Un'icona del mondo del pop, con un repertorio la cui fama gigantesca si estende a più generazioni. La cornice degli anni Settanta, fra gli scintillanti eccessi del glam e le nuove tendenze dell'industria discografica. Un enorme successo accompagnato da difficoltà personali e crisi creative. Un'omosessualità vissuta in maniera nascosta e non del tutto serena. Sulla carta gli ingredienti alla base di Bohemian Rhapsody, uno dei film-fenomeno del 2018, sono identici a quelli di Rocketman, in uscita il 24 maggio nel Regno Unito e il 30 maggio nelle sale italiane: il biopic dedicato ai primi anni di carriera e alla rapida ascesa verso la celebrità di uno dei divi più amati nella storia del rock, Elton John. Due film 'gemelli', almeno sulla carta, separati l'uno dall'altro da appena sette mesi di distanza dai rispettivi esordi, per una di quelle curiose coincidenze che sembrano invitarci all'inesorabile confronto diretto fra le due pellicole...
Il fenomeno Bohemian Rhapsody: Is this the real life?
Innanzitutto, un breve passo indietro: ad eccezione di chi abbia trascorso gli ultimi mesi in un altro sistema solare o di qualche eremita tibetano, tutti gli abitanti del pianeta hanno quantomeno sentito parlare di Bohemian Rhapsody, uno dei film più discussi del 2018. In moltissimi, inoltre, hanno affollato le sale per vederlo sul grande schermo: con quasi novecento milioni di dollari al box office mondiale e un pubblico stimato in circa cento milioni di spettatori, Bohemian Rhapsody si attesta come il sesto maggior incasso dell'anno, nonché il primo in assoluto in Italia (ventinove milioni di euro e quattro milioni di spettatori). Tutto questo a dispetto di premesse non esattamente rosee: la lunga gestazione del progetto, con la rinuncia di Sacha Baron Cohen e l'ingombrante 'patrocinio' dei Queen; le tensioni sul set, sfociate nell'allontanamento del regista Bryan Singer; le contestazioni e le critiche che hanno accolto il film alla sua uscita.
Se il trionfo commerciale di Bohemian Rhapsody, che ricostruisce la parabola di Freddie Mercury dalla nascita dei Queen alla loro esibizione al Live Aid, ha colto di sorpresa la stessa 20th Century Fox, ancora più spiazzante è stato il riscontro in termini di premi. Nonostante le recensioni piuttosto tiepide e l'aura di scandalo attorno a Bryan Singer, accusato di abusi sessuali su minorenni, Bohemian Rhapsody non si è limitato a far conquistare al suo protagonista, il trentasettenne di origini egiziane Rami Malek, l'Oscar come miglior attore e quasi tutti i principali riconoscimenti del settore, ma ha ricevuto anche uno sbalorditivo Golden Globe come miglior film drammatico e un generosissimo totale di quattro premi Oscar, incluso quello (incomprensibile) per il montaggio di John Ottman, oggetto di derisione. E se il brand dei Queen era già di per sé una garanzia sufficiente in termini commerciali, la pioggia di statuette assume invece le proporzioni di un clamoroso abbaglio collettivo da parte degli "addetti ai lavori".
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Ritratto di Elton John: I remember when rock was young
Rocketman, altro progetto rimasto in cantiere per moltissimo tempo (fu annunciato per la prima volta nel 2012, e in cima alla lista dei possibili interpreti figurava Justin Timberlake), condivide con Bohemian Rhapsody un nome specifico: il regista Dexter Fletcher, ingaggiato dalla Fox per completare le riprese del biopic su Freddie Mercury dopo la rottura con Singer (per quanto sia accreditato solo come produttore esecutivo). Il ventinovenne Taron Egerton, star di Kingsman, presta il volto a Reginald Kenneth Dwight negli anni della giovinezza e nel periodo in cui, grazie a canzoni quali Your Song, Rocket Man, Crocodile Rock e Daniel, sarebbe diventato un divo amatissimo in tutto il mondo con il nome d'arte di Elton John. Ovviamente, come da tradizione nei biopic canonici, la storia si concentrerà sul contrasto fra l'ascesa di Elton, favorita dal sodalizio con il paroliere Bernie Taupin (Jamie Bell), e la sua problematica vita privata, vale a dire la lotta contro la depressione e gli abusi di droghe.
