel mezzo di una battaglia che ci è stata raccontata ma non abbiamo mai vissuto, a terra tra soldati, camminatori e trooper, nello spazio a schivare X-Wing, Tie Fighters e Star Destroyers. Rogue One è Star Wars ma è anche molto di più, è la stessa speranza su cui si fonda la ribellione che racconta, pura e sofferta, la speranza che questa saga non si fermi mai più e diventi un appuntamento fisso e ricco di sfumature diverse ad ogni nuovo capitolo.
Voto ☆☆☆☆
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Più action che epos (Valentina D'Amico)
Dopo la visione dei primi due capitoli del rilancio del franchise di Star Wars viene da affermare che riprodurre lo spirito epico di cui era intrisa l'opera di George Lucas è impresa ardua. Si corre il rischio di aderire pedissequamente alla via da lui tracciata o di tradirne lo spirito, scatenando la rabbia dei fan duri e puri. I mezzi limitati degli anni '70 erano uno stimolo per la creatività a confronto con i sofisticati effetti speciali e i budget milionari che hanno reso Rogue One: A Star Wars Story un blockbuster spettacolare e disimpegnato. Gareth Edwards è un regista di talento e dimostra di avere il controllo della macchina immensa che gli è stata affidata. Una regia solida e un manipolo di attori di livello compensa una sceneggiatura non perfetta, ma che contiene alcune idee eccellenti. K-2SO non tradisce la tradizione dei brillanti droidi di Star Wars con il suo humor british e il personaggio di Mads Mikkelsen rimarrà impresso a lungo, a dispetto del minutaggio ridotto. Convince meno la scelta di riesumare Peter Cushing in digitale. Vista la centralità del suo personaggio, il Governatore Tarkin, per quanto sia sofisticata la CGI che lo riporta in vita, a confronto con gli attori in carne e ossa il suo aspetto risulta a tratti straniante. Con un Darth Vader più muscolare e meno misterioso del passato (sarà perché è ancora giovincello?) e un'eroina che convince, ma meno della Rey de Il risveglio della forza, Rogue One è creato ad hoc per divertire il pubblico. Montaggio incalzante, colpi di scena ben dosati, ritmo e un finale spettacolare. A mancare, però, è quel coinvolgimento emotivo che Lucas sapeva creare trasformando l'azione in epos e che qui latita.
Voto ☆☆☆ ½
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Rogue One: una nuova speranza (Giuseppe Grossi)
Più lontano del lontano, più tempo fa di tanto tempo fa, c'era un padre che voleva proteggere sua figlia. A tutti i costi. Sembra la storia più vecchia del mondo, di istinti primordiali e distacchi laceranti, eppure Rogue One ha poca voglia di guardare indietro e seguire vecchie scie. Gareth Edwards vuole unirsi al vecchio attraverso il nuovo. Lo fa scegliendo un terzo lato (oscuro e luminoso assieme) nello storico duello tra fantasy e fantascienza: la guerra. Bellico e trascinante, Rogue One sottolinea le "guerre" e tralascia le "stelle". Nessun eroe predestinato, niente epica classica, solo ciurme, morte, sacrifici. Anche per questo la nuova eroina Jyn ci appare tanto diversa da Rey. Non è eletta, non è graziata dalla Forza, ma è una donna più terrena, dotata di fede. Come quella di una figlia che sussurra dentro di sé e poi grida agli altri frasi assai familiari: "Tu sei mio padre. E io ti crederò sempre".
Voto ☆☆☆☆
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La Morte Nera e il mucchio selvaggio (Stefano Lo Verme)
Cimentarsi con il canone dell'immaginario sci-fi cercando però un percorso proprio ed inedito, in grado di instaurare un connubio con la saga di George Lucas senza adagiarsi in una sterile imitazione: una sfida affatto semplice, ma che il film di Gareth Edwards supera con un coraggio encomiabile, pur non avvicinandosi ai fasti, al pathos e alla potenza iconica de Il risveglio della Forza. Eppure Rogue One, a dispetto di una narrazione non sempre impeccabile (l'eccessiva prevalenza della dimensione action) e di uno stuolo di comprimari poco o per nulla sviluppati, si lascia ammirare per la sua cupezza senza sconti, per il dinamismo di una messa in scena ricca di suggestioni (quei brulli pianeti semidesertici che ricordano il Medio Oriente insanguinato dei giorni nostri) e per la sua natura di disperato western bellico, in cui un manipolo di "bastardi senza gloria" consumano la propria missione in una galassia lontana lontana; per culminare infine in un epilogo magnifico e devastante, fra l'oscurità senza volto di un antico avversario e la flebile luce di una nuova speranza.
Voto ☆☆☆ ½
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Rogue One: il lato più cupo della forza (Erika Sciamanna)
La cosa più difficile da fare è proprio esprimere un giudizio su questo film senza rischiare di sembrare poco imparziali; il problema è che Rogue One è un film bellissimo e stupefacente sotto molti punti di vista, non manca nulla: azione, narrazione, sentimenti, ironia, tutti perfettamente dosati ed equilibrati. Lo spirito della trilogia iniziata con Guerre Stellari non viene snaturato, ma completato da una pellicola che prima si accosta al "mostro sacro" quasi in punta di piedi per poi aprirsi e mostrare allo spettatore tutto quello che l'universo creato da George Lucas può offrire. Rispetto alle trilogie precedenti ed all'ultimo "Il risveglio della forza" le atmosfere si fanno più cupe, a volte quasi claustrofobiche, infuocate negli scontri all'aperto. Insomma cosa dire, un piacere per gli occhi e per l'animo dei fan della saga che sicuramente non rimarranno delusi rivedendo su schermo anche uno dei personaggi più terrificanti e amati che rimane, purtroppo, vittima di un doppiaggio italiano decisamente non all'altezza e penalizzante. Cosa altro dire, film consigliassimo e se siete ancora scettici quale miglior modo di giudicare se non andare a vederlo?
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Voto ☆☆☆☆ ½
All'ombra di Darth Vader (Alessia Starace)
Un gran finale, per qualcuno, vale tre quarti del racconto. Questo Rogue One ha un finale avvincente, spettacolare e emozionante. Sarebbe stato ancora più potente, però, con una costruzione più lucida di una storia che sembra voler fare troppo: introdurre i nuovi personaggi, resuscitare i vecchi, mostrare le meraviglie indimenticate di ieri e creare un nuovo scenario con una sua dignità originale. Non per questo Rogue One è un blockbuster arido, anzi, è coraggiosamente imperfetto e in questo si fa ammirare. E poi basta uno sguardo a un corridoio scuro, un rantolo inquietante e familiare, il vibrare di una spada laser, e per un attimo è esaltazione.
Voto ☆☆☆
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