Percy Jackson, dal libro alla serie: cosa cambia? Le scelte narrative dell’adattamento

Prima i libri di Rick Riordan, ora la serie con Walker Scobell: quanto della storia di Percy Jackson è stato cambiato da un medium all'altro, e perché? La seconda stagione è in streaming.

Un'immagine di Percy Jackson e gli Dèi dell'Olimpo 2

Nel 2020 è stato proprio Rick Riordan, il papà letterario della saga, ad annunciare l'arrivo, su Disney+, della serie Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo. L'adattamento per piccolo schermo è nato da una volontà precisa dell'autore: dare alle sue creature un aspetto più "contemporaneo".

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Una foto della nuova stagione

Rispetto ai due film con Logan Lerman (del 2010 e del 2013), la struttura seriale aiuta a dilatare le tempistiche, così da approfondire temi che un lungometraggio di due ore doveva necessariamente sacrificare.
Ma realizzare un nuovo adattamento a 15 anni di distanza dal primo (e a 20 anni dalla pubblicazione del primo dei 7 romanzi), significa anche cercare una necessaria modernizzazione.

Dal debutto de Il ladro di fulmini nel 2005 a oggi, il mondo dei giovani è stato rivoluzionato dai social media e dalla tecnologia, elementi che la serie Disney+ integra con naturalezza. Lo show rappresenta l'occasione per "aggiustare il tiro" rispetto ai film (poco apprezzati dallo stesso Riordan) e riconquistare quella fanbase che non si era mai sentita rappresentata dalle versioni cinematografiche.

Percy Jackson e gli Dèi dell'Olimpo, dal libro alla serie: i personaggi principali

La prima sostanziale differenza tra libri e serie Disney+ riguarda il trio protagonista. Walker Scobell dà vita ad un ottimo Percy ma è molto meno arrogante e ironico, armi che usa per mascherare la sua timidezza e il sentirsi fuori posto; almeno finché non scopre di essere in realtà un semidio destinato a Campo Mezzosangue. Rimangono però la sua impulsività perché deve ancora imparare a crescere, e la sua dislessia (scelta di Riordan per il figlio con lo stesso disturbo dell'attenzione), che diviene un elemento meno fondamentale col passare degli episodi.

C'è poi Annabeth (Leah Sava Jeffries), la figlia di Atena, con la quale Percy, nella serie, ha un rapporto più problematico - dove hanno voluto sottolineare le colpe divine dei padri. Nei libri è l'astuta investigatrice del trio, che lavora di deduzione, nella serie è altrettanto intelligente ma non è lei a proporsi per la missione: è il protagonista a sceglierla.
Non solo: lei prova un'ammirazione sconfinata, vicina ad una cotta vera e propria per Luke (Charlie Bushnell), il figlio di Ermes - che si rivela un traditore alla fine della prima stagione-, e che invece la considera una sorellina, da quando è arrivato al Campo con lei e Thalia.

Nei libri Annabeth nega l'evidenza del suo tradimento, mentre in tv assiste alla sua confessione e quindi è maggiormente portata a crederlo complice di Crono. Nel serial, inoltre, Luke vuole convincere Percy a passare dalla loro parte e non lo lascia avvelenato al proprio destino, come tra le pagine di Riordan.

Parenti serpenti: come cambia la famiglia del protagonista in TV

Altre differenze nella caratterizzazione riguardano la famiglia di Percy: la madre Sally (Virginia Kull) nei libri è una donna vittima del marito violento e alcolizzato, Gabe (Timm Sharp), soprannominato 'il Puzzone', uno dei motivi per cui Percy odia il patrigno. Quest'ultimo è in entrambi i casi un villain: nel serial è patetico mentre nei romanzi è molto più minaccioso.

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I genitori di Percy Jackson nella serie tv

In tv Sally è molto più determinata ed esperta sul mondo degli dèi, tanto che il suo flashback con Poseidone (Toby Stephens) è stato uno dei più apprezzati dai fan, che ne richiedono a gran voce altri, anche perché totalmente assenti nei libri.

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Le 12 fatiche di Percy Jackson, tra romanzi e serialità

Sono tante le sfide che Percy, Annabeth e Grover (Aryan Simhadri) devono affrontare per scoprire chi ha rubato la Folgore - furto di cui è accusato il protagonista - e liberare la madre dagli Inferi. Proprio come le 12 fatiche di Ercole, ma tutte hanno delle differenze tra libro e serie tv.

