Queste oscure materie 2, recensione: il viaggio di Lyra continua

Recensione della seconda stagione di Queste oscure materie, l'adattamento BBC/HBO dei romanzi di Philip Pullman.

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Queste oscure materie 2: una foto di Andrew Scott

Con la recensione di Queste oscure materie 2, che esordisce su Sky Atlantic circa 24 ore dopo la messa in onda del finale di stagione su BBC One nel Regno Unito (gli spettatori americani lo vedranno invece su HBO il 28 dicembre), torniamo nel mondo incantato di Philip Pullman, autore dell'omonima trilogia sui mondi paralleli. Un mondo che per l'occasione è un po' diverso: oltre alla questione letterale dello spostamento tra realtà diverse, c'è il fattore pandemico del nostro mondo, che ha influito sulla lavorazione del secondo ciclo riducendo il numero di episodi da otto a sette (a farne le spese è stato un capitolo autoconclusivo incentrato su Lord Asriel, che avrebbe fatto da ponte tra la seconda e la terza annata, dove il personaggio torna ad avere un ruolo importante dopo essere uscito di scena al termine della prima stagione). Ma lo spirito avventuroso è rimasto intatto, insieme alla voglia di affrontare temi non facili - la serie non si fa problemi a trasporre la critica di Pullman nei confronti della Chiesa - nel contesto di una storia tutto sommato adatta alle famiglie. N.B. La recensione, senza spoiler, si basa sulla visione in anteprima della stagione completa.

Secondo giro

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Queste oscure materie 2: una foto della seconda stagione

Arrivati all'adattamento de La lama sottile, secondo volume della trilogia originale (al momento non è chiaro se Jack Thorne e i suoi collaboratori intendano mettere mano anche al trittico successivo, Il libro della polvere, ambientato nello stesso universo narrativo), gli autori di Queste oscure materie si possono considerare più liberi. Non c'è più, infatti, il peso parziale costituito dal paragone con La bussola d'oro, fallimentare tentativo della New Line Cinema di trasformare la prosa di Philip Pullman in evento fantasy sulla falsariga di ciò che Peter Jackson aveva fatto con la Terra di Mezzo (ragion per cui nel film, essenzialmente solo per scopi di marketing, c'erano Ian McKellen e Christopher Lee). La serie non è più vincolata dagli spettri del passato, e può procedere tranquillamente con il resto della storia, dove Lyra si ritrova ad esplorare mondi nuovi e riceve l'incarico di impossessarsi della lama menzionata qualche riga fa, che è in grado di creare squarci tra gli universi. Tutto questo mentre Lord Asriel è chissà dove, e la perfida Marissa Coulter continua a inseguire la protagonista, senza farsi ostacolare da eventuali residui di affetto materno.

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Queste oscure materie 2: Lin-Manuel Miranda in una scena

C'è una volontà di aprire di più le varie componenti dello show, scelta obbligata dato ciò che accade a livello di trama, e sul piano visivo il lavoro rimane ammirevole (Jamie Childs, regista degli ultimi due episodi della prima stagione, ne firma quattro su sette in questa sede). Ma l'ambizione aumentata comporta anche un livello di complessità aggiuntiva che a tratti si fa indulgente, sacrificando in certi punti la componente più ludica - un elemento di non poco conto trattandosi di un fantasy con protagonisti giovani - in nome della riflessione tematica che, estrapolata dal suo contesto originale legato alla scrittura di Pullman e qui a volte priva di contrappunti in grado di bilanciare il tutto, si fa un po' troppo pesante. L'equilibrio fra approfondimento e avventura che è al centro del successo dei libri ed era presente nella prima annata manca parzialmente all'appello, cosa particolarmente grave quando sono tirate in ballo discussioni teoriche sulla costruzione del Multiverso che, a differenza di situazioni analoghe nell'annata precedente, possono risultare un po' respingenti.

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Madre vs. figlia

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Queste oscure materie 2: una foto di Ruth Wilson

Rimane intatto anche il carisma del cast, al netto della sostanziale assenza di James McAvoy per ragioni di copione: inossidabile Dafne Keen, che riconferma la propria bravura da giovanissima protagonista ed è abilmente sostenuta da comprimari di lusso come Lin-Manuel Miranda e Terence Stamp. E poi c'è lei, Ruth Wilson, da anni una delle più preziose scoperte della televisione angloamericana (vedi alle voci Luther e The Affair), magnifica villain che non ha nulla da invidiare a Nicole Kidman che ha interpretato lo stesso ruolo al cinema. Affascinante e spietata, resta una costante anche quando la scrittura cede sotto il peso dell'anticlericalismo di Pullman, ponendo le basi per una terza stagione (non ancora ufficialmente confermata da BBC e HBO, ma praticamente certa) che andrà ancora più in là a livello di ambizioni. Con la speranza che, non dovendo rinunciare nuovamente a episodi già previsti, si ritrovi il senso della misura che era una componente preziosa all'inizio di quest'avventura da un mondo all'altro.

Conclusioni

Chiudiamo la nostra recensione di Queste oscure materie 2, una stagione dove l'ambizione aumenta ma la scrittura non sempre ne è all'altezza, con alcuni passaggi un po' troppo cervellotici.

Movieplayer.it
3.5/5

Perché ci piace

  • L'ingresso nel cast di Terence Stamp è un'aggiunta preziosa.
  • Ruth Wilson rimane una villain strepitosa.
  • L'impianto visivo continua a crescere in modo ammirevole.

Cosa non va

  • La scrittura in certi punti si fa troppo cervellotica, senza l'avventura a controbilanciare.