Recensione Il cavaliere oscuro (2008)

Il film di Nolan è totalmente impregnato di quell'atmosfera dark che fa di Batman il comic più cinematografico in assoluto, ma che da sempre viene distillata in modo guardingo e alterno negli adattamenti cinematografici.

Paura e delirio a Gotham City

Piaccia o no, Il cavaliere oscuro è Il film definitivo su Batman. Non per forza il più bello o il più riuscito, per quanto il film di Nolan sia un'affilata e sontuosa macchina d'intrattenimento difficilmente attaccabile (sono giusto certe lungaggini e alcuni raccordi un po' scorbutici a non convincere completamente). Definitivo perché totalmente impregnato di quell'atmosfera dark che fa di Batman il comic più cinematografico in assoluto, ma che da sempre viene distillata in modo guardingo e alterno negli adattamenti cinematografici. Al centro delle vicende una Gotham City dilaniata dalla criminalità, emersa ancora più prepotentemente dall'arrivo di Batman. Mentre il procuratore distrettuale Harvey Dent e il commissario Gordon si muovono per ripulire la città, ormai dominata dalla mafia, l'arrivo di Joker getta tutti nel terrore e costringe l'uomo mascherato a scelte durissime.

Dopo aver ridicolizzato gli episodi affidati a Schumacher, Christopher Nolan e la sua squadra sopravanzano in ogni direzione anche il buon Batman Begins e decidono che è tempo di immergersi nel lerciume di Gotham City senza remore e compromessi, con il coraggio di girare un blockbuster di una cupezza e di una violenza davvero sorprendente. Con un'impronta stilistica solida e vigorosa, capace di mettere al servizio di un'ottimo plot le possibilità pirotecniche (ma fortunatamente mai invasive) della post-produzione, senza mai perdere di vista il potere carismatico dei personaggi e la riflessione portante sul tema civiltà contro caos, o per chi preferisce natura contro cultura. Ma se la regia epica e energica di Nolan abbaglia gli occhi e smuove le viscere - tanto da permettersi campi lunghi di grande respiro e fuori campo invidiabili - è lo spettro umano a dare vigore a questo nuovo capitolo.

Joker soprattutto è villain dal carisma fagocitante. Presenza nera e inquietante, con l'unico scopo di voler bruciare il mondo per soddisfare il suo desiderio di caos e dimostrare quanto siano labili e ipocrite le fondamenta della convivenza civile. Un testamento artistico impeccabile per Heath Ledger che si distanzia notevolmente dal gigioneggiare dandy di Jack Nicholson, riuscendo a imprimere al suo personaggio una carica di malvagità impressionante, tanto da relegare sullo sfondo il suo antagonista in tutte le scene in cui si confrontano. A fargli da ottima spalla l'Harvey Dent di Aaron Eckhart, nel suo nichilista percorso a due facce (morali e fisiche), da eroe senza macchia a vendicatore inarrestabile ispirato dal caso, da quando la sua moneta contempla anche il lato oscuro. Ovvio allora che rimangano un pò nell'ombra i personaggi che hanno fatto la fortuna del primo film di Nolan, come il fido Alfred (portatore però dell'ethos morale delle vicende) e Lucius Fox e che di Batman si ricordino più le mirabilie tecniche e l'esaltante Bat-Pod (una super moto da combattimento di sublime coattaggine) più che i suoi dissidi interiori, assunti a paradigmi nella decisione conclusiva. Da vedere in originale, ove possibile.