Fra gli elementi che inducono a ben sperare in merito all'esito del film vi sono la presenza dello sceneggiatore Lee Hall, autore degli script di titoli come Billy Elliot e War Horse (ma pure del mediocre Victoria & Abdul), e dei trailer che, perlomeno sul piano visivo, promettono qualcosa in più rispetto allo stile convenzionale e patinato di Bohemian Rhapsody. Il protagonista Taron Egerton, inoltre, utilizza la propria voce per esibirsi nei brani di Elton John (a differenza del lip sync di Rami Malek), e le sue doti vocali sembrano più che adeguate al compito. Sempre Egerton, inoltre, ha dichiarato che Rocketman non sarà un biopic tradizionale, quanto piuttosto un fantasy-musical: un approccio probabilmente più intrigante, visto il materiale a disposizione.
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They're weird and they're wonderful: una sfida fra icone?
Con una carriera ormai cinquantennale, circa duecentocinquanta milioni di dischi venduti, album capolavori come Don't Shoot Me I'm Only the Piano Player e Goodbye Yellow Brick Road e almeno un paio di dozzine di canzoni entrate nella memoria collettiva, Elton John è senz'altro una delle icone della pop music: quanto basta affinché Rocketman riporti incassi più che ragguardevoli. Arriverà però a sfiorare il miliardo di dollari, come accaduto a Bohemian Rhapsody? L'obiettivo pare proibitivo: la figura di Freddie Mercury è avvolta da un alone leggendario accresciuto dalla sua prematura scomparsa, nel 1991, ed è cristallizzata ormai nel mito, tanto che anche molti giovanissimi hanno sviluppato una passione per lui e per il repertorio dei Queen.
Elton John, invece, è un personaggio ancora in piena attività e che è maturato insieme ai suoi fan, pur conservando nei suoi concerti un'energia fenomenale, e che nella seconda fase del proprio percorso musicale si è costruito un'immagine necessariamente più adulta e 'borghese'. La vera sfida di Rocketman consisterà nell'indurre il pubblico dei teenager odierni a farsi attrarre dalla storia di un cantautore oggi ultrasettantenne, ma che nel suo primo decennio di attività, sulla scia di David Bowie, ha imposto un nuovo modello di rockstar sfrontatamente eccentrica e dai tratti smaccatamente queer.
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I want love, just a different kind: Freddie, Elton e l'omosessualità
Ed ecco un altro elemento in comune fra Bohemian Rhapsody e Rocketman: l'orientamento sessuale dei rispettivi protagonisti. I rapporti omoerotici di Freddie Mercury si sono rivelati uno dei massimi talloni d'Achille di un'opera in cui l'omosessualità viene spesso dipinta con toni cupi ed ambigui, lasciando trapelare un'ottica eteronormativa (il cosiddetto straightwashing) per certi versi paradossale e confinando fuori scena qualunque tipo di rappresentazione più esplicita delle relazioni del leader dei Queen con altri uomini. Il primo compagno di Mercury nel film, il (fittizio) manager Paul Prenter, si dimostrerà addirittura una sorta di antagonista nell'economia della trama, mentre il suo (vero) fidanzato, Jim Hutton, è ripescato in extremis in un subplot posticcio e non così compiuto.
L'omosessualità celata di Elton John negli anni Settanta si preannuncia come uno dei temi-chiave di Rocketman, ma su tale aspetto già sono nate le prime polemiche per un presunto conflitto fra gli autori e la Paramount. Oggetto del contendere, una sequenza di Rocketman censurata in cui Elton e il suo manager John Reid, già raffigurato dall'attore Aidan Gillen in Bohemian Rhapsody e interpretato qui da Richard Madden, condividono lo stesso letto, con Egerton e Madden che appaiono nudi di schiena. Che pure in Rocketman la componente queer del racconto sia stata ridotta o 'ammorbidita' a fini commerciali? Forse no, tanto più che la pellicola ha ricevuto il visto censura R negli Stati Uniti (i minorenni potranno entrare in sala solo insieme a un adulto). Insomma, l'auspicio è che Rocketman abbia tratto giovamento dagli 'errori' di Bohemian Rhapsody e non abbia tenuto in sordina una caratteristica tanto importante della vita personale di Elton John, ma anche della sua dimensione di artista e di uomo di spettacolo... una dimensione davvero straordinaria, a cui si spera che questo film abbia reso merito nella maniera migliore possibile.