Nel romanzo Il ladro di fulmini conosciamo subito all'inizio le Parche, le tre "adorabili" vecchiette che hanno il controllo sul destino degli umani e sferruzzano calzini come il corso della vita e della morte.
L'eroe protagonista le incontra tornando in autobus a casa da scuola, insieme al migliore amico Grover (ancora non sa che è un satiro e il suo angelo custode).
Nell'adattamento televisivo sono invece Annabeth e Grover ad incontrarle mentre l'amico è sott'acqua in un primo "faccia a faccia" con l'oceano.

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Il trio protagonista di Percy Jackson e gli Dèi dell'Olimpo

Nei romanzi anche il satiro è parte del viaggio al Tunnel dell'Amore e lo scudo di Ares è sul fondo di una piscina video-sorvegliata con una diretta live per mostrare a tutto l'Olimpo il furto di Ares e Afrodite ai danni di Efesto.
Nella serie Percy ottiene lo scudo proprio dal Fabbro degli Dèi, per sua benevolenza, dopo essersi seduto sul trono dorato ed essere rimasto intrappolato.

Nel primo libro, Medusa è una sorta di strega delle fiabe che nasconde la propria identità e il proprio piano malvagio contro i tre giovani, mentre nell'adattamento tv si palesa da subito, vittima di Atena e Poseidone.
Il divino Ermes è molto più presente al Casinò Lotus di Las Vegas rispetto all'originale cartaceo, tanto che il potere del fiore di loto e il suo voler rallentare i protagonisti viene subito rivelato.

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Il tunnel dell'amore

Qualcosa di simile accade con Ade agli Inferi dove la Folgore nello zaino, la presenza di Annabeth, l'incontro con Procuste e la predisposizione benevola del dio dell'Aldilà rendono tutto più veloce e fluido. A causa del ritardo al casinò, dove il tempo scorre in modo diverso, la missione non è completata, ed è ciò che fa scoppiare la guerra tra Zeus e Poseidone. Quest'ultimo però sceglie di arrendersi (alla sua prima apparizione) per salvare la vita al figlio biologico. Nella serie i due si alleano abbastanza presto contro il padre-nemico comune: Crono.

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La stagione 2: le analogie e differenze nei primi episodi

La seconda stagione di Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo si basa sul romanzo Il mare dei mostri e nelle prime puntate troviamo varie differenze di setting e caratterizzazione. Per esempio Tyson (Daniel Diemer), il fratellastro Ciclope di Percy, fa parte di tutta una prima introduzione scolastica mentre nel serial il suo arrivo è ridotto ad alcuni flashback.

Nei libri Percy non capisce immediatamente che la new entry ha un occhio solo, perché anche il protagonista è vittima della Nebbia, che separa il mondo mortale da quello mitologico. Nella serie, al contrario, lo sa da subito. Inoltre, in tv la sequenza introduttiva serve a presentare la ribellione di Luke all'Olimpo attraverso l'incontro-scontro con Grover, la cui scomparsa genera gli eventi di questo secondo capitolo.

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Walker Scobell e Daniel Diemer sul set di Percy Jackson 2

Anche il ritorno anticipato a Campo Mezzosangue avviene con tempistiche diverse: se nel libro i due giganti Lestrigoni si travestono da bulli e attaccano durante educazione fisica, nel serial Percy si scontra con loro solo dopo aver viaggiato con Annabeth verso il Campo, senza mai arrivare a scuola.
Saranno i giganti a evidenziare l'avvelenamento dell'albero di Thalia e quindi della barriera protettiva del Campo, e non i Tori della Colchide come nel romanzo, affrontati da Clarisse.
Non solo: Luke è subito dichiaratamente colpevole dell'avvelenamento - perchè visto da Percy -, e non solo sospettato come nei libri.

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Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo. Una scena della stagione 2

Il passaggio di testimone tra Chirone e la new entry Tantalo (Timothy Simons) come nuovo direttore del Campo avviene con tempistiche leggermente diverse, lo stesso vale per il talento emerso di Tyson come fabbro all'officina di Efesto.

Il "tradimento" iniziale di Annabeth nei confronti di Percy (perché non può dirgli la verità sulla Grande Profezia) è meno marcato nel libro. Nella serie Riordan ha voluto aggiungere tensione narrativa e anticipare il destino di Percy agli spettatori. Una stagione sicuramente partita col piede giusto.