Per Natalie niente Opéra, ma giù le mani dall'Oscar

Le dichiarazioni della controfigura de Il cigno nero, la ballerina professionista Sarah Lane, sembrano mettere in discussione i meriti della Portman. Che per noi restano assolutamente incontestabili.

A un mese dalla consegna degli 83. Academy Awards sale alla ribalta la ballerina Sarah Lane, controfigura sulle punte di Natalie Portman ne Il cigno nero, che afferma di essere stata messa in ombra e sistematicamente tacitata per dare risalto improprio al lavoro della ventinovenne attrice di origine israeliana nel film di Darren Aronofsky. Per fare credere a pubblico e addetti ai lavori che, sostanzialmente, la Portman avesse imparato, in un anno di allenamento, a fare quello che spesso non bastano quindici o venti anni per apprendere, ovvero danzare come un'étoile. Chi scrive non è un'esperta di balletto, ma è profondamente convinta che bastino conoscenze casuali e generiche sull'argomento a stabilire che la danza è una disciplina estremamente difficile, e non aveva creduto nemmeno per un nanosecondo che la pur straordinaria Natalie avesse ballato tutta la sua parte senza una - per altro molto brava - controfigura. Il fatto che le evoluzioni di Nina Sayers siano così credibili sul grande schermo è, casomai, un prodigio da attribuire ad Aronofsky e al suo montatore Andrew Weisblum, e non certo un pretesto per attaccare un'attrice e una produzione che hanno conquistato un importante riconoscimento per una perfomance universalmente acclamata.

Secondo la Lane, Natalie Portman - che ha sempre ammesso pubblicamente di aver avuto una controfigura per le scene di danza che era impossibile per lei affrontare con un solo anno di studi, dieta ferrea e patimenti vari - sarebbe protagonista del 5% delle scene di danza. Secondo il fidanzato e co-star dell'attrice, Benjamin Millepied, la percentuale è molto diversa. L'unico che può sapere la verità è proprio Weisblum, ma in ogni caso, ha veramente importanza? Quando solo il volto della Portman, la tensione, il terrore, il mistero, la gioia, la furia, i fremiti, la concentrazione, la gloria, è Il cigno nero?
Hollywood ama le interpretazioni di trasformismo estremo, e le ha sempre premiate. Ma Robert De Niro non è un pugile, Mickey Rourke non è un wrestler, Christian Bale non è un tossico, Ellen Burstyn non è un'alienata, Charlize Theron non è un monster, e via dicendo. Natalie Portman non è una ballerina, e allora? Ha vinto un Academy Award perché è un'attrice, non ha rubato a nessuno l'Opéra, la Scala, il Bolshoi o l'American Ballet Theatre.
La polemica, lo sappiamo tutti, è strumentale. Come è stato strumentale per i pubblicisti e i promotori che hanno seguito la campagna di Natalie per Il cigno nero glissare sul lavoro di Sarah Lane e delle altre controfigure, ma fa parte del gioco, anche questa è la magia di Hollywood. E ora la sortita della signorina Lane serve di nuovo a fare notizia; e anche noi siamo qui a cogliere l'occasione, è legittimo chiedersi. Ebbene sì, ma non certo per vendere qualche copia in più (o registrare qualche impression, nel nostro caso), ma per celebrare ancora una volta una performance che ci ha scosso nel profondo e ci ha trascinato in un indimenticabile e sublime Lago dei Cigni della mente umana.