Recensione It Follows (2014)

Opera seconda di David Robert Mitchell dopo The Myth of the American Sleepover, It Follows terrorizza il pubblico del 32° Torino Film Festival riprendendo il tema delle inquietudini adolescenziali, già affrontato dal regista nel film d'esordio, e declinandolo verso un incubo horror che ammalia e avvolge lo spettatore dal primo all'ultimo secondo.

Jay vive con la sorella e la madre in un sobborgo residenziale di Detroit e conduce una vita serena: gli studi, gli amici e qualche flirt. Ha da poco conosciuto Hugh e ha voglia di frequentarlo per capire se il sentimento forte che prova già nei confronti di lui è reciproco oppure no, visto che ultimamente il ragazzo si comporta in un modo un po' strano. Dopo il loro primo rapporto intimo qualcosa in lei cambia per sempre e la relazione prende un percorso del tutto inaspettato.

Inquietanti allucinazioni iniziano a perseguitarla e si fa sempre più pressante la sensazione di essere inseguita. Le previsioni di Hugh si sono avverate: quel rapporto sessuale l'ha condannata ad una fuga senza fine da qualcosa di malvagio che si mette sui suoi passi, qualcosa che non si placherà fin quando non l'avrà uccisa. Presto Jay e il suo gruppo di amici si accorgeranno che l'unica alternativa per sfuggire a quell'orrore è 'passare' la maledizione a qualcun altro, esattamente nel modo in cui Hugh l'ha passata a lei.

Incubi autobiografici

It Follows:  Maika Monroe in una scena dell'horror
It Follows: Maika Monroe in una scena dell'horror

A quattro anni dalla presentazione del suo film d'esordio, The Myth of the American Sleepover, David Robert Mitchell torna al Torino Film Festival nella sezione After Hours con il suo nuovo lavoro, già passato con successo alla Semaine de la Critique 2014. Un teen-horror affascinante e magnetico girato sempre a Detroit, sua città natale, che rimescola sapientemente gli stilemi di genere per parlarci di solitudini adolescenziali, dell'incomunicabilità con i genitori che contraddistingue quell'età turbolenta in cui si fanno le prime esperienze fuori casa, in cui non si è più prigionieri delle paure altrui, in cui nascono i primi amori e si iniziano a muovere i primi passi verso l'età adulta ed una sessualità più o meno consapevole. Un soggetto che è in parte autobiografico per Mitchell, anche sceneggiatore del film: la storia trae infatti ispirazione da uno degli incubi più ricorrenti della sua infanzia che lo vedeva camminare per le strade e per i parchi del suo quartiere con addosso la sensazione di essere seguito da qualcosa o da qualcuno, da un mostro che assumeva sembianze diverse ogni volta e che in modo lento ma inarrestabile avanzava verso di lui.

La metafora del contagio

It Follows:  Maika Monroe in una inquietante scena del film
It Follows: Maika Monroe in una inquietante scena del film

It Follows racchiude metafore e riflessioni importanti sulla moralità e sulla malattie sessualmente trasmissibili (l'AIDS su tutte) e su come i figli metabolizzino paure ancestrali che appartengono ai genitori; ma è anche sottinteso un invito a dare spazio ai sentimenti, a fermarsi a e a valutare le conseguenze tragiche che certe 'leggerezze' possono comportare. La malattia, come la morte, è un predatore cieco e silenzioso che non ammette distrazioni e che vaga tra la folla in cerca della sua prossima vittima sacrificale. Che il soggetto del titolo, "it", non si riferisca proprio al famoso 'chiodo fisso' che imbriglia la mente e scombussola gli ormoni di tutti i teenager? Non ultimo anche il risvolto sensoriale e psicologico che si cela dietro alla scoperta della sessualità. Il momento in cui un ragazzo o una ragazza si ritrova faccia a faccia per la prima volta con le sue pulsioni carnali può essere sì bello, ma anche molto spaventoso. E per gli amanti del cinema del brivido è forse questo l'aspetto più interessante della storia: osservare e declinare verso l'horror le reazioni del corpo e della mente scatenate da questo particolarissimo stato d'animo.

Inseguire e perseguire un incubo

It Follows: Maika Monroe in una scena
It Follows: Maika Monroe in una scena

L'agghiacciante incipit fa subito scattare il colpo di fulmine riportando alla mente le indimenticabili sequenze dell'Halloween - La Notte delle Streghe di John Carpenter (gli omaggi al Maestro sono inequivocabili anche nella colonna sonora dei Disasterpiece), dalle inquadrature sulla casa di fronte alle lunghe passeggiate della protagonista tra le siepi sui passi che furono di Jamie Lee Curtis. Con un piano sequenza indimenticabile che segue la corsa sfrenata di una ragazza verso il suo inesorabile destino, Mitchell mette al tappeto lo spettatore con una scarica di adrenalina che lo tiene incollato alla poltrona con lo sguardo fisso sullo schermo dal primo all'ultimo secondo. La fotografia, le scenografie, le continue soggettive e i lenti movimenti di macchina di Mitchell supportati da affascinanti piani sequenza circolari, zoom e messe a fuoco sorprendenti, trasportano chi guarda in una sorta di dimensione parallela in cui tutto quello che passa sullo schermo non perde mai il suo senso e il suo realismo.

Grandi talenti crescono

It Follows:  Maika Monroe in una immagine del film
It Follows: Maika Monroe in una immagine del film

Il punto di forza della folgorante opera di questo regista classe 1974 è infatti la lealtà nei confronti dello spettatore, messo in condizione di trovare le sue risposte e di cercare, sullo schermo, quel particolare che possa aiutarlo a capire se c'è qualcosa o qualcuno che veramente insegue la protagonista oppure se la sua sia soltanto una malattia mentale. Mitchell non si lascia prendere la mano, non tradisce le aspettative né cambia direzione in corsa come spesso accade in questo genere di film, né va mai in cerca di facili e fragorosi colpi di scena o tenta di risolvere l'arcano in maniera sbrigativa e superficiale. La storia che ci propone all'inizio mantiene strada facendo tutte le sue promesse ed è la stessa che ci accompagna, insieme ad un soffocante senso di angoscia, fino alla scena finale che lascia i brividi lungo la schiena e chiude alla perfezione il cerchio. E' impressionante e davvero mirabile il modo in cui Mitchell riesce a costruire la tensione usando la costruzione dell'inquadratura e la cattura delle immagini riuscendo a tenere fuori campo la materializzazione dell'orrore nudo e crudo, eccezion fatta per le scene salienti e più terrorizzanti, su tutte quella nel capanno degli attrezzi sulla spiaggia e quella catartica girata nella piscina, due sequenze che ricorderemo a lungo.

It Follows:  Maika Monroe con Lili Sepe in una scena dell'horror
It Follows: Maika Monroe con Lili Sepe in una scena dell'horror

Conclusioni

Con It Follows l'americano David Robert Mitchell lascia un segno indelebile nella storia del teen-movie dando dimostrazione del suo indiscutibile talento di regista e narratore. Sentiremo presto e a lungo parlare di lui.

Movieplayer.it

4.0/5