Mai giudicare un libro dalla copertina. E nemmeno una serie. Ce lo diciamo spesso ma altrettanto spesso tendiamo a cadere nel tranello. L'ultimo esempio, finito in tv su Sky Atlantic e NOW pochi giorni fa, è Queste Oscure Materie - His Dark Materials, complice la gestazione travagliata del serial. La trilogia di romanzi di Philip Pullman era infatti già stata adattata in La bussola d'oro, film per il grande schermo diretto da Chris Weitz (già dietro la macchina da presa per About A Boy) con protagonisti Nicole Kidman e Daniel Craig.
Un vero e proprio flop che non diede vita come i produttori speravano ad una trilogia cinematografica. La "fortuna" è arrivata molti anni dopo nel 2019 da Jack Thorne (la penna della miniserie musicale The Eddy e dei due film dedicati ad Enola Holmes, tutti su Netflix). Tre stagioni - proprio come la trilogia cartacea - purtroppo passate nel complesso in sordina, rispetto agli intenti iniziali, ma che sarebbero state meritevoli di maggiore attenzione. Forse perché nella co-produzione HBO e BBC che ha dato vita alla trasposizione televisiva ha pesato maggiormente l'intento della seconda, il servizio pubblico inglese, che ha scelto di imbastire una storia semplificata rispetto al world building letto nei romanzi, per il pubblico preserale della domenica. Proviamo a dar loro maggiore attenzione in questo articolo.
Dai romanzi alla serie tv
Nei romanzi di Pullman, vincitori del Nobel della letteratura per ragazzi, da noi pubblicati da Salani Editore, entravamo infatti prima nel mondo distopico che sembrava ambientato nel passato della protagonista Lyra Belacqua (Dafne Keen). Solo in un secondo momento facevamo la conoscenza di quello che si sarebbe rivelato il co-protagonista di un passo a due, e non di una storia singola al femminile: Will Parry (Amir Wilson), abitante del nostro mondo moderno. I loro si rivelavano così solamente due dei tantissimi universi paralleli esistenti, che era possibile attraversare con uno squarcio fatto dalla Lama Sottile, un pugnale magico che solo Will può controllare, orientandosi grazie a una Bussola d'Oro, l'aletiometro, che solo Lyra e pochi altri sono in grado di leggere.
Nel serial co-prodotto da HBO e BBC il tutto viene presentato in ordine cronologico, complice il semplificare la trama e renderla adatta a tutta la famiglia, come dicevamo, come ad esempio alcuni personaggi interpretati da volti noti come James McAvoy nei panni di Lord Asriel. Il padre di Lyra viene infatti introdotto fin da subito, facendoci capire la parentela che lo lega alla ragazzina, e non da più in là nella narrazione, complice il volto altamente riconoscibile. L'ultimo libro - e l'ultima stagione del serial - si sono incentrati invece sul Cannocchiale d'Ambra, lo strumento che Mary Malone costruisce nel mondo di Atal e che servirà a vedere definitivamente i pulviscoli della Polvere, che rappresenta la coscienza e l'anima umane, e questa è la stagione che più di tutte ha donato maturità e profondità al serial, complici gli argomenti trattati.
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L'anima e la religione
La tematica religiosa rimane la preponderante in Queste oscure materie, tanto nei romanzi quanto nella serie tv. Tutta la storia e il mondo costruiti da Philip Pullman sono infatti nient'altro che una grande allegoria della religione quando diventa pericoloso estremismo. Nel mondo di Lyra le persone camminano con al loro fianco un daimon, ovvero un animale che ne incarna l'anima, ma il Magisterium (che sarà poi l'Autorità e di fatto la Chiesa nel mondo di Will) sta cercando di recidere quel legame perché sono esseri fatti di pura Polvere. Quest'ultima è una sostanza che una volta cresciuti si perde - già da questo assunto si aprono mille scenari di riflessione del significato della Polvere e sulla perdita dell'innocenza e della purezza infantile. Lo stesso Lord Asriel la sta studiando da anni, lo sappiamo dall'inizio di questa storia, ma grazie all'ultimo capitolo abbiamo scoperto anche perché: lo scopo è "uccidere la morte stessa". I bambini ancora una volta sono la chiave in una storia ancestrale: sono la soluzione quanto il problema, con quella purezza innata e quella curiosità genuina verso il mondo e il prossimo.
Parallelamente un'antica profezia dice che Lyra sia l'incarnazione di Eva (proprio quella di Adamo), quindi la Prima Donna biblica e la rappresentazione del Peccato primordiale. A questo punto si apre tutto un discorso sull'atteggiamento della Chiesa verso le figure femminili e sul fatto che l'apparente unica protagonista di una storia si riveli per un'antica profezia non l'eroina ma il villain da annientare, la colpa da espiare. Will e la Dott.ssa Mary Malone (Simone Kirby) rappresentano Adamo e il Serpente, e quindi la Tentazione che irretisce Eva. Niente di più curioso e azzeccato che in questa storia la seduzione sia rappresentata da una donna che ha per parte della propria vita represso la propria identità sessuale e i propri desideri, come ammette nel finale.
Nell'epilogo di romanzi e serie è proprio Mary Malone a far aprire a Lyra il proprio cuore all'amore e alla possibilità, non solo all'attrazione e alle prime curiosità per il sesso, perché la paura non porta da nessuna parte ed è il sentimento più pericoloso attraverso cui vivere. La situazione si ribalta e Lyra diventa quindi la soluzione e non il problema: la profezia era stata interpretata male, come spesso accade quando si tratta di antiche scritture e soprattutto di religione. Il pericolo non sta nel culto in sé ma nella sua interpretazione da parte dei fedeli e ministri. Il terzo libro e la terza stagione rappresentano l'inizio della maturità per i personaggi di Lyra e Will: affrontano la Morte e la curiosità per il proprio corpo e per quello dell'altro. Imparano anche a proprie spese cosa vuol dire sacrificio: per salvare tutti i mondi e far rifluire la Polvere non possono stare insieme. Non possono quindi piegarsi all'amore e all'attrazione, alla fin dei conti. Allo stesso tempo si tratta di una storia in cui gli adulti o non sono importanti o non si curano dei giovani, figli compresi, come accade a Lyra coi propri genitori e a Will che deve cavarsela da solo per altri motivi.
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Il Multiverso prima del Multiverso
Philip Pullman nei suoi romanzi ha parlato di Multiverso prima di altri. Non certamente il primo in assoluto, ma uno dei primi in una letteratura per ragazzi che, come abbiamo provato a spiegare in questo articolo, si rivela anche per adulti e molto più profonda di quanto sembri. L'idea forse più geniale è farci credere inizialmente di raccontare un mondo distopico ambientato nel passato, facendo entrare la storia nel genere young adult, per poi invece dirci che quello era solamente uno dei tanti mondi che visiteremo, e che il co-protagonista della storia viene proprio dal nostro.
Un mondo in cui i daimon non è che non esistano, ma semplicemente non siamo pronti a vederli, a sentirli, a metterci in contatto e in rapporto con loro. Come accadrà a Will e alla Dott.ssa Malone nel finale, rendendoli in qualche modo completi; o meglio, più consapevoli di se stessi. D'altronde come vi sentireste se poteste fisicamente parlare con la vostra anima? Lasciamo volutamente per ultimo il connubio scienza e fede, ben rappresentato da Lord Asriel e Mrs. Coulter (Ruth Wilson), i genitori di Lyra. Una dicotomia presente fin dall'alba dei tempi nella letteratura come nell'audiovisivo, che quindi non inventa nulla, ma in questo caso ha un'accezione particolare ed "estrema" per la visione così opposta delle due parti. L'estremismo religioso, appunto. Chissà che questa lettura non vi abbia fatto venire voglia di recuperare libro o serial tv, e soprattutto non vi abbia fatto ricordare la cosa più importante: mai giudicare un prodotto dalla copertina.