Quattro ragazze, un viaggio, tanti problemi, un autore che tenta di imporre il suo sguardo poetico sulla realtà. Giuseppe Piccioni, veterano di Venezia, fa ritorno al Lido per presentare in concorso Questi giorni, road movie esistenziale che vede quattro amiche in viaggio verso Belgrado per accompagnare una di loro, in procinto di iniziare un nuovo lavoro in un grande hotel della capitale serba. Le quattro giovani interpreti, presenti a Venezia insieme a Piccioni, sono Marta Gastini, volto noto per aver partecipato a Dracula 3D di Dario Argento e alla serie tv I Borgia, Maria Roveran, Laura Adriani e l'esordiente Caterina Le Caselle. Anche se il mondo di queste quattro ventenni alla scoperta della vita è al centro del film, non mancano alcune significative presenze adulte. Margherita Buy è la madre di Liliana, personaggio interpretato dala Roveran, Filippo Timi è il suo professore universitario, mentre Sergio Rubini interpreta l'estroverso genitore di Angela ( Adriani).
Leggi anche: Questi giorni: il trailer del film di Giuseppe Piccioni
Loquace e divertito, Giuseppe Piccioni non sembra soffrire troppo la responsabilità del Concorso. Parlando del film specifica: "Non volevo fare un road movie epico. Questi giorni inizia in maniera intermittente, incerta. È come se cercasse una sua strada. Il vero inizio si ha quando comincia il viaggio. Al primo movimento, introduttivo, segue il viaggio vero e proprio che contiene un nucleo centrale profondo. Nel terzo movimento i tempi sono più dilatati, torna la voce fuori campo. Ho costruito questa struttura per raccontare una storia che rischiava di cadere nel cliché, ma io ho cercato di fare un film vivo, vitale. La sostanza della storia non è la trama. La trama è una stampella. Si pensi alla trama di Madame Bovary, che cosa succede? Niente. Non è questo il fulcro del romanzo". Consapevole che i film italiani in Concorso, a Venezia, sono sempre sotto esame, Piccioni si concede un commento scherzoso: "Non sono preoccupato, ma sento l'adrenalina. Noi registi facciamo una vita miserabile, quindi mi diverte vedere un po' di sfarzo ogni tanto. E poi il desiderio di vincere tutti i Leoni c'è. Ovviamente non ne vincerò neanche uno, ma in realtà non è detto. Potrebbero anche commettere qualche ingiustizia".
Quattro ragazze, quattro attrici, un viaggio
Per trovare le quattro protagoniste di Questi giorni, Giuseppe Piccioni ha fatto un lungo lavoro di casting, seguito da un periodo di conoscenza sul set per creare l'affiatamento necessario. Il regista racconta: "Abbiamo iniziato a conoscerci, a lavorare insieme, volevo catturare il loro entusiasmo. Seguire queste quattro donne in libertà mi ha permesso di capire dove condurre la storia. Oggi la libertà nel cinema non se la può permettere nessuno, ma noi abbiamo sfidato le regole. Ci piaceva raccontare un passaggio di confine. Ogni passaggio comporta delle perdite, ma la vita è sempre più forte di tutto".
Marta Gastini, la cui Caterina è il fulcro della storia, parla del suo personaggio: "Caterina è una persona molto sola, la vediamo concedersi qualche tenerezza solo con il fratello e con l'amica Liliana. È un personaggio cupo, forte, indipendente, indossa una corazza che la rende scontrosa. Non permette a nessuno di avvicinarsi per non essere ferita. La sua rabbia nasce da questo desiderio di silenzio, dal bisogno di stare in posti in cui non c'è traccia del suo passato". Maria Roveran, che interpreta l'amica Liliana, aggiunge: "Per me questa è stata un'esperienza enorme e l'ho condivisa con persone che mi hanno aiutato a crescere. Con Giuseppe ho iniziato a lavorare tempo fa, ero molto spaventata, invece è stato un viaggio bello e ricco. Siamo una squadra di amiche e stiamo vivendo quest'esperienza di Venezia aiutandoci a vicenda. Con Giuseppe non ci siamo mai sentite abbandonate, né sul set né sotto i riflettori". La più giovane tra le quattro amiche è Caterina Le Caselle, mascotte del set che racconta: "Quando abbiamo iniziato a girare il viaggio c'è stato un cambiamento di intensità nelle riprese. Il mio personaggio compie un mutamento incredibile e il cambiamento di location mi ha aiutato a capire meglio il mio personaggio." Tocca alla più esperta Laura Adriani, che chiosa: "Giuseppe Piccioni è un maestro. Ho cominciato dieci anni fa e non ho mai conosciuto un regista come lui. Prima del viaggio ero un'attrice, alla fine del viaggio sono profondamente cambiata. Giuseppe ci ha insegnato tutto, non era un amico né un padre, ma una guida. E' stato molto duro, ma sono riuscita a vedere l'amore nei nostri confronti".
Giovani leve vs. attori esperti
Se a calamitare l'attenzione, in Questi giorni, sono le giovani interpreti e i loro personaggi fotografati alla soglia del passaggio tra giovinezza e età adulta, nel film non mancano, seppur in ruoli di contorno, attori di richiamo. Anche stavolta Giuseppe Piccioni ha voluto una delle sue interpreti preferite, Margherita Buy, che ama reinventare di volta in vita. Della sua madre vanitosa e ammiccante, l'attrice confessa: "L'ho subito amata. Volevo fare la parrucchiera, quindi ho coronato un sogno di quando ero piccola. Tagliavo i capelli alle bambole e questi non ricrescevano, quindi sono passata ai miei genitori. Il mio personaggio è una madre bambina, ancora non ha deciso di fare la madre però sorveglia la figlia. Mi è piaciuto il suo modo strano e burbero di mostrare il suo affetto. Ha una forma di aggressività affettuosa che apprezzo molto". Della Buy, Piccioni svela: "Margherita non ha mai l'aria di concentrarsi sulla performance. Sul set sembra che abbia appena finito di fare la spesa, eppure al momento del ciak funziona benissimo. Porta una leggerezza che arricchisce tutti i ruoli che le vengono affidati".
Del suo ruolo di timido professore universitario dall'umorismo discutibile Filippo Timi dichiara: "Pochi adulti nel film? Per fortuna! Per me è raro trovare la grazia e Giuseppe Piccioni ne ha molta. Il caos del set si trasforma in grazia, rivedendo il film mi sono commosso. E' un incrocio tra Sex and the City e Piccole donne. Soffro un po' perché avrei voluto più spazio, ma sono contento di aver partecipato". Tocca infine a Sergio Rubini, che interpreta un genitore sopra le righe: "Ho iniziato a fare cinema perché Piccioni mi ha preso per Il Grande Blek. Tutta la mia storia professionale e umana è legata a lui. Lo amo per la sua libertà, profondità e spregiudicatezza. Nel film cita Flaubert e Marivaux perché li conosce. Di solito abbiamo paura che la gente reagisca male quando sfoderiamo queste citazioni poetiche, ma lui ha coraggio da vendere".