Peter Rabbit prende vita in un adattamento frenetico e scorretto

Il personaggio creato da Beatrix Potter arriva sul grande schermo in un film a tecnica mista che si affida ad una comicità diretta e slapstick, ma anche dialoghi pungenti ed umorismo inglese.

Peter Rabbit: un momento del film
Peter Rabbit: un momento del film

Un idilliaco paesaggio rurale britannico, musica sognante, un quartetto d'uccelli che canta in un'atmosfera bucolica... e un buffo coniglio che li travolge correndo. Pochi istanti e già l'adattamento targato Columbia/Sony di Peter Rabbit mette in chiaro che tipo di approccio alla storia intende seguire: vivace, frenetico e soprattutto scorretto. È il punto che ha fatto storcere il naso agli amanti del classico per ragazzi firmato da Beatrix Potter a inizio '900, che hanno attaccato il film sin dal primo trailer e che non si sentono di riconoscere gli adorabili coniglietti dell'autrice inglese nei protagonisti del film diretto da Will Gluck.

Un'ondata di perplessità che ha coinvolto anche la voce originale scelta per il protagonista, quella di un James Corden ritenuto inadatto al ruolo. Ma mettiamo da parte i confronti con il Peter Rabbit e le sue sorelle creati dalla Potter oltre cento anni fa e proviamo a valutare il nuovo adattamento per la sua capacità di intrattenere il pubblico contemporaneo e la difficile platea dei più giovani: da questo punto di vista il film ci sembra un tentativo per lo più riuscito e piacevole, che riesce a intrattenere alternando una comicità più semplice e diretta all'umorismo di stampo inglese che pervade i dialoghi.

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Vita da coniglio

Peter Rabbit: Sam Neill in una scena del film
Peter Rabbit: Sam Neill in una scena del film

Protagonista è ovviamente il Peter Rabbit del titolo, coniglio dall'atteggiamento indisponente che indossa una giacca blu e vive con il cugino Benjamin e le sorelle Codatonda, Flopsy e Mopsy nella campagna inglese. Attività preferita di Peter è fare incursioni nel giardino dello scorbutico McGregor per appropriarsi dei suoi ortaggi e, essenzialmente, infastidirlo, diventando la sua vera nemesi. Almeno quanto i coniglietti sono invece amici della vicina dell'uomo, Bea, un'aspirante pittrice che sembra ricalcata sulla figura dell'autrice della favola originale. Le cose per Peter e la sua famiglia, così come per tutto il piccolo centro rurale in cui vivono, cambiano con l'arrivo del nipote di McGregor, un giovane preciso ed amante della città che non vede altro uso per quella proprietà di campagna che venderla e ricavarne dei soldi.

Favola in tecnica mista

Peter Rabbit: Domhnall Gleeson in un momento del film
Peter Rabbit: Domhnall Gleeson in un momento del film

Nella recente tradizione consolidata negli ultimi anni da Disney (e non solo), Peter Rabbit è un film in tecnica mista in cui i conigli e gli altri animali antropomorfi che animano la storia sono realizzati in CGI ed integrati alla perfezione nelle riprese dal vero. Un'animazione di stampo realistico che permette di rendere credibili e coinvolgenti le avventure di Peter e compagni, e che in questo caso colpisce per il livello tecnico con cui è realizzata: dal design curato dei personaggi all'attenzione nelle animazioni ed in generale della costruzione delle sequenze, tutta la componente visiva del film di Gluck appare più che efficace e di ottimo livello. È un aspetto che permette agli autori di mettere in piedi sequenze frenetiche e vivaci, con elaborati movimenti di camera e trovate che fanno della semplicità slapstick e dell'immediatezza il loro punto di forza nel far leva sul pubblico più giovane.

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Umorismo scorretto

Peter Rabbit: una scena del film
Peter Rabbit: una scena del film

Ma Peter Rabbit non si limita a questo, infarcendo il racconto di tanti piccoli dettagli che possono incuriosire e intrattenere anche uno spettatore più maturo, culminando in un lavoro sui dialoghi molto intelligente e pervaso di una forte dose di umorismo inglese, nonché scorretto. L'adattamento di Peter Rabbit risulta così una specie di anti-Paddington, che però in questa caratteristica finisce per trovare sia un proprio punto di forza che una debolezza, perché se è vero che le battute e i dialoghi, e in generale l'atteggiamento di Peter, lo rendono diverso da altre produzioni rivolte allo stesso target, è ugualmente vero che alla lunga questa formula, insistita e ricercata, può stancare parte del pubblico. Parliamo comunque di un film più che godibile, ben supportato anche dal cast umano composto da Rose Byrne, Domhnall Gleeson e Sam Neill, nel quale l'intrattenimento del pubblico più giovane risulta centrale, senza rinunciare a strizzare l'occhio anche allo spettatore adulto.

Movieplayer.it

3.5